Un interessante articolo, pubblicato il 3 maggio 2012 su www.lavoce.info (“Servizio sanitario: pregiudizio e orgoglio”), di Vittorio Mapelli, uno studioso di economia sanitaria autore nel ’99 di un libro del Mulino sul sistema sanitario nazionale, ci mostra che alto grado di discrepanza ci sia tra la percezione che gli italiani hanno del loro sistema sanitario – affatto buona – e lavalutazione che ne viene fatta su basi oggettive, da molti osservatori internazionali – che invece è assai buona, anzi eccellente. Recenti sondaggi (dell’Unione europea, della Gallup, di Eurispes) rilevano l’insoddisfazione degli italiani: “pronti soccorsi affollati, sprechi, tangenti ai politici, liste d’attesa lunghissime”, e molto altro. Viceversa, studi dell’Ocse e dell’Oms ci dicono che il Sistema sanitario nazionale “è un sistema che garantisce una speranza di vita tra le più alte al mondo e un tasso di mortalità standardizzato tra i più bassi in assoluto”.
L’articolo fa pensare. Soprattutto in questo momento della vita politica e sociale italiana. In cui lo scontento è alle stelle. Verrebbe da dire che dobbiamo stare attenti a non fare di tutt’erba un fascio. Ad ogni livello. Partiti e parlamentari compresi. Non perché si possa ritenere che – come per la sanità italiana – anche per i partiti e per i parlamentari ci sia un’uguale immotivata distanza tra la percezione degli italiani e i dati oggettivi. La sanità italiana deve il suo buon livello a fattori che certamente fanno parte della sua specifica storia. Ma perché c’è il rischio – e qui il presidente Napolitano vede le cose lucidamente – che la corruzione che contamina la politica, da un lato, la durezza della crisi che mette in oggettiva difficoltà i partiti a trovare risposte, dall’altro, ci facciano perdere la capacità di valutare con una qualche obiettività la situazione in cui ci troviamo, e dunque di muovere critiche che abbiano fondatezza. E questo indipendentemente che si ritenga valido il governo Monti oppure no, che si ritenga la politica del Pd la migliore possibile nella situazione data o che invece si ritenga che altro dovrebbe essere il modo di affrontare, “da sinistra”, la crisi.
Per l’articolo di Vittorio Mapelli sulla sanità italiana si veda:
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003051.html