“Domani, al ballottaggio, scommetto su Matteo Renzi. Per un centrosinistra più largo e per dare un taglio all’idelogia della sinistra storica che ancora lega i denti a tanti nel Partito democratico” (Luigi Accattoli). “Fossi stato in Pier Luigi Bersani, che si è dimostrato a suo agio tra papi e parroci, avrei gridato al comitato dei garanti delle primarie le parole con cui il giovane papa Wojtyla fece tremare il colonnato di piazza San Pietro all’inizio del suo pontificato: «Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte…». Le regole sono uno strumento al servizio di un valore: domani i valori sono l’apertura e la partecipazione, perché mortificarle, perché avere paura?” (Marco Damilano). “Il segretario Bersani rappresenta l’ultimo tentativo di rinnovamento nella conservazione di una nomenclatura (composta da ex PCI e da ex Popolari) e di una forma partito (sostanzialmente erede del PCI) che ha perduto la sfida della riforma del paese dopo il 1989”. Il sindaco Renzi “ha misurato una necessità reale e oggi condivisa dallo stesso elettorato di centro-sinistra. È di una generazione più giovane, ed è mosso da un vitalismo nuovo” (Gianfranco Brunelli, direttore de “Il Regno”).
3 Dicembre 2012 at 11:55
spero che da mezzodì in poi (comprendo, soffrendo, l’indispensabile mattinata di commenti postumi al ballottaggio) si parli di futuro
c’è una campagna elettorale che ci attende
poi c’è un congresso
poi ancora – nessuno ne parla accidenti! – ci saranno le elezioni europee
comincio da queste ultime: spero che non siano l’ennesimo esercizio di contentino per chi non è riuscito a fare il parlamentare nazionale
nei prossimi anni la battaglia per l’europa giungerà a snodi definitivi
primo fra tutti, il valore di rappresentatività politica del parlamento europeo e la sua capacità reale di governo, da rivedere a costo di perdere qualche pezzo (dalla granbretagna della finanza mondiale che prima di tutto vuole abbattere l’euro, all’ungheria che si riscopre filonazista – vedi il recente provvedimento di schedatura degli ebrei) dovevamo crescere, siamo cresciuti, ma adesso bisogna lavorare sul serio alla coesione e ci vogliono parlamentare autorevoli (cioè fortemente sostenuti)
congresso: me la cavo con una battuta: e se renzi fosse un buon segretario di partito? per imparare quello che mi pare abbia cominciato a capire, se le sue battute delle ultime due settimane dicono qualche cosa, oltre la “sinistra” (ciascuno interpreti il termine come vuole) faziosita di certi suoi sostenitori
se c’è un popolo di sinistra (credo che ci sia e me ne sento parte) si sappia che abbiamo bisogno di ricominciare percorsi di elaborazione di strategie a lungo termine e di educazione politica, si proprio di formazione non solo di quadri, ma di coscienza politica, nei giovani e nei rapporti sociali
renzi ha certamente qualità di innovatore e di leader: potrebbe assumere la conduzione del pd verso un rinnovamento adeguato alle sfide che ci attendono, dopo questa stagione in cui si è esagerato nel culto delle personalità, quasi copiando la vecchia dc dei capicorrente
qui giungo alla prossima campagna elettorale
con tutta l’attenzione a evitare mistificazioni e strumentalizzazioni da parte di una destra, che passa la vita a fare solo dialettica, mi pare però che occorra dire chiaro che cosa si vuol fare in cinque anni
prodi a suo tempo ci aveva provato, con un documento programmatico elettorale, innovativo per i tempi, ma un pò ingenuo e sommario
proviamo anche qui a innovare il confronto politico
meno talk-show e più obiettivi-programmi-risorse-tempi: anche così il popolo che non si sente bue può vincere la partita