Già nel gennaio scorso Michele Ainis, sul “Corriere della Sera”, avvertiva che la cosiddetta riforma Renzi-Boschi-Verdini era “una riforma incompiuta sui ruoli e sui poteri”. Perché c’è il rischio di dover aspettare molto tempo prima che arrivino le numerose leggi ordinarie attuative dei 47 nuovi articoli della nostra Costituzione. Un ginepraio dove su molti aspetti decisivi il testo licenziato dal Parlamento non decide, o meglio, rinvia la decisione alla legge specifica che verrà. E’ quindi giusta la critica sollevata dal fronte del NO: infatti abbiamo troppi poteri in capo al governo e pochi contropoteri; forse qualche efficienza in più, ma poche garanzie per una democrazia che voglia essere rappresentativa della volontà popolare.