11 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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PER UN VERO PATRIOTTISMO COSTITUZIONALE POPOLARE

11 Dicembre 2016

“Renzi ha peccato di arroganza, i suoi critici di disprezzo” dice Fulvio De Giorgi in un bell’articolo sull’Avvenire e invita ora a ripartire dalla Costituzione (“Il patriottismo che serve all’Italia”). Romano Prodi, in un articolo sul Messaggero, rivolto non solo allo scenario italiano, parla dell’esigenza di recuperare un riformismo forte (“I riformisti ritrovino la bussola, e gli elettori”). A Renzi Eugenio Scalfari chiede indubbiamente troppo: “Per essere uno statista Renzi studi Garibaldi e Cavour” (Repubblica). Anche Michele Serra, difendendo il suo Sì, rimprovera a Renzi avventurismo e prosopopea (L’amaca). I giuristi di sinistra, sostenitori del No, puntano a proseguire l’iniziativa in nome della Costituzione: così Gaetano Azzariti sul Manifesto (“Attrezziamoci a una lunga marcia”). Il sondaggio di Nando Pagnoncelli: “I 5Stelle due punti sul Pd” (Corriere della Sera). Mauro Calise, sul Mattino, riflette sulle chances di Renzi (“Regole del gioco, un’intesa difficile”). L’analisi del voto di Ipsos.

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9 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Cattolici e referendum

9 Dicembre 2016
di Franco Monaco

 

Se dio vuole, ci siamo messi dietro le spalle il referendum costituzionale che ha diviso il paese, il centrosinistra, il PD, le famiglie. E anche il mondo cattolico. Per un verso, lo si può considerare normale: è nella natura duale del referendum ed è giusto che da una comune ispirazione cristiana possano sortire diverse opzioni pratiche, come nel caso dei modelli istituzionali. Sta scritto chiaramente nella enciclica sociale “Centesimus Annus”: la Chiesa non si lega ad alcun modello istituzionale. Ferma restando la propria contrarietà ai regimi che manifestamente violino la dignità e la libertà della persona.

Sul punto ho avuto modo di esprimere il mio amichevole dissenso da Raniero La Valle che si è battuto per il no “in quanto cattolico”. Ciò detto, non va però sottaciuta la circostanza che, non fosse altro che per ragioni storiche legate al decisivo, qualificante contributo dei costituenti di parte cattolica alla elaborazione della nostra Carta fondamentale, i cattolici italiani, pur di diverso orientamento, hanno sempre coltivato uno speciale attaccamento ad essa. Riconoscendovi il segno di una ispirazione personalistico-comunitaria e dunque vitalmente cristiana.

Merita chiedersi il perché della divisione che si è prodotta.

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9 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Ripartire si deve

9 Dicembre 2016
di Guido Formigoni

 

Dopo una vicenda così inopinatamente dura e divisiva come quella referendaria, non è facile dire da dove e come si possa ripartire. Ci possono essere considerazioni diverse a diversi livelli: il paese, la politica, il nostro mondo culturale.

Rispetto al paese, non è difficile dire che occorre tornare a un minimo di normalità, dopo gli eccessi di questa vicenda referendaria. Occorre abbassare i toni, fare un governo che assicuri la normalità, curi il necessario adeguamento della legge elettorale, e torni a nuove elezioni con ragionevole calma e con tutti gli elementi per non far diventare l’appuntamento elettorale una nuova premessa di instabilità come nel 2013. Per fortuna, la stessa assenza della speculazione internazionale sul sistema italiano ci dà il segnale che non siamo all’ora della tregenda.

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8 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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È tempo di responsabilità per tutti

8 Dicembre 2016
di Pietro Lacorte

 

L’autore, Pietro Lacorte, medico, moroteo della prima ora e da decenni attivo in Puglia nelle fila del Meic e di “Agire politicamente”, critica l’inerzia di troppa parte dell’area cattolico democratica di base nell’attuale congiuntura sociale e politica, ed ora, all’indomani del referendum, invita a un impegno civile e politico per una “nuova democrazia” realmente rappresentativa delle varie fasce sociali del Paese

 

L’attuale momento politico post–referendario richiede massima attenzione da parte di ogni cittadino, il quale ha il dovere di partecipare attivamente alla vita politica per evitare che prevalgano i “mezzi di una democrazia plebiscitaria”.

Tali mezzi, secondo Weber, sono “assolutamente inadeguati come strumenti di selezione di funzionari specializzati e di critica delle loro prestazioni”.

Secondo lo stesso autore, “l’ascesa, lo sfavore e la caduta di un capo cesaristico si susseguono più facilmente senza pericolo di una catastrofe interna dove l’effettiva concorrenza di potenti corporazioni rappresentative mantiene senza interruzione la continuità politica e le garanzie costituzionali dell’ordinamento civile”. Weber sostiene ancora che “le condizioni fondamentali di una politica stabile sono costituite da un Parlamento forte, da partiti parlamentari responsabili, e quindi dalla loro funzione come sede di selezione e di prova dei capi delle masse come dirigenti statali”.

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6 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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UNA LETTERA DI FRANCO MONACO SUI DOVERI DEI CITTADINI. E ALCUNE NOTE ECCLESIALI

6 Novembre 2016

Franco Monaco riprende la proposta di Valerio Onida di un incremento temporaneo dell’imposta sui redditi per finanziare la ricostruzione dei territori terremotati (“La Costituzione e i doveri dei cittadini”, lettera al Corriere della sera). Nunzio Galantino, sul Sole 24 ore, difende il papa dalle critiche mossegli per l’attenzione data ai carcerati (“Il carcere e la fatica del perdono”). Reso noto il nuovo statuto della Pontificia Accademia per la Vita, voluto da papa Francesco: mons. Vincenzo Paglia parla di “Un disegno umanistico” (intervista alla Radio vaticana), e Sandro Magister titola: “Nuovo statuto … E ora via alle epurazioni”. Sul Foglio inizio di un’inchiesta di Mattia Ferraresi: “La Chiesa vive meglio nel mondo di Trump o di Hillary?”. Paolo Ricca, “La riforma protestante e le prospettive dell’unità” (intervista a Riforma); Adriano Prosperi, “La lezione di Lutero che non abbiamo mai imparato” (Repubblica); Fulvio Ferrario,500 anni dalla riforma. Il Cristo inattuale” (Il Regno). Paolo Rodari, “Il terremoto di Radio Maria” (Repubblica).

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19 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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UNO SPECIALE DE “IL MANIFESTO”: LE ISTITUZIONI SARANNO A IMMAGINE DI MATTEO RENZI

19 Ottobre 2016

Il Manifesto pubblica un numero speciale per motivare il No al referendum (e all’Italicum): Stefano Rodotà, “La Carta ci ha unito, con Renzi oggi ci divide”; Norma Rangeri dice che con le riforme renziane va “A processo il modello di società indicato dalla Costituzione”; Luigi Ferrajoli, “Un capo allo specchio. Le istituzioni saranno tutte a sua immagine”; Mauro Volpi, “Il Parlamento del Sì: da straccio a zerbino”; Lorenza Carlassare, “Non c’è più limite, l’equilibrio è spezzato”; Francesco Pallante, “Dieci sistemi diversi, nuove camere nel caos”; Massimo Villone, “Migliorare si può, e non c’è bisogno di cambiare la Carta”; Gaetano Azzariti, “Ripartire da una sola Camera”; Simone Pajno, “Lo Stato taglia il nodo e riduce il pluralismo”; Francesco Bilancia, “Il capo e la sua cerchia: un sistema su misura”; e, tra gli altri, Antonio Floridia che motiva la preferenza per il proporzionale: “Anno zero, equilibrio tedesco”. Sempre sul Manifesto una riflessione più ampia di Gianandrea Piccioli: “Con la morte della politica il crollo morale della società”.

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24 Agosto 2016
by Giampiero Forcesi
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La riforma costituzionale di un leader post-ideologico

24 Agosto 2016
di Mario Giuseppe Molli

 

Il dibattito sulla riforma costituzionale, purtroppo più elitario che pubblico e inevitabilmente incentrato su questioni tecniche di metodo e di merito, non sembra attualmente preoccuparsi di mettere in luce da cosa è ispirato l’impianto di riforma elaborato da Renzi e dal suo esecutivo. E’ a mio avviso possibile e interessante farne invece anche un’ermeneutica culturale, evitando gli aspetti tecnico giuridici, economici, su cui non ho competenze e che altri meglio di me hanno messo in luce. Lo farò da cattolico democratico, nell’ambizione di essere parte di quel cattolicesimo progressista che, in quanto tale, coltiva legittimamente punti di vista diversi, anche sulla riforma costituzionale. La mia sensibilità, il mio taglio, le mie lenti sono quelle di un cattolico democratico, fortemente segnato da una storia fatta di antifascismo, di attaccamento alla Costituzione, di grande attenzione al Concilio e al forte rinnovamento che ha innescato nel mondo.

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30 Luglio 2016
by Giampiero Forcesi
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Le ragioni del nostro NO

30 Luglio 2016
di Claudio Belloni e Giovanni Missaglia

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Gli autori sono docenti di storia e filosofia in due licei lombardi e sono in vario modo impegnati a livello culturale e politico (vedi nota in calce all’articolo)

 

Premessa 

La ragione delle ragioni è che cambiare la Costituzione non serve. Nessuno dei grandi problemi del Paese dipende dalla Costituzione. La bassa crescita economica e la spaventosa disoccupazione giovanile dipendono dalle politiche economiche e da fattori internazionali. La corruzione e la criminalità organizzata dipendono dal bassissimo senso di legalità. La fragilità del territorio dipende da dissennate politiche urbanistiche, dall’incuria, dalla mancata consapevolezza della centralità della questione ambientale. La gestione dei flussi migratori dipende da ragioni internazionali e da buone politiche locali. E così via.

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23 Luglio 2016
by Giampiero Forcesi
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L’enfasi costituzionalista nuoce alla Costituzione

23 Luglio 2016
di Sandro Antoniazzi

 

Negli anni ’90, lasciato momentaneamente il suo ritiro monacale, Dossetti, preoccupato della situazione italiana e da ipotesi che circolavano inerenti modifiche costituzionali, prese con autorevolezza la parola in pubblico. In quell’occasione lanciò la proposta di costituire Comitati per la difesa della Costituzione e intervenne poi più volte per affermare i valori della stessa, sia nei suoi contenuti, sia nel suo significato più profondo per l’unità del paese.

Dossetti spiegò che la Costituzione non era nata dalla Resistenza (tanto meno in una visione di parte, diciamo di sinistra), ma dalla presa di coscienza di cosa avevano voluto dire sei anni di guerra e dalla volontà comune di superare quella tragedia, aprendo una diversa prospettiva umana e democratica. Insieme richiamava che la Costituzione aveva per così dire costituito il patto fondamentale tra le grandi tradizioni ideali e politiche del paese (la cattolica, la comunista, la socialista e quella laica), garantendo la possibilità di sviluppo della società italiana, pur nelle grandi differenze politiche.

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8 Luglio 2016
by Giampiero Forcesi
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POLITICA ITALIANA: LA TEMPESTA QUASI PERFETTA

8 Luglio 2016

Diffusi i timori, se non le previsioni, di una crisi di governo. Fa il punto sul Sole 24 Ore Lina Palmerini: “Le premesse di una crisi politica e il rebus di una uscita di sicurezza che non c’è”. L’editoriale del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, si intitola “La tempesta quasi perfetta”. Claudio Cerasa consiglia al premier di provocare elezioni anticipate subito, prima del referendum: “Subito elezioni contro il partito della graticola” (Foglio). Sull’Unità Franco Marini scrive che “L’intero Paese deve schierarsi senza se e senza ma per il sì”. Il deputato dem Antonello Giacomelli, intervistato da Repubblica, dice: “Il no delegittima le Camere. Le elezioni sarebbero inevitabili”. Umberto Rosso riferisce: “Napolitano: riforme, non ci sarà una seconda chance” (Repubblica). Massimo Franco, sul Corriere, osserva: “Dem in affanno per raccogliere le ultime firme per il referendum”. Sempre sul Corriere un artico a quattro mani di Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera: “Il Centrodestra voti sì per non tradire lo spirito riformatore”. Livio Pepino sul Manifesto scrive: “La Costituzione bottino di guerra”. Su Il Fatto un’intervista all’Unità di Roberto Morassut: “Il Pd, non solo romano, è morto. E’ da rifondare”.

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