SERVITIUM: “Sora nostra madre terra” – IL SEGNO “Resilienza. Quando vince la vita” – ADISTA SEGNI NUOVI: sconfiggere il cyberbullismo – LA CIVILTA’ CATTOLICA: “come comunicare in una società polarizzata?”, REGNO DOCUMENTI: “Abusi di potere, di coscienza e sessuali” nella Chiesa

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È dedicato a “Sora nostra madre terra” il bellissimo fascicolo doppio (240/241 febbraio 2019) di Servitium, quaderni di ricerca spirituale la cui redazione ha sede a Sotto il Monte Giovanni XXIII. Introducono il tema Maria Cristina Bartolomei e Carla Danani che argomentano le ragioni per cui dobbiamo imparare a essere più attenti e grati verso la nostra “madre terra”, nello spirito di san Francesco … e del Vangelo. Da come sapremo rapportarci alla Terra dipenderà molto del nostro futuro…e non solo quaggiù. La Terra come promessa, sfida e dono, fino alla “Terra nuova della misericordia” (Giovanni Nicolini) alla “Terra dei fuochi e dei veleni” (Fabrizio Valletti), e alla “rivoluzione integrale ispirata all’ecologia integrale”, illustrata da Alberto Bosi nel bellissimo commento al libro di Giannozzo Pucci, La rivoluzione integrale. Idee e proposte ispirate dall’enciclica “Laudato sii”.

S’intitola “Resilienza. Quando vince la vita” Il Segno (il mensile della diocesi di Milano) di febbraio. E Sergio Astori (docente di psicologia alla Cattolica) spiega appunto che la resilienza è la capacità di difendersi e resistere agli urti e alle difficoltà della vita. E tutto il fascicolo, con diversi approcci e riflessioni, aiuta a capire come si debba e si possa resistere alle tante difficoltà della vita: con speranza, con fiducia nelle cose essenziali, con fede e amore. Un fascicolo che aiuta a vivere bene, grazie anche agli articoli concreti e incoraggianti di Giuseppe Grampa, Pino Nardi, Mario Delpini, Stefania Cecchetti, Marco Roncalli, Sergio Astori,…

La necessità di resistere e sconfiggere il cyberbullismo (specialmente via Internet, ma purtroppo presente persino nel linguaggio e nel comportamento di alcuni politici …) è ben sottolineata in un articolo di Andrea Rubera su Adista-Segni Nuovi n 6, di febbraio. Sullo stesso fascicolo arancione Luca Kocci ricorda Fabrizio Fabbrini, che fu uno dei primi obiettori di coscienza al servizio militare, e Giuseppe Gozzini che nel 1963 era stato il primo obiettore cattolico, anche lui condannato a sei mesi (e anche padre Ernesto Balducci, che lo aveva difeso).

Due temi, anzi due interrogativi, fra gli altri, arricchiscono il fascicolo 4047 (febbraio) de La Civiltà Cattolica: il primo è “come comunicare in una società polarizzata?”, il secondo è “come possono i cristiani contribuire a una sana democrazia e a un governo veramente popolare della nostra Italia?”. E, leggendo via via i testi si scopre che in fondo le domande sono collegate e meritano una risposta articolata, ma unitaria… e richiamano i cattolici ad una loro propria responsabilità di fronte al Paese: la responsabilità è quella di essere capaci di unire più che dividere, di cercare il dialogo sincero con tutti e di costruire insieme una casa in cui le persone riscoprono di essere fratelli e di poter–dover realizzare il bene comune (che è anche il miglior e più giusto bene per ciascuno).

Proprio in questa direzione invitava a camminare Papa Francesco nel discorso del 21 dicembre ai cardinali e ai superiori della curia romana, discorso pubblicato integralmente in apertura del fascicolo n 3/2019 de Il Regno Documenti. Il discorso affronta i temi delicati degli “abusi di potere, di coscienza e sessuali” e dell’ “infedeltà di chi semina zizzania, divisione e sconcerto nella Chiesa”. E conclude invitando a pensare al nostro destino comune, citando Paolo VI: “E’ l’ora in cui dobbiamo abituarci a pensare in maniera nuova la convivenza dell’umanità, in maniera nuova le vie della storia e i destini del mondo … Mai come oggi si è reso necessario l’appello alla coscienza morale dell’uomo! Il pericolo non viene né dal progresso né dalla scienza, il pericolo vero sta nell’uomo, padrone di sempre più potenti strumenti atti alla rovina e alla più importanti conquiste”.

(a.bert.)

 

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