“I populismi sono in ascesa perché nessuno sembra in grado di riprendere una discussione a 360 gradi e di contestare un modello di potere verticale che ha fallito”: così Romano Prodi in un’intervista al Corriere della Sera (“Ora serve il Mattarellum”). “Occorre un lavoro di rappresentanza impegnativo e faticoso; di ascolto; di interpretazione; di coagulo in precise domande politiche…”: così Giuseppe De Rita in un articolo ancora sul Corriere (“La rappresentanza sociale deve essere rilanciata”). Valentina Conti su Repubblica: “Più posti ma meno stabili. Così cambia il lavoro”, e Dario Di Vico si chiede: “Che cosa blocca i nostri giovani” (Corriere della Sera). Su Repubblica Alessandro De Nicola scrive: “Meglio l’odiato voucher che il lavoro nero”; e Umbero Minopoli sul Foglio dice che “La sinistra che torna a sognare il posto fisso è una piaga per il Paese”. Sui requisiti dei referendum sul lavoro scrivono Pietro Ichino (Unità): “Articolo 18, quesito inammissibile”, e Gaetano Azzariti (Manifesto): “Il referendum sull’articolo 18 può essere ammesso”. Sulla questione dell’introduzione di un sostegno al reddito, Chiara Saraceno su Repubblica lamenta lo stanziamento di solo un miliardo per il “reddito di inclusione” (“Le banche da salvare e la povertà dimenticata”); Elisabetta Gualmini, in risposta a Luca Ricolfi, scrive: “Il reddito minimo? In Emilia esiste già” (Sole 24 ore) e Massimo Baldini spiega cosa sia “Il reddito di solidarietà in Emilia Romagna” (Unità). Daniela Preziosi sul Manifesto informa: “Renzi e l’idea di primarie con Boldrini”.