Riforme costituzionali. Barbera e Ceccanti replicano all’appello di Zagrebelsky

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In una nota Ansa del 4 giugno 2012 si dà conto del parere espresso da Augusto Barbera, docente di diritto costituzionale, in merito all’appello di 12 giuristi, tra cui Gustavo Zagrebelsky, perché il Parlamento blocchi la riforma costituzionale. L’appello è stato pubblicato da “La Repubblica” dell’1 giugno, e riportato anche da c3dem ( https://www.c3dem.it/?p=1418). Anche  Stefano Ceccanti replica all’appello dei 12 giuristi con una sua dichiarazione. Nel contempo, “Il foglio”del 2 giugno ha pubblicato una lettera di Enrico Morando, Giorgio Tonini e Umberto Ranieri, indirizzata tanto al Pdl quanto al Pd in merito alla proposta semipresidenzialista del Pdl. Riproduciamo di seguito la nota dell’Ansa e la dichiarazione di Ceccanti, nella convinzione che il dibattito sulla revisione della Costituzione debba essere seguito con la massima attenzione e che non si può che prendere atto delle profonde differenziazioni che attraversano lo stesso Pd e in generale il centro sinistra, come pure i cattolici che in diversi ambiti e ruoli militano nel centro sinistra o comunque vi si riconoscono.

 ”Io non ho condiviso l’appello dei miei colleghi, anzi lo ritengo al limite del grillismo”. Lo ha detto Augusto Barbera,

Intervistato da Radio Radicale sul percorso delle riforme costituzionali, Barbera ha detto: ”Affermare che l’attuale Parlamento non è legittimato a fare le riforme della Costituzione perche’ composto da nominati è una grave delegittimazione – spero che non corrisponda al pensiero degli autori – di un Parlamento chiamato ad una difficile opera di risanamento per poter affrontare la situazione del nostro Paese, chiamato a riformare la legge elettorale, ed è lo stesso Parlamento che ha eletto il Presidente della Repubblica, che ha eletto alcuni giudici della Consulta. Un conto è criticare il Parlamento, e chiedere riforme, altro è delegittimare lo stesso Parlamento”.

”La Commissione affari costituzionali del Senato avrebbe operato in modo sotterraneo?”, ha chiesto Barbera. ”Non è così, se ne discute da anni, una discussione fatta anche di audizioni parlamentari, alle quali tra l’altro hanno partecipato anche alcuni firmatari di quell’appello”, ha concluso Barbera. L’appello dei 12 costituzionalisti era stato pubblicato l’1 giugno su ‘La Repubblica’. (ANSA).

Ceccanti: “Un appello delegittimante e immotivato”

“Non so se qualcuno ha letto esattamente il testo pubblicato da Repubblica l’1 giugno, in cui alcuni studiosi ansiosi di difendere il Parlamento ideale delegittimano nel frattempo il Parlamento reale in attesa che il Parlamento ideale si manifesti nella prossima legislatura sulla base di una legge elettorale diversa votata dal Parlamento reale (sempre noi, delegittimati a riformare la Costituzione, ma chissà perché legittimati invece a cambiare una legge per scegliere coloro che lo farebbero in futuro)”.

“La delegittimazione del Parlamento reale è grave, anche al di là della sproporzionata critica di merito che si rivolge peraltro a proposte note almeno dal tempo della Costituente per passare attraverso le varie Bicamerali e che rispecchiano peraltro in vari punti le principali esperienze democratiche consolidate”.

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