“Il nuovo che Renzi propone è il vecchio paradigma della comunicazione di un capo solitario. L’agenda di Bersani è la sola garanzia di una discontinuità radicale con la Seconda Repubblica a democrazia opaca e dominata da potenze arcane”. Così Michele Prospero su “l’Unità”. Che aggiunge: “La più grossa balla oggi in circolazione? La mistificazione circa la pretesa minore capacità competitiva di Bersani rispetto a Renzi, dipinto come un leader post-ideologico…” (Il leader rafforzi la sua alternativa). Viceversa un altro intellettuale che viene dal vecchio Pci, Biagio De Giovanni, sempre su “l’Unità”, osserva: “Renzi ha avuto il gran merito di aprire i confini del partito, di farlo uscire da vecchie e stanche logiche di schieramento, buone per apparati ristretti e conservatori, e ha restituito al partito democratico il senso della possibilità di una collocazione maggioritaria nella società italiana” (Il sindaco insista sulla rottura). Giudizio simile lo espone Michele Salvati sul “Corriere della Sera” (Renzi e una sinistra allargata, tornano ideali e valori del primo Pd). Giorgio Tonini, su “Il foglio”, sostiene che in questo momento storico più che una leadership fondata sull’esperienza, ne serve una fondata sul coraggio. Il coraggio di un cambiamento profondo, che porti avanti – dice – le riforme avviate dal governo Monti (Renzi, cosa fare per rimontare). Parere opposto, quello di Barbara Spinelli, su “la Repubblica”, che sostiene che solo le idee di Vendola possono far uscire il Paese dalla crisi (Il parlar-vero delle primarie).
Primarie. Commenti di mercoledì 28: Prospero, De Giovanni, Salvati, Tonini, Spinelli
28 Novembre 2012 | 0 comments