La critica sobria ma pungente di Sabino Cassese, “Il governo e un corso antico” (Corriere della sera). L’ironia di Giancarlo Giorgetti, “Le misure del decreto? Né di destra né di sinistra, sono populiste” (intervista al Corriere). Ma dice Marcello Sorgi: “Il decreto divide la sinistra” (La Stampa). Paolo Pombeni, “Decreto dignità. Mediazione che produce un pasticcio” (Sole 24 ore). Tommaso Nannicini, “Ma quale dignità. Quel decreto è lontano dai problemi del lavoro” (intervista a Repubblica). Alberto Orioli, “Boomerang per i precari” (Sole 24 ore). Pietro Ichino, “La dignità del lavoro non dipende dalla stabilità” (Corriere). Luca Ricolfi, “Gli occupati non i precari il nostro vero punto debole” (Messaggero). Guido Gentili, “Più che un cambiamento, un tuffo nel passato” (Sole 24 ore). Domenico De Masi, “I 5Stelle così si sgretolano” (intervista al Corriere). Stefano Fassina, “Gauche grillina” (colloquio col Foglio). Alessandro Robecchi, “Se mai esistesse una sinistra si infilerebbe nel dl dignità” (Il Fatto). Alfonso Gianni, “Economia e lavoro, un buon terreno per la sinistra” (Manifesto). Cesare Damiano, “Il decreto dignità non è solo chiacchiere e propaganda” (Il Dubbio). Susanna Camusso, “Ci vuole però altro per licenziare il jobs act” (Intervista al Corriere). Andrea Roventini, “Misure di buon senso per ridurre la precarietà” (Manifesto).