SERVIR: la giornata del rifugiato – SERVITIUM: musica, “soave conoscenza” – COSCIENZA: “Perché la Chiesa sì e il Paese no?- RICERCA: fede e politica – IL SEGNO: “In hoc signo vinces”

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Sarà forse anche per una continuità con la tradizione: le riviste cattoliche interpretano (come e forse più degli altri) la scelta del titolo come una bandiera. Forse talvolta si può anche cadere nella retorica, ma resta un fatto fondamentale: i giornali, le riviste di matrice religiosa nascono non da un progetto commerciale ma da un’idea, dal desiderio di proporre una testimonianza. Lungi dal mimetizzarsi per smussare le ostilità, tengono a sventolare la loro bandiera fin dalla prima pagina, dimostrando così una gran fiducia nell’idea che li anima.

Per esempio Servir, il mensile dell’associazione Centro Astalli per l’assistenza agli immigrati e soprattutto ai rifugiati, che opera a Roma presso la sede dei Gesuiti, spiega sul numero di luglio tutto il suo entusiasmo per il magistero (anzi: la testimonianza) di papa Francesco: la semplicità dei gesti, la potenza delle parole; e dà conto delle molte iniziative svolte in occasione della giornata del rifugiato, il 20 giugno. Alla celebrazione avevano partecipato tra gli altri il ministro per l’integrazione Cécile Kyenge, il sindaco Ignazio Marino e don Antonio Sciortino direttore di Famiglia Cristiana. Servir riporta tra l’altro le parole pronunciate dalla rifugiata congolese Myrra Muteba che ha ricordato le difficoltà, violenze, traumi e persecuzioni, pericoli che costituiscono la storia dei rifugiati. Ha ringraziato per l’accoglienza e le cure che ricevono, ed ha aggiunto: “dateci infine la possibilità di uscire dalla condizione di assistito perpetuo, offriteci l’opportunità di riprendere in mano la nostra vita. Date un valore alle nostre competenze, metteteci in gradi di trovare un lavoro. Non vogliamo essere un peso perché sappiamo di poter essere una ricchezza”.

E da Servir a Servitium che è invece una collaudata (quarantesettesimo anno!) rivista di “ricerca spirituale” curata soprattutto da laici e che ha sede a Fontanella di Sotto il Monte, nello spirito di Papa Giovanni e di David Turoldo. Il fascicolo di agosto esplora il tema della musica, definita “soave conoscenza”. E soave preghiera: “Com’è bello lodare il Signore / al tuo nome inneggiare, o Altissimo / annunziare al mattino il tuo amore / e la tua fedeltà nella notte / Sulla centra e il liuto ti canto / è per te il mormorio dell’arpa”. Tra gli autori del quaderno: Giovanni Benzoni, Fabio Perego, Maria Cristina Bartolomei, Arrigo Anzani, Gianni Gasparini, Ursicin Derungs, MariaAngela Gatti, Emanuele Bordello, Serena Nono, Gianni Manziega.

E poi c’è Coscienza, la rivista bimestrale del Meic; anch’essa dedica il primo fascicolo – doppio – di quest’anno a papa Bergoglio. Tra gli altri un editoriale del presidente Carlo Cirotto che si sofferma sulla singolare continuità tra Benedetto e Francesco; e conclude facendo propria la domanda che molti si pongono: “Perché la Chiesa sì e il Paese no?”. Perché, di fronte alle difficoltà, la Chiesa ha saputo intraprendere la strada del rinnovamento e la nostra Italia invece arranca? Qualche risposta (e qualche speranza) viene dagli articoli che seguono. Un saggio del vescovo Ignazio Sanna aiuta a riscoprire il magistero e la testimonianza di Benedetto XVI. Vari interventi aiutano a individuare i punti nodali del rinnovamento culturale e civile che è necessario. Francesco Marsico, della Caritas, parla della crisi dello stato sociale; Vito d’Ambrosio dell’etica; Beppe Elia del lavoro; Giancarlo Galeazzi del bene comune. Marco Ivaldo ricorda la grande figura di Vittorio Bachelet, esempio di cristiano che si è impegnato e ha dato la vita per la “città dell’uomo”; e Luca Rolandi ricorda la rigorosa e profetica testimonianza di Giuseppe Dossetti.

Ricerca invece è la testata, e l’impegno, della rivista della Fuci (la federazione degli universitari cattolici, aderente all’Ac). Il numero doppio (5/6 2013) offre molti interventi sul crinale che divide-unisce fede e politica. Tre articoli (di Matteo Tarantino, Giampiero Mazzoleni e Domenico Pompili parlano delle novità e prospettive che nascono nella Chiesa e dalla diffusione dei “nuovi media”. E poi il ruolo della ricerca, i problemi della democrazia (parlamentare e no), la cultura capace di pensare il futuro. Nell’editoriale il condirettore Andrea Michieli ricorda che la comunicazione è sempre”relazione”. E perciò non debba essere troppo rapida o troppo emotiva (come accade spesso), ma piuttosto serena, leale, realizzata in un vero incontro e relazionalità, dalla quale non può mai essere del tutto assente l’amore.

Infine Il Segno. In realtà sono numerose le testate, soprattutto di matrice cattolica, che in Italia si chiamano “Segno”, a cominciare dal mensile dell’Azione Cattolica) o contengono la parola “Segno”, proprio nella convinzione che essa esprima in modo essenziale la “forma” della presenza cristiana nel mondo. Tra le varie pubblicazioni c’è anche “Il Segno della diocesi di Milano”. Il numero di agosto si apre con un editoriale di Giuseppe Grampa “In hoc signo vinces”. Seguono testi del cardinale Angelo Scola, del pastore valdese Paolo Ricca, della teologa Maria Cristina Bartolomei … e un’ampia rassegna delle attività diocesana, dalla cultura alla Caritas.

(a.bert.)

 

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