Attivarsi per la pace, non far correre, non dare nulla per scontato. Con questo spirito si muove il Coordinamento, nato da un incontro interreligioso, un anno fa – il 5 novembre 2022 – per cercare risposte di pace alla guerra tra Russia e Ucraina, promuove iniziative volte a diffondere un’idea globale di pace ispirata a giustizia sociale, rispetto di ogni differenza, tutela dell’ambiente. Impegno che ora si rafforza dinanzi agli orrori che stanno avvenendo in Medio Oriente.
“MARE MOSTRUM“ è uno spettacolo dal sapore di musical che da cinque anni gira la Campania per raccontare con la voce di chi è stato migrante il dramma, la violenza del viaggio, ma anche le speranze di vita nuova. Nasce nella parrocchia che da quasi tre decenni i comboniani hanno aperto a Castelvolturno, una missione impegnata nella tutela e promozione dei diritti degli immigrati e delle persone in difficoltà.
«Per me che sono nata in Marocco condividere questa esperienza, con ragazzi e ragazze provenienti dal cuore dell’Africa, ha contribuito ancora di più a rafforzare l’idea che le differenze di etnie, culture, religioni rappresentano una ricchezza per tutti». La poetessa Dalila Hiaoui è una delle promotrici di quell’affresco di umanità che è “Mare mostrum”, un racconto musicale capace di narrare la vita di chi approda sulle coste italiane. «Sono contenta perché la mia voce si è unita a quella dei ragazzi provenienti da Paesi che lottano per uscire dalla fame, dalla miseria e dalle guerre che sconvolgono e offendono la vita. Troppo odio, razzismo, guerre stanno infiammando la nostra madre terra», afferma l’artista marocchina.
Dalia Hiaoui è coautrice del testo di “Mare mostrum”, piéces ispirata alla storia dei popoli del Sud del mondo che propone un racconto tra musica, poesia, cinema e letteratura. Uno spettacolo i cui protagonisti sono giovani immigrati che spiegano perché hanno lasciato la loro terra, gli affetti, le famiglie, come hanno camminato nel deserto dove hanno visto morire di fame, sete e stenti i loro amici e la dura esperienza della prigionia, con le sue torture e le sofferenze.
Dalia si è immersa in questa avventura con tutta l’anima e il corpo, insieme all’Associazione Black and White di Castel Volturno e a padre Daniele Moschetti, missionario comboniano impegnato in una delle aree più complicate d’Italia, nel casertano, dove spesso la convivenza tra italiani e migranti, non è facile. Fuggire dalla fame, dalla sete, dalla miseria è un desiderio di tutti, un obbligo per tutti coloro a cui è negata la vita, un inno che emerge dai canti e dalle vite dei protagonisti dello spettacolo.
«Da quando è andato in scena Mare Nostrum sono cambiati i protagonisti dello spettacolo negli anni, mentre non cambia il meccanismo con cui si affronta la questione migratoria. Si continua a parlare di emergenza immigrazione, ma un’emergenza non può durare trent’anni!». Questa la denuncia di Salvatore Nappa, regista dello spettacolo.
Dietro le frontiere di acqua e filo spinato l’Europa sta diventando una fortezza che, per paura ed egoismo, respinge chi cerca pace, asilo, lavoro: una vita dignitosa.
Con l’intento di unire alla denuncia l’azione, il Coordinamento SOGNARE LA PACE ha presentato in apertura l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Fermare la Violenza alle Frontiere”: una iniziativa popolare espressamente prevista da un Regolamento Europeo con lo scopo di raccogliere un milione di firme, entro il 10 luglio 2024, per chiedere alla Commissione Europea un intervento legislativo che applichi, a tutela dei migranti e richiedenti asilo, l’articolo 4 dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea “NESSUNO PUÒ ESSERE SOTTOPOSTO A TORTURA NÉ A PENE O TRATTAMENTI INUMANI O DEGRADANTI “ e che promuova nuove politiche di immigrazione.
La serata è stata occasione per raccogliere le firme ma anche per invitare tutti a utilizzare gli strumenti normativi vigenti per vivere la cittadinanza europea dal basso.
Per chi fosse interessato ad approfondire e moltiplicare https://www.stopborderviolence.org/