14 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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La storia sta dando ragione al cattolico adulto? Un articolo di Romano Prodi

14 Gennaio 2013

Si intitola “La politica e il ‘lievito’ dei cattolici” la lettera di Romano Prodi al direttore de Il Corriere della Sera pubblicata il 13 gennaio 2013. In essa l’ex primo ministro si sofferma sui rapporti fra Chiesa e mondo politico così come si sono presentati nelle ultime settimane e scrive: “L’aspetto più interessante (e a mio parere positivo) di tutti questi eventi è che nessuno sembra scandalizzarsi dell’esistenza di queste diversità di scelte e nessuno (come invece avveniva in passato) ha lanciato scomuniche o invettive”. E aggiunge:

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29 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Da Marco Tarquinio a Michele Serra (su Chiesa, cattolici, agenda Monti)

29 Dicembre 2012

Ugo Magri su La Stampa del 29 dicembre racconta l’accordo raggiunto nel convento delle suore dorotee (“Così è nato l’accordo sulla coalizione”). Un editoriale di Marco Tarquinio su Avvenire (“Nobiltà e pregiudizio”) replica a chi accusa di interesse l’apprezzamento della Chiesa nei riguardi di Monti: “Ebbene sì, un interesse c’è in chi vuol bene a questo Paese: quello di non sprecare un sacrificio e un millimetro dell’arduo cammino fatto. C’è

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29 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Le nostalgie democristiane delle gerarchie romane

29 Dicembre 2012
di Franco Monaco

Riproduciamo, in questo spazio più “interno” all’area della rete c3dem, l’articolo pubblicato il 29 dicembre 2012 su “Europa”, quasi a continuazione di un altro articolo uscito lo stesso giorno su “l’Unità” e anch’esso riprodotto nel nostro sito. L’autore è senatore del Pd e redattore della rivista “Appunti di cultura e politica”, pubblicata a cura dell’Associazione “Città dell’uomo”

 

Ci si interroga sul sostegno aperto delle gerarchie romane (sottolineo: romane) all’iniziativa politica di Monti. Una relativa novità. Nei lunghi anni che ci separano dal 1995 – anno spartiacque, coinciso con il grande convegno ecclesiale di Palermo – grosso modo il tempo dominato dalla figura controversa di Berlusconi, i vertici ecclesiastici hanno seguito un doppio binario: l’enunciazione della legittimità del pluralismo politico tra i cattolici italiani e il malcelato, pratico sostegno al centrodestra. Più esattamente: la diffidenza e persino l’ostilità verso l’Ulivo e il centrosinistra. Ne sa qualcosa Romano Prodi, che ne fu ferito anche sul piano personale. A lui non si perdonavano due cose: l’esercizio pratico dell’autonomia laicale e politica (da “cattolico adulto”, una bella formula legata al Concilio, la meta stessa della educazione cristiana dentro la modernità secolare, che fu significativamente bollata come espressione presuntuosa e polemica) e l’avere egli patrocinato e capeggiato uno schieramento di centrosinistra, l’Ulivo. Ulivo che per un verso sanciva l’agognato approdo a una democrazia sanamente competitiva e dell’alternanza dopo mezzo secolo di democrazia bloccata, per altro verso faceva segnare il carattere irreversibile dell’approdo al pluralismo politico tra i cattolici e l’esaurimento dello schema unitario. Prima nella Dc e poi nei suoi più esili epigoni, quali il Partito popolare di Martinazzoli.

Ora sembra che si vogliano sospingere indietro le lancette dell’orologio,

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28 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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FINO A QUANDO? Un comunicato di “Noi siamo chiesa”

28 Dicembre 2012

“Ancora una volta ci troveremo di fronte a Pastori il cui magistero sarà da disattendere per essere conseguenti con la nostra fede? Fino a quando?”. Così si chiude un comunicato di Noi siamo chiesa (Il Vaticano ha perso l’occasione di stare zitto). L’associazione, il cui coordinatore è Vittorio Bellavite, si pone molte domande, tra cui le seguenti: “Tutte le realtà presenti nel mondo cattolico impegnate sui problemi sociali, sulle questioni della laicità, nel volontariato, nel pacifismo attivo,

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4 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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I cattolici nei partiti

4 Dicembre 2012
di Salvatore Rizza

La questione romana (o cattolica) è ancora attuale. Sembra una maledizione: tutte le questioni in Italia iniziano, ma non si risolvono mai: la questione meridionale, la questione comunista sono questioni irrisolte e sono sempre lì a determinare progetti e polemiche. La questione romana è nata con la presa di Porta Pia e ha accompagnato 150 anni di storia che racconta l’unità d’Italia e le diverse modalità di apporto dato dai cattolici: dal non expedit, al Patto Gentiloni, alla Democrazia Cristiana, ai cattolici democratici, alla diaspora dei cattolici nei diversi partiti del panorama politico italiano, fino ai nostri giorni con gli appelli del Papa e del card. Bagnasco per una presenza dei cattolici in politica.

Che significato attribuire a questi ‘appelli’?

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10 Novembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Cristiani e società, cinquant’anni dopo

10 Novembre 2012
di Giorgio Campanini

Fra i “bilanci” ai quali inevitabilmente invita la ricorrenza del cinquantenario dell’avvio del Concilio Vaticano II vi è indub­biamente quello che fa riferimento alla presenza dei cattolici nel­la società italiana: forse in nessun ambito come questo si è verificato un radicale  mutamento di prospettiva, giacché si è passati da quella che fu definita “egemonia” a quella che è comunemente considerata quasi una “insignificanza”. Quali le ragioni di questo passaggio e come uscire – se la diagnosi è esatta – dall’insignificanza per tornare, se non ad una  impossibile “egemonia”, ad una significativa e qualificata? E’ a questo interroga­tivo che si cercherà di dare una risposta, con alcune essenziali considerazioni che, a partire dalla storia, vogliono poi offrire anche alcune linee di lettura dell’attualità.

Il complesso di tematiche che si riallacciano alle va­rie forme di presenza che il cattolicesimo ha conosciuto nella società italiana nei 150 anni di storia che decorrono dalla rag­giunta unità (1860) ad oggi richiederebbe evidentemente una se­rie di puntuali e documentate analisi, certamente qui non proponibili. Basterà dunque ripercorrere a volo d’uccello questo rapporto, a partire dall’elemento chiave che lo ha contrassegnato, e cioè  quella sorta di “pendolarismo” che ha caratterizzato la presenza dei cattolici nella società italiana sotto il profilo del loro rapporto con le istituzioni,

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