SULLA SCELTA DI GRASSO, SU “LIBERI E UGUALI”, SUI 5 STELLE

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Marcello Sorgi spiega la scelta di Grasso e avanza una previsione su cosa potrà accadere dopo il voto: “L’alternativa che nasce dalla fragilità” (La Stampa). L’intervista di Arturo Parisi a La Stampa: “Con Grasso i postcomunisti fanno una scelta rivolta al passato”. Emanuele Macaluso, su Il Dubbio: “Grasso, scelta sbagliata. Non dovevi accettare di fare il prestanome”. Stefano Folli: “La via di Renzi: dalla coalizione al Pd allargato” (Repubblica). Emilia Patta, “Centro-sinistra in cerca di un programma di coalizione” (Sole 24 ore). Pippo Civati: “Piero sarà garante delle candidature” (intervista al Manifesto). Nichi Vendola, “Da mediocri se ci uniamo solo per il voto” (intervista a Il Mattino”). Antonio Bassolino e Fabio Mussi, “Liberi, ma non così uguali” (colloquio con il Foglio). Claudio Cerasa: “Liberi e uguali a Grillo” (Il Foglio). Tommaso Montanari, “Le nuove battaglie di giustizia e libertà dopo il referendum” (Il Fatto). Biagio De Giovanni, su Il Mattino, torna a discutere di democrazia e 5 stelle (“Perché fermare la deriva illiberale”), replicando a Ernesto Galli Della Loggia (“Democrazia, eversione e 5 stelle”). E sui 5stelle Il Regno pubblica una recensione di Paolo Tomassone a un libro di Piergiorgio Corbetta: “Come cambia il partito di Grillo”.

 

 

 

 

 

 

 

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  1. Tra pochi giorni ricorre il 70° anniversario della Costituzione Italiana: Il 22 dicembre prossimo quello della approvazione della Costituzione Italiana da parte dell’Assemblea Costituente e il 27 dicembre quello della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e il 1 gennaio 1948 la sua entrata in vigore.
    E’ prevedibile che anche in questa occasione, come sempre avvenuto in passato, saranno molti i commenti e le dichiarazioni infarcite tanto di retorica quanto di genericità che comunque non serviranno a modificare due perplessità, forse non solo mie:
    1) sebbene il testo costituzionale gode oggi di una notevole popolarità, come testimoniano i frequenti richiami ad essa nel dibattito politico e nella comunicazione dei mass media, resta in me la convinzione che la Costituzione Italiana è più citata che conosciuta, più esaltata che compresa, non tanto e non solo da parte dei cittadini italiani, ma anche di coloro che sono chiamati ad attuarla, cioè il legislatore e tutte le istituzioni della Repubblica
    2) la Costituzione l’espressione di un “obbligo preventivo” stabilito dall’Assemblea Costituente, e come tale non può che guardare al futuro. La Costituzione è dunque un “progetto”, e una “promessa”, di un nuovo e più giusto ordine politico-sociale libero dalla paura e dal bisogno. Lo era ieri e lo è ancora oggi, nonostante i molti limiti di un processo lungo e travagliato di una progressiva “attuazione” della Costituzione, intesa come mantenimento delle “promesse” costituzionali.
    In sede di Assemblea Costituente Lelio Basso rispondendo alla critiche di Calamandrei su alcune proposte in discussione disse: “Finché non sarà garantito a tutti il lavoro, non sarà garantita a tutti la libertà, finché non vi sarà sicurezza sociale, non vi sarà veramente democrazia politica; o noi realizzeremo intensamente questa Costituzione, o noi non avremo realizzata la democrazia in Italia”.
    Credo che a questo si debba ritornare: alla necessità di guardare in profondità i contenuti fondamentali della Costituzione considerati nella loro inviolabilità e implicita solidarietà per farne il nucleo essenziale e irrinunciabile sia dei programmi di Governo delle forze politiche sia dell’iniziativa e dell’attività di quelle sociali.
    Il 70° anniversario della approvazione della Costituzione, che cade alla vigilia di elezioni politiche dagli esiti imprevedibili e preoccupanti, a questo richiama il legislatore, tutte le istituzioni della Repubblica, le forze politiche e quelle sociali: attuare il progetto e mantenere le promesse della Costituzione.
    Tutto accade e di tutto si discute in questa fase, che è già quella della campagna elettorale per le elezioni politiche di primavera, e in Lombardia anche quelle regionali: si costruiscono alleanze e si sanciscono divisioni a destra come a sinistra, più sulla base di posizioni politiche ed ideologiche che di credibili programmi di Governo. Per quanto è dato conoscere ad oggi, questi appaiono più come il libro dei sogni del Paese di Bengodi e molto meno come il tentativo di assumere e rispondere alle priorità del nostro Paese: istruzione, lavoro, salute, nonché come garantire l’inviolabilità dei diritti fondamentali e l’affermazione del principio della solidarietà di tutti verso tutti quali condizioni per garantire ad ognuno un’esistenza degna dell’uomo.

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