Lo storico ed ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, paragona le prossime elezioni a quelle del 1919 ed evoca la marcia su Roma (“La storia e il futuro che i partiti non vedono”). Grande preoccupazione anche in Sergio Fabbrini sul Sole 24 ore di domenica: “Il buio oltre la siepe elettorale”. Ancora sul Corriere, Antonio Polito guarda a Mezzogiorno: “Qui fronte del Sud: la partita decisiva”, Ferruccio De Bortoli accusa di passività le classi dirigenti: “In silenzio verso il voto. Dov’è la classe dirigente?”, e il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, lancia un appello: “Basta promesse, avanti le riforme”. Federico Geremicca, su Il Secolo XIX, racconta di “Quel vento contrario che spaventa l’ex rottamatore”. Roberto Perotti inizia una serie di articoli sul costo delle promesse dei partiti: “Le promesse del Pd costano 56 miliardi” (Repubblica). Le riflessioni del sindaco di Macerata, Romano Carancini, in un colloquio col Corriere della sera: “Io sindaco nemico del popolo?”. Claudio Tito, su Repubblica, scrive: “5 stelle al bivio: ‘se stiamo fuori, scompariamo’”. Mauro Calise: “La politica non si fa senza curriculum” (Mattino). LAVORO: L’esperto Enrico Morelli su Repubblica: “Il robot non ci toglie il lavoro. Ingenuo pensarlo”. ESTERI: Domenico Quirico è in Niger e scrive: “Nel Niger che attende gli italiani. ‘Fermare i migranti? Perdete tempo’” (La Stampa). Romano Prodi: “Le due Coree e l’illusione olimpica” (Messaggero). Sul petrolio nel Mediterraneo scrive Gianluca De Feo: “Se dall’abisso può sgorgare una strada per la pace” (Repubblica).
12 Febbraio 2018
by Giampiero Forcesi
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