CONSIDERAZIONI SUL CAMMINO SINODALE DELLA CHIESA ITALIANA
Il Cammino sinodale della Chiesa italiana giunto quasi alla metà del suo percorso ci sollecita ad alcune considerazioni di prospettiva.
1. La Sintesi nazionale della fase diocesana (agosto 2022), che ha dato conto della consultazione capillare in funzione del Sinodo della Chiesa universale (2023-2024), ci ha fornito un quadro seppure sintetico dei “nodi pastorali concreti” che riguardano le Chiese che sono in Italia.
2. La Sintesi ha fatto prendere coscienza, di “alcune annose questioni che affaticano il passo” delle nostre Chiese. Ne richiamiamo alcune che ci paiono di grande importanza: lo scollamento tra la pastorale e la vita reale; la formazione dei presbiteri; la necessità di rivitalizzare gli organismi di partecipazione; il superamento di una Chiesa costruita intorno al ministero ordinato per andare verso una Chiesa “tutta ministeriale”; gli abusi sessuali e di coscienza; rimettere al centro la Parola; la vita liturgica (omiletica, registro linguistico e gestuale, distanza celebrazione vita, …), la trasparenza amministrativa, la marginalità dei laici e in particolare delle donne.
3. Di fronte a questa mole di questioni la proposta dei Cantieri di Betania, pur configurandosi come un’icona significativa, è stata molto sfuocata e riteniamo non abbia favorito i necessari approfondimenti per operare un discernimento tra i molti nodi emersi dalla consultazione del primo anno. La consegna di “delimitare”, “approfondire” e “costruire” in un certo senso è stata in contraddizione con il mantenimento del metodo della “conversazione spirituale”, di qualche utilità nel primo anno, ma scarsamente utilizzabile per le tre azioni indicate che richiedevano analisi, valutazione critica e capacità di scelta consapevole.
4. Per il triennio che ci rimane da percorrere riteniamo che sarebbe utile superare la modalità del work in progress per definire la meta a cui pervenire nel 2025 e le questioni che si dovrebbero affrontare e sulle quali proseguire il confronto. La mancanza di un obiettivo ben definito, infatti, ha già depotenziato la partecipazione in questo secondo anno che sta per concludersi.
5. Gli scambi avuti al nostro interno e con molte altre realtà, sia sulla sinodalità sia su quanto sperimentato e vissuto fino ad ora, ci spingono a dare voce ad alcune aspettative, che esponiamo sinteticamente:
a) la meta conclusiva del Cammino sinodale dovrebbe essere un’assemblea sinodale alla quale affidare le “decisioni per il rinnovamento della realtà ecclesiale”;
b) l’assemblea sinodale riteniamo possa affrontare quelle questioni sulle quali può avere competenza diretta; tra quelle indicate nella Sintesi nazionale della fase diocesana e dal Dossier conclusivo dell’Assemblea continentale europea ci sembrano ormai ineludibili:
– l’esame delle azioni necessarie per l’implementazione di una Chiesa “tutta ministeriale”;
– le tensioni che attraversano la vita liturgica (omiletica, registro linguistico e gestuale, distanza celebrazione vita, …);
– le decisioni sul ruolo delle donne e sul loro coinvolgimento a tutti i livelli;
– la formazione dei presbiteri;
– l’iniziazione cristiana, che è attraversata da vari elementi di crisi;
– gli abusi di coscienza, di potere e sessuali;
– la corresponsabilità e partecipazione per una capillare creazione degli organismi di partecipazione;
– la trasparenza amministrativa ai vari livelli dalla parrocchia alla diocesi, con attenzione agli enti aggregati e con indicazioni per gli ordini religiosi.
Occorrerà considerare anche, al momento in cui sarà reso noto, quanto emerso dalla sintesi sul lavoro dei Cantieri.
6. Abbiamo ben presente che il confronto, la “libera discussione” (can. 465) sulle questioni elencate, come peraltro su altre, possono generare il conflitto. Crediamo sia necessario non lasciarsi prendere dalle paure, magari citando impropriamente la rottura della comunione ecclesiale, ma sia necessario saper gestire generativamente i conflitti che potrebbero sorgere in una dinamica di Chiesa realmente sinodale. Leggiamo, infatti, in Evangelii gaudium: “Il conflitto non può essere ignorato o dissimulato. Dev’essere accettato. Ma se rimaniamo intrappolati in esso, perdiamo la prospettiva, gli orizzonti si limitano e la realtà stessa resta frammentata. [… occorre] accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo” (nn. 226, 227). È un compito non facile, nei confronti del quale c’è una forte disabitudine nelle nostre comunità. Il Sinodo però, anche da questo punto di vista, può essere un tempo favorevole, che ci rimanda all’esperienza della comunità primitiva (Atti 15).
Parma, 18 maggio 2023
Associazione Viandanti
• Consiglio direttivo
(F. Ferrari, B. Bocchini, F. Castelli, F. Filiberti, G. Codrignani, P. Pesci, R. Tarasconi)
• Gruppo operativo
(E. Binini, G. Bizzi, E. Melegari, G. Vallara, F. Solchi, P. Volta)
Rete dei Viandanti – Hanno aderito:
Associazione “Città di Dio” – Invorio (NO)
Associazione Esodo – Venezia
Casa della solidarietà – Quarrata (PT)
Chicco di senape – Torino
Chiesa oggi – Parma
Comunità cristiana di via Germanasca – Torino
Finesettimana – Verbania (NO)
Fraternità degli Anawim – Roma
Granello di senape – Pistoia
Gruppo Davide – Parma
Gruppo per il pluralismo e il dialogo – Verona
Il filo. Gruppo laico di ispirazione cristiana – Napoli
In cammino: per le riforme di papa Francesco – Messina
Itinerari e Incontri – Fonte Avellana (PU)
Manifesto 4 ottobre – Brindisi
Oggi la parola – Camaldoli (AR)
Rivista “in dialogo” – Quarrata (PT)
Rivista “Il Gallo” – Genova
Rivista “l’altrapagina” – Città di Castello (PG)
Rivista “Quaderni biblioteca Balestrieri” – Ispica (RG)
Rivista “Tempi di Fraternità” – Torino