Per capire la prospettiva sperata dall’ala libera dei sostenitori di Renzi si veda il lungo articolo del viceministro dell’economia Enrico Morando su il Foglio: “Agenda per la nuova sinistra”. Giuseppe De Rita avverte la carenza di personalità di spessore tecnico e insieme di visione politica, e rimpiange la generazione dei Paronetto e dei Sebregondi: “La sintesi necessaria tra tecnici e politici” (Corriere della sera). Claudio Cerasa, su Il Foglio, riprende l’editoriale del giorno prima di Ezio Mauro su Repubblica: “Quel diavolo borghese della sinistra di Francia che non vota Macron”) e attacca i “banalizzatori dei populismo”: “La responsabilità delle elite nella proliferazione del qualunquismo populista”. Salvatore Vassallo sull’Unità: “Ecco perché il popolo dem si è identificato nel (nuovo) vecchio segretario”. Franco Monaco, “L’Ulivo riviva nel Campo progressista di Pisapia” (Huffington post). Il deputato pd Giorgio Merlo: “Il Pd deve scegliere: partito plurale o personale?” (Il Dubbio). Luca Diotallevi, su Avvenire: “In crisi di valori la politica riscopra l’arte di convenire”. Giovanni Orsina, “Democrazia in cerca di nuove forme” (La Stampa). Nadia Urbinati, “La visione di Di Maio alla prova di Harvard” (Repubblica). In un’intervista all’Avvenire una proposta di Michele Nicoletti dopo l’ennesima fumata nera: “Consulta, manca ancora un giudice. Ora tempi certi per l’elezione”. Carlo Calenda in un’intervista al Sole 24 ore: “Liberalizzazioni e industria 4.0, fase due per rilanciare la crescita”.
5 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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