Come si può intendere già dal titolo, la bella rivista trimestrale Prospettiva Persona, giunta quattro mesi fa al suo centesimo fascicolo, s’ispira alla cultura (e alla spiritualità) del personalismo. Diretta da Flavio Felice, redatta a Teramo, la rivista si avvale di una larga cerchia di collaboratori (e di lettori!) diffusi in tutta Italia, ma presenti anche in numerosi Paesi, dalla Gran Bretagna al Messico. Per la fedeltà al suo tema e alla sua cultura di fondo, ma anche per la varietà degli apporti, il periodico merita dunque molta attenzione da parte di chi è consapevole dell’importanza del “personalismo” nella nostra cultura e nella nostra storia. Basta scorrere l’ultimo numero (n 101- 102, del dicembre 2017) per convincersene: Flavio felice parla “del lavoro che non vogliamo” (quello servile, alienante, conflittuale …), Vincenzo di Marco parla delle riflessioni filosofiche di Husserl sulla condizione umana, Piero Viotto sulla teodicea di Leibniz (e Maritain), Alessandro Giostra affronta il tema del terrore Jihadista e Boko Haram, Giorgio Campanini e Francesco Bellino dell’eredità di Mounier … fino al saggio di Emilio De Dominicis che critica il “dualismo antropologico” di Engelhardt e le sue conseguenze nel campo bioetico (e la determinazione di ciò che è realmente persona).
Il fascicolo di febbraio di Aggiornamenti sociali è ovviamente dedicato in larga parte alla vigilia delle elezioni politiche in Italia. Ma è particolarmente interessante che il dossier centrale sia dedicato alla “politica al femminile”con due interviste di Chiara Tintori: la prima ad Elsa Fornero che sottolinea come, in ogni caso, la cosa più importante sia il saper e voler servire il proprio paese, lontano dai semplicismi. E ricorda che il rischio dei “semplicismi”: “far credere che le soluzioni ai problemi sociali siano sempre facili e che manchi soltanto la “voglia” o l’interesse dei politici per realizzarle, è pericoloso”. Anche la seconda intervistata, a Nadia Urbinati, spiega che “Se vince il populismo…meno spazio alle donne”. E ricorda che ci sono delle prevenzioni diffuse che si trasformano in pregiudizi e, talora, in vere e proprie forme di discriminazione. Come quelle di chi tra il serio e il faceto sosteneva che “mentre la storia della filosofia potesse andar bene per le donne, la filosofia teoretica come capacità logico-riflessiva fosse più adatta alla mentalità maschile”.
Da 50 anni l’agenzia Adista, con pochi mezzi materiali ma molto coraggio e intelligenza offre una testimonianza di giornalismo libero, capace di informare, criticare e … comunicare anche cose poco note o nascoste. Lo riconosce, dando anche il giusto merito ai giornalisti che vi hanno partecipato e ai lettori che hanno seguito e appoggiato la coraggiosa iniziativa, nientemeno che il vescovo Raffaele Nogaro. Egli riconosce la fatica che è stata affrontata dai laici (a cominciare da Giovanni Avena, Eletta Cucuzza, Claudia fanti, Ludovica Eugenio, Valerio Gigante, Luca Kocci, Giampaolo Petrucci…) per animare e sostenere l’impegno. Gli fanno eco Anna Canfora e Sergio Tanzarella che raccontano gli anni della nascita di Adista, e le “memorie” di Alessandro Santagata. E poi via via un’ampia antologia dei 50 anni di una storia vivace, ricca di nomi e d’idee (e, in sostanza, una cronaca di una parte almeno della realtà ecclesiale, cultura e politica del mezzo secolo che abbiamo alle spalle.
Novità alla Civiltà Cattolica. Consapevole di essere una rivista di “orientamento a larghissimo raggio”, l’autorevole quindicinale dei gesuiti allarga quello che un tempo era chiamato il “collegio degli Scrittori” (cioè il nutrito e compatto gruppo redazionale che lavora presso la sede di Roma) e si apre a una larga collaborazione di “corrispondenti a larghissimo raggio”. Già da tempo la rivista ospitava anche scritti provenienti dalle varie parti del mondo. Ma ora viene costituito un corpo di “corrispondenti” affinché notizie e riflessioni da tutto il mondo giungano in maniera più sistematica e coordinata, sviluppando così un’informazione e un pensiero più “universale”. Del resto già su questo fascicolo n 4023 (17 febbraio) si parlava certo delle imminenti elezioni politiche in Italia, ma anche delle elezioni presidenziali in Russia, del futuro dell’Europa, delle “vie per l’aggiornamento della chiesa cinese …
(a.bert.)