“Qualunque sia il prezzo della solidarietà con le vittime collaterali e dirette forze della globalizzazione (…) che dovremo pagare nell’immediato, a lungo termine la solidarietà rimane l’unica via possibile per dare una forma realistica alla speranza di arginare futuri disastri e di non peggiorare la catastrofe in corso”: così Zygmunt Bauman in un’intervista alla Repubblica (“Siamo ostaggi del nostro benessere”). Allo stesso modo Mauro Calise sul Mattino: “Dovremmo aver imparato che l’unico modo per difendersi dall’altro è sforzarsi di andargli incontro. Anche per evitare che ci assalga” (“Lo scontro che non serve a nessuno”). La sociologa Catherine de Wenden, in un’intervista al Manifesto, critica i respingimenti alla frontiera con la Francia (“Una mancanza assoluta di etica”). Paolo Pombeni sul Sole 24 Ore scrive de “L’inaccettabile schiaffo francese”. Ma Emma Bonino osserva che “Parigi ha violato i trattati, però sull’immigrazione la UE ha fallito” (intervista al Mattino). Marco Benotti, sull’Osservatore romano, parla di “Spartiacque europeo”.