di Maria Pia Bozzo, circ. culturale A. Moro, Genova
Errori, sottovalutazioni e una certa moderna arroganza hanno combinato un mix esplosivo che, infatti, è deflagrato, assolutamente prevedibile e previsto.
Comincio a dire che fissare la data delle elezioni nel bel mezzo del lungo ponte d’inizio estate significava chiedere agli elettori un surplus di eroismo stante la crescente disaffezione, in particolare per le elezioni regionali dopo le note vicende dei rimborsi spese. Fa meraviglia la scarsa sensibilità politica in chi ha deciso la data, a meno che la scelta non sia stata frutto di una convinzione rivelatasi sbagliata (tipo: sono quelli della destra che vanno al mare…).
Dopo dieci anni di presidenza Burlando era palpabile dentro e fuori il partito il desiderio di un cambiamento: la candidatura dell’assessore Paita, imposta da Burlando più di un anno prima della data delle primarie, accompagnandola in città, paesi e associazioni di ogni tipo, ha irritato e preoccupato chi voleva un cambiamento e ha scoraggiato qualsiasi altra candidatura che non avrebbe potuto gareggiare ad armi pari. Cofferati alla fine ha accettato, ma senza suscitare entusiasmi.
Paita ha vinto le primarie utilizzando anche voti di elettori del centro destra, soprattutto nel ponente ligure, che poi nelle elezioni vere hanno logicamente votato per Toti. E penso che si dovrà pur dare una regolata alle primarie per evitare che i candidati del PD vengano scelti dagli avversari.
Questo fatto ha ingigantito la frattura interna al partito e indotto molti, soprattutto della base proveniente dai DS, a estraniarsi dalla campagna elettorale, perfino non andando a votare o seguendo Pastorino. Un’altra fetta di elettorato di centrosinistra: impiegati, professionisti, insegnanti, commercianti, non di partito, non ha sostenuto la Paita perché non convinto delle sue capacità, o perché danneggiato dall’alluvione o forse irritato da alcuni atteggiamenti di supponenza tipici del renzismo.
Ma tutto ciò era assolutamente evidente fin da gennaio, rappresentato alla segreteria nazionale che ha reagito facendo spallucce e sottovalutando uno stato di grave disagio che anche un cieco avrebbe visto. La candidatura di Pastorino ha sicuramente costituito uno sfogo per soci ed elettori delusi, ma non più di tanto. Molti altri elettori delusi si sono diretti ai 5stelle, a mo’ di lezione e anche come riconoscimento di un certo consolidamento politico, ma soprattutto si sono rifugiati nel “provvidenziale ponte”!
Il primo a stupirsi dell’esito delle elezioni in Liguria è stato Toti (mi chiedo anche se ne sarà veramente contento): un grande risultato col minimo sforzo!