27 Agosto 2017
by Giampiero Forcesi
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CATTOLICI E POLITICA. FORMAZIONE, E POI AZIONE? TRE INTERVENTI

27 Agosto 2017

In una lettera all’Avvenire, Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa, riprende uno spunto di Franco Monaco, all’indomani della scomparsa di Giovanni Bianchi (“Cattolicesimo sociale, dove sei finito?”), e ripropone l’urgenza di ridiscutere la questione dell’impegno politico dei cattolici: “Azione politica e sociale dei cattolici: nodo urgente”. Su “Appunti Alessandrini” Agostino Pietranera sostiene che il compito di oggi deve comunque limitarsi al campo della formazione, e non alla prova delle Istituzioni che dovrà seguire (“Contaminazione virtuosa per il cattolicesimo democratico”). Ernesto Preziosi, parlamentare Pd, intervistato da Avvenire, spiega il senso dell’incontro nazionale che “Argomenti 2000” ha organizzato a Roma il 30 settembre “per un confronto tra credenti sull’agenda politica del Paese”, e sostiene che oggi “a fronte di un magistero sociale ricco e puntuale manca un’elaborazione culturale che diventi poi azione politica” (“Una convention per una presenza cattolica più incisiva”). Si vedano anche i recenti interventi di Giorgio Merlo e Franco Rossini già qui segnalati.

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2 Luglio 2017
by Giampiero Forcesi
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CATTOLICI E POLITICA SECONDO “APPUNTI ALESSANDRINI” E MONS. GALANTINO

2 Luglio 2017

Carlo Baviera,riprendendo spunti di Giorgio Merlo e di Savino Pezzotta, scrive con qualche ottimismo che sta ritornando la voglia dei cattolici di un impegno nella politica (“Si riparte!”, su Appunti alessandrini di qualche giorno fa). Agostino Pietranera, però, analizzando la vicenda del voto amministrativo ad Alessandria, muove una riflessione sconsolata sulla disgregazione della società civile e sulla sua incapacità di animare la vita politica (“Cumulo di macerie”, Appunti alessandrini del 1° luglio). Sul Sole 24 ore Nunzio Galantino, segretario della Cei, scrive: “Le circostanze nelle quali oggi il cattolico si trova a fare politica sono molto più complesse del passato. Ma questo non giustifica il continuare a camminare – pur militando legittimamente in compagini diverse – a ranghi sparsi senza il desiderio concreto di ritrovarsi per definire azioni comuni ispirate alla Dottrina sociale della Chiesa. I cattolici che sono in politica si conoscono tutti tra loro. Si conoscono per nome, cognome e storia politica. Possibile che si faccia tanta fatica a ritrovarsi insieme per non morire asfissiati e circondati da pacifica irrilevanza in un clima culturale che sembra inesorabilmente votato alla marginalizzazione dei valori evangelici e alla dittatura del pensiero unico?” (“I cattolici alla sfida della vita pubblica”, Sole 24 ore del 1° luglio).

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