27 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Si può amare la nostra Costituzione?

27 Dicembre 2012

 “È bastato accennare ai principi informatori della nostra Carta costituzionale perché s’accendesse immediatamente l’immagine d’una società molto diversa da quella in cui viviamo; perché si comprendesse la necessità che la politica riprenda il suo posto per realizzarla; perché si mostrasse che i problemi che abbiamo di fronte, se non trovano nella Costituzione la soluzione, almeno trovano la direzione per affrontarli nel senso d’una società giusta, nella quale vorremmo vivere e per la quale anche sacrifici e rinunce valgono la pena”. Seppur in ritardo, segnaliamo l’articolo di Gustavo Zagrebelsky sullo “show” di Benigni (“Si può amare la nostra Costituzione?”, “la Repubblica”, 22 dicembre 2012).

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19 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Benigni, la Costituzione e i principi della Casa comune

19 Dicembre 2012
di Franco Monaco

Riprendiamo l’articolo, apparso su Jesus di dicembre, scritto quando Roberto Benigni, alcune settimane fa, ha annunciato il suo show sulla Costituzione italiana (“La più bella del mondo”), andato poi in onda la sera del 17 dicembre

In una sua irruzione al TgUno delle 20, Benigni si è espresso così: «La Costituzione della Repubblica italiana è un libro straordinario, molto conosciuta da tutti e anche da alcuni politici (?!). Io che ho studiato il cielo dantesco dico che qui siamo nel cielo degli uomini, in uno dei punti più alti mai raggiunti. E ora che ci stiamo sperdendo dobbiamo cercare la strada, illuminando la via con i suoi dodici principi fondamentali. Questi principi sono belli e vivi, semplici da seguire, una delle più belle Costituzioni del mondo, viva come la cupola del Brunelleschi».

Sono convinto che si possa fare affidamento sul genio di Roberto Benigni nel fare conoscere e apprezzare agli italiani la nostra Costituzione. La più bella del mondo, come titola il programma tv da lui annunciato in quella circostanza. Così come gli è riuscita egregiamente la difficile impresa di illustrare e commentare da par suo, al grande pubblico, compreso quello meno erudito, la Divina Commedia. Benigni è la persona, l’artista più adatto. È uomo colto, dispone di una efficacia comunicativa senza eguali, sa divertire e, insieme, stimolare a riflettere e persino commuovere, evocando quel senso dell’universale umano che fa vibrare le corde profonde dell’animo di tutti e di ciascuno. Ve n’è un disperato bisogno nel tempo del disincanto, dell’accidia, del cinismo.

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