Commenti variegati (ma per lo più critici) alla direzione Pd e all’impostazione data da Matteo Renzi. Con una premessa ironica epperò serissima e abbastanza convincente di Michele Serra nella sua “Amaca”. Una considerazione abbastanza benevola è quella di Marcello Sorgi su La Stampa (“L’ultimo azzardo del leader”); ma Amedeo La Mattina, sullo stesso giornale, segnala: “Bersani guarda a D’Alema. Scissione più vicina”. Qualche credito a Renzi viene da Stefano Folli su Repubblica (“Il realismo del giocatore di pocker”), ma Claudio Tito nelle stesse pagine scrive un commento desolato: “Nella gabbia dell’estinzione”; e l’intervista a Andrea Orlando dice: “Così Renzi farà un frontale”. Sul Corriere della Sera Massimo Franco critica Renzi: “Una velocità che strappa l’Unità”. Per Marco Gervasoni sul Messaggero “La coabitazione degli opposti è al capolinea”. E per Claudio Cerasa, del resto, “La scissione è meglio della malattia”. Sprezzante Marco Revelli sul Manifesto: “L’entropia dei destini appesi a Renzi”. Sul Sole 24 Ore Lina Palmerini indica “I tre punti che la direzione Pd lascia sospesi” e Roberto D’Alimonte guarda avanti: “Primarie Pd: una conta in due tempi”. Il parere di Walter Tocci, uno dei 12 che hanno votato contro la mozione di maggioranza: “Alternativi a noi stessi. Un congresso in tre atti per il Pd“.