Il Centro Astalli, che da decenni lavora a Roma, per iniziativa dei Gesuiti, per l’assistenza materiale e spirituale di rifugiati, profughi e immigrati è stato il luogo dove papa Francesco ha voluto recarsi subito dopo la visita-pellegrinaggio a Lampedusa. La visita è stata un po’ come una seconda tappa del pellegrinaggio sulle tracce di quegli uomini e quelle donne che oggi rappresentano in maniera speciale l’esperienza del dolore, della povertà e dello sradicamento. Ne parla Servir (n 8/9 – 2013), il mensile d’informazione del Centro Astalli riportando il discorso del Papa, le testimonianze dei rifugiati e il commento di chi era presente. In allegato al notiziario c’è un nutrito fascicolo che offre il Rapporto annuale 2012 sulle attività del Servizio dei gesuiti per i rifugiati, un’attività che i figli di sant’Ignazio svolgono in tutto il mondo, organizzando comunità di accoglienza, iniziative di sostegno, centri di asilo e di tutela in Africa, Asia, America latina, ed Europa, fino a Roma. Da quando i primi boat people vietnamiti ispirarono la risposta (di compassione e di fraternità) di padre Arrupe, il “Servizio” JRS ha assistito oltre 600 mila persone di tutti i continenti sia prestando assistenza d’emergenza, sia aiutando i rifugiati ad inserirsi nel contesto socioculturale.
Una rivista che si chiama Mosaico di pace non ha mai scarsità di situazioni da denunciare, temi da affrontare, testimonianze da mettere in luce. Sul numero di ottobre tra l’altro un articolo sulla sentenza di Cassazione su quanto avvenne nel 2001 a Genova. Scrive Lorenzo Guadagnucci, del Comitato Verità e giustizia per Genova: “Prima la Diaz, poi Bolzaneto: la Corte di Cassazione ha finalmente detto l’ultima parola sui grandi processi scaturiti dal G8 di Genova nel 2001. Il giudizio d’insieme è impietoso, sotto ogni punto di vista. Per la gravità dei fatti: i giudici parlano esplicitamente di lesione della dignità umana, di sospensione dei diritti fondamentali. Per l’inadeguata risposta delle istituzioni: mai presi provvedimenti contro dirigenti imputati e condannati nel processo Diaz, mai sospesi o rimossi gli agenti responsabili dei maltrattamenti sui detenuti, mai avviata una seria verifica interna dei meccanismi di prevenzione e sanzione degli abusi …”. Mosaico di pace dedica poi molte pagine alle storie e ai problemi di rifugiati e profughi, alla paura e alla speranza, alle testimonianze si solidarietà, di mani tese ma anche di umanità perduta.
Che cosa rimane del pontificato di Benedetto XVI come insegnamento per la vita consacrata? Se lo chiede la rivista Consacrazione e Servizio nel suo “Supplemento al n 5 – 2013” curato da Maria Marcellina Pedico e pubblicato dal centro studi USMI e destinato soprattutto al mondo delle religiose. Risponde, fin dalla prefazione del fascicolo, il vescovo Francesco Lambiasi: “Rimane non solo il luminoso, stimolante magistero della parola, ma anche – e soprattutto! – il magistero della vita. Non è forse vero che Joseph Ratzinger è diventato il … monaco del Vaticano? Infatti, è nella luce della fede che va decifrata la scelta profetica di rinunciare all’esercizio del ministero petrino. Nulla per sé, tutto per Cristo: così Joseph Ratzinger ha accettato ormai in età avanzata di salire al soglio di Pietro. Così vi è rimasto per quasi otto anni, con mite, eroica fortezza. Così ne è ridisceso, per poter continuare ad amare la Chiesa con la preghiera del monaco e il sacrificio del martire…”.
“Con Papa Francesco riparte il vaticano II” scrive l’arcivescovo e teologo Bruno Forte su Jesus di novembre. Un ampio servizio ricorda poi che non solo Lampedusa, ma larga parte del margine meridionale d’Europa costituisce una frontiera lungo la quale operano le “sentinelle di Dio”: sacerdoti, religiosi, religiose e laici: un esercito che si batte per accogliere chi scappa da fame, guerre e dittature. In Italia la Sicilia è particolarmente coinvolta. Un’altra regione alla ribalta è il medio oriente, in particolare Siria e Libano, a proposito del quale Jesus ospita una interessante intervista all’arcivescovo melkita di Akka, Haifa, Nazareth e di tutta la Galilea, Elias Chacour. Sempre su Jesus alle obiezioni (critiche e ironiche) degli integralisti contro Papa Francesco (ad Esempio Gnocchi e Palmaro su Il Foglio del 9 ottobre, ma anche altri atei devoti e cattolici tradizionalisti che mettono in dubbio il “magistero liquido” del Papa) rispondono Maria Cristina Bartolomei e Piero Pisarra, dal suo osservatorio parigino.
(a. bert.)