20 Maggio 2015
by Giampiero Forcesi
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I PARTITI, LA SCUOLA, I GIOVANI E LA CONSULTA

20 Maggio 2015

Partiti: Maria Teresa Meli, “I tre partiti dei dissidenti Pd” (Corriere della Sera); Marco Bascetta, “E’ tornato il delitto di lesa maestà” (Manifesto); Marcello Sorgi, “Elezioni regionali, guerra civile a destar e sinistra” (La Stampa). Scuola: Gastone Manacorda, “E’ giusto puntare sul merito. I sindacati? Non li capisco” (intervista al Messaggero); Pietro Reichlin, “La scelta del 5×1000 va lasciata libera” (Sole 24 Ore); Lorenzo Bini Smaghi, “Il dilemma del merito per la buona scuola” (Corriere della Sera); Gianna Fragonara, “Quei dirigenti contestati da tutti” (Corriere della Sera); Adriano Prosperi, “La riforma della scuola e il segno della sconfitta” (Repubblica). Pensioni, giovani e Consulta: Sabino Cassese, “Consulta e governo. La valanga che andava evitata” (Corriere della Sera); Sandro Brusco, “Redditi, il furto ai giovani” (Mattino); Enrico De Mita, “Perché una Consulta moderna è indispensabile” (Sole 24 Ore).

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13 Maggio 2015
by Giampiero Forcesi
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LA SCUOLA E LE PENSIONI

13 Maggio 2015

SCUOLA. Andrea Ichino, “Il boicottaggio e il rifiuto di misure oggettive” (Corriere della Sera); Maria Pia Veladiano, “Le prove della discordia” (Repubblica); Mario Rusconi, “Insegnanti autolesionisti” (intervista al Messaggero); Oscar Giannino, “La battaglia politica di chi boicotta il merito” (Messaggero); Attilio Oliva, “La scuola non può appartenere al sindacato” (Sole 24 Ore); Davide Faraone, “Hanno perso il lume della ragione” (intervista a  Repubblica). PENSIONI E CONSULTA. Il Foglio, “Una sentenza politica”; Sabino Cassese, “Le strade possibili della Corte” (Corriere della Sera); Enrico Morando, viceministro, riferisce alla commissione bilancio su governo e questione pensioni dopo la sentenza della Consulta.

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11 Maggio 2015
by c3dem_admin
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CONSULTA E GOVERNO, UN RAPPORTO DIFFICILE. E UNA CRITICA DI POMBENI

11 Maggio 2015

Romano Prodi, “Consulta e governo, un rapporto difficile” (Messaggero). Gustavo Zagrebelsky, “La Corte chiara sulle pensioni” (intervista alla Repubblica). Stefano Ceccanti, “Perché la sentenza della Corte sulle pensioni sembra sproporzionata e danneggia l’assunzione di responsabilità politica” (dal blog). Pier Carlo Padoan, “Pensioni. Pagheremo così” (Il Gazzettino). Paolo Pombeni, “La sfiducia nelle riforme aiuta l’immobilismo” (Sole 24 Ore): l’autore critica quella sinistra che punta alla “eguaglianza nell’immobilismo”. Stefano Folli, “La trappola del populismo” (Repubblica). Salvatore Vassallo, “Ora si cambi anche il Senato” (Quotidiano nazionale).

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17 Giugno 2014
by c3dem_admin
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Il “diritto incoercibile” di avere figli. Criteri per discuterne

17 Giugno 2014
di Mario Chiavario

 

La Corte Costituzionale ha pubblicato pochi giorni fa  le motivazioni della sentenza dello scorso aprile che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il divieto di fecondazione eterologa imposto dalla legge 40. La Corte sostiene che “avere figli è espressione della fondamentale libertà di autodeterminarsi”. Sulla sentenza, la n. 162/2014, della Consulta si sofferma l’autore, già docente di Diritto processuale penale all’Università di Torino e presidente dell’Associazione tra gli studiosi del processo penale.  

 

E così, sotto i colpi della Corte costituzionale, è caduto un altro tassello della legge 40 sulla procreazione assistita. L’“inseminazione eterologa”  – cioè praticata con i gameti di un ”donatore” esterno alla coppia, per lo più anonimo  – viene ad essere consentita, anche in Italia, «qualora sia stata diagnosticata una patologia che sia causa di sterilità o infertilità assolute ed irreversibili». Più ancora della conclusione specifica, ha però colpito un’affermazione di principio, racchiusa in un aggettivo usato dalla sentenza per definire il diritto delle persone ad avere figli: “incoercibile”.

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7 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Diritti delle coppie omosessuali: non c’è solo il matrimonio

7 Gennaio 2013
di Antonio D'Aloia

Pubblichiamo la versione integrale di un articolo uscito in forma breve su Near di dicembre, la rivista dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni. L’autore è professore ordinario di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Parma. Tra le sue pubblicazioni in tema di biodiritto, si segnalano: Biotecnologie e valori costituzionali. Il contributo della giustizia costituzionale (a cura di), 2005; Al limite della vita: decidere sulle cure, 2010; Profili costituzionali dei dati genetici, 2011; Il diritto alla fine della vita, 2012

 

Le domande che poste (E’ giusto considerare il matrimonio un diritto per gli omosessuali? Negarlo va considerata una discriminazione?) sono molto ‘dirette’, per quanto richiamino temi estremamente complessi e tormentati sul piano giuridico e sociale. Inoltre, sono domande inevitabilmente collegate: se infatti l’apertura dell’istituto del matrimonio agli omosessuali viene configurato alla stregua di un diritto costituzionalmente garantito (o comunque riconducibile al dettato costituzionale, alla stregua di altri ‘penumbra rights’), la conseguenza non potrà che essere quella di attribuire un carattere discriminatorio ad una legislazione che invece mantenga intatto il paradigma eterosessuale del matrimonio; cambiando prospettiva, se la premessa è quella di escludere che gli omosessuali possano rivendicare un ‘diritto’ di sposarsi, la previsione legale della diversità sessuale dei coniugi come presupposto di validità del matrimonio non può essere ritenuta una scelta discriminatoria.

Provo ad  andare subito al punto, senza poter indugiare, in questa sede, nella ricostruzione di quell’imponente processo che, negli ultimi 20 anni, ha portato l’omosessualità

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