“Basta con l’ecclesiocentrismo, basta con l’autoreferenzialità”. Lo scrive padre Felice Scalia nell’editoriale di Presbyteri (marzo 2014), un fascicolo tutto dedicato all’odore del gregge, la pregnante espressione usata da papa Francesco per indicare il distintivo dei sacerdoti, dei vescovi, degli uomini di Chiesa. E soggiunge: “se una preferenza dev’esserci nella Chiesa, che sia per i miserabili delle periferie, per i volti dei più abbandonati”. E don Luigi Mansi, sacerdote della diocesi di Molfetta, ricorda che anche prima di diventare Francesco, Bergoglio scriveva: “La coscienza staccata dal cammino del popolo di Dio è uno dei maggiori danni per la coscienza del presbitero, perché colpisce la sua identità in quanto diminuisce parzialmente la sua appartenenza a tale popolo”. E con vari altri interventi la rivista raccomanda ed esemplifica lo stile di un sacerdozio “immerso” (anziché separato) nel popolo di Dio.
Aggiornamenti sociali di aprile offre tra l’altro una sorprendente intervista ad una monaca benedettina di Monserrat, teologa e studiosa della Sanità pubblica, animatrice di un movimento di protesta e di democrazia radicale denominato Proces Constituent (che fa parte del mondo degli indignados) . Teresa Forcades i Vila spiega che “la dimensione politica è una componente essenziale del modo in cui ho compreso il Vangelo fin dall’inizio”; e afferma: “non sarà possibile alcun cambiamento se non si mette in discussione il capitalismo, secondo cui il massimo profitto è il miglior criterio per organizzare l’economia”. E a tal fine auspica (e lavora per) una maggiore soggettività e protagonismo dei cittadini: una responsabilità e possibilità che nasce non solo e non tanto dal fatto di essere cittadini, quanto dal fatto di essere creati ad immagine di Dio”. In una decina di pagine la suora suggerisce o afferma molte cose sorprendenti e molto interessanti.
“Le donne salveranno l’Africa?” La domanda campeggia in copertina di Missione Oggi (n 3/2014) e non senza ragione, visto che le donne stanno assumendo ruoli di primissimo piano anche in campo politico e culturale in molti paesi africani, come documenta un ampio e accurato servizio di Giusy Baioni. Ed è pure scritto da una donna, la missionaria saveriana Maria De Giorgi, un ampio e articolato dossier su Buddha e sul problema e il senso di Dio nel buddhismo. A conclusione le parole profetiche di Romano Guardini: “Non c’è che un personaggio che potrebbe dare l’idea di vicinanza a Gesù: Buddha. Quest’uomo rimane un grande mistero. Vive in una libertà impressionante, quasi sovrumana, anche se dotato di una bontà possente come una forza cosmica. Buddha è forse l’ultimo genio religioso con il quale il cristianesimo dovrà confrontarsi. Nessuno ha ancora messo in luce il suo significato cristiano….”.
Parla di “sette linee di un anno di pontificato” l’editoriale del n 3930 di La Civiltà Cattolica . Esse sono: profezia, incontro, dramma, discernimento, incompletezza, tensione fra spirito e istituzione, frontiera. Alla fine, spiega l’editoriale, emerge il volto di un “papa seminatore”. Sempre a Papa Francesco è dedicato anche un articolo di padre Perez del Viso, che mette in luce la reciproca illuminazione, in Bergoglio, tra la fede e i valori umani, in uno spirito di dialogo, per cui è importante “camminare insieme”; e un articolo del teologo argentino Juan Carlo Scannone su “Papa Francesco e la teologia del popolo”.
Sempre in uno spirito di fiducia e di attesa per gli sviluppi del nuovo pontificato, anche Adista dedica il fascicolo n 13 di Documenti ai segni di novità (“cresce l’attesa per la riforma della Chiesa”, auspicando tra l’altro “una nuova alleanza tra Francesco e Chiara”, cioè tra lo spirito di novità e le attese espressi dal movimento femminile e l’apertura culturale e spirituale del nuovo Papa.
(a. bert.)