“Nessuno, ma proprio nessuno, all’interno della Chiesa avrebbe mai potuto immaginare – né di fatto ha immaginato – quella che, col senno di poi, potremmo chiamare la grande rivoluzione ecclesiale del 2013: che un papa dei tempi moderni potesse rinunciare al ministero petrino, che i cardinali riuniti nelle Congregazioni Generali precedenti il Conclave si confrontassero con grande franchezza sulla situazione del cattolicesimo globale, che gli stessi, riuniti nella solenne Cappella Sistina procedessero all’elezione di un successore di Pietro proveniente dall’America latina e appartenente all’ordine dei Gesuiti, che l’eletto potesse assumere il nome mai così fortemente programmatico di Francesco. Eppure tutto questo è successo. E come non leggere, in un tale straordinario passaggio da Benedetto a Francesco, l’amorevole e fattiva presenza dello Spirito Santo nella vita della Chiesa? Sì, è così: siamo nei pressi di una nuova primavera della Chiesa”. Così, tra cronaca, speranza e profezia, si apre il fascicolo di Spirito e Vita (n 10, l’ultimo del 2014) con l’editoriale di Armando Matteo, cui seguono articoli e interventi di Felice Scalia, Dario Fridel, Grazia Papola, Giovanni Ferraressa, Patrizia Nocitra… La bella rivista di spiritualità, curata dalla congregazione di Gesù Sacerdote, testimonia le speranze che il Papa venuto dalla fine del mondo sta suscitando in tutta la Chiesa, soprattutto fra quei cristiani che hanno più a cuore la novità e la semplicità evangelica.
Anche un’altra rivista di spiritualità (adatta a religiosi, ma anche a laici!) come Horeb dedica l’ultimo numero del 2014 (n 69) al tema della comunione, alla voglia di comunità che rinasce; alle comunità reali e a quelle virtuali, ai beni comuni e alle nuove forme di solidarietà. E suor Anastasia, delle monache carmelitane di Gerusalemme, ricorda che “erano un cuore e un’anima sola”; e che la testimonianza della Resurrezione s’incarna, fin dal tempo degli apostoli nella dimensione comunitaria, fraterna… Certo la fraternità e il dialogo con l’altro è anche un impegno, una fatica; tanto più quando si realizza tra “diversi” per cultura, sensibilità, esperienze … Ma è proprio così che si manifesta una nuova fecondità, come testimonia non solo la vita delle comunità religiose, ma anche, ad esempio, quella di una comunità parrocchiale…
Sul numero di gennaio 2015 di Segno nel mondo, il mensile dedicato a tutti i soci adulti dell’Azione cattolica italiana, Ilaria Vellani ricorda l’importanza dell’idea e del ruolo della “città” nella vita degli uomini. Luogo “necessario” di convivenza degli uomini, le città possano diventare anche luogo d’incontro, di collaborazione, di “costruzione insieme”: perché ciò avvenga occorre “rammendare” le città per superare le fratture e costruire insieme un nuovo e moderno umanesimo! Numerosi articoli di riflessione spirituale, di approfondimento culturale e di analisi sui fatti di attualità arricchiscono la rivista, dalla valorizzazione delle nuove tecnologie a un servizio sulla “cittadella della pace” che, sulle colline di Arezzo, ospita giovani di tutto il mondo che provengono da luoghi in cui sono in corso gravi conflitti. E lì, sulle colline di Arezzo, persone che altrove si troverebbero (o già si trovavano…) in un conflitto mortale, scoprono le vie del dialogo, della collaborazione e dell’amicizia.
Sulla realtà e le prospettive dell’America latina, sia da un punto di vista economico e politico sia da quello religioso, l’agenzia Adista ha sempre fornito materiale molto interessante e di prima mano. Se ne può trovare conferma anche in questi giorni leggendo ad esempio il fascicolo di Documenti n 2/2015, in data 17 gennaio. Si possono leggere brani e documenti provenienti dalla Commissione Nazionale della Verità del Brasile, le citazioni del cardinale Evaristo Arns, l’eco delle scelte di dom Helder Camara (e, d’altra parte, l’eco della presenza di componenti reazionarie (il movimento Società Tradizione Famiglia e Proprietà e anche vescovi come Dom Sigaud e castro Mayer). Molto interessante anche l’ampio stralcio del recente documento dei preti dell’ “opzione per i poveri”
(a. bert.)