10 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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UNA LEGGE ELETTORALE MIGLIORE È IMPOSSIBILE FARLA? E IL PD LA VUOLE DAVVERO?

10 Maggio 2017

Una legge elettorale dignitosa, come chiede il presidente, davvero non si potrà fare per i veti incrociati, come torna a dire Stefano Ceccanti (“Nodi senza soluzione”, Quotidiano nazionale)? Oppure è il Pd di Renzi che preferisce lo status quo, come sembrano pensare in molti? Ieri sul Sole 24 ore Emilia Patta scriveva: “Legge elettorale, prove di dialogo Pd-M5S”; e Dario Franceschini, in un’intervista al Corriere della Sera, dichiarava: “Legge elettorale, a Berlusconi dico di farla con il Pd”. Oggi Paola Di Caro, sul Corriere, scrive: “Legge elettorale ‘tedesca’: dialogo Pd-Fi”; ma Marco Conti sul Messaggero annota: “Berlusconi ringrazia Franceschini. Ma chiude”. E Lorenzo Guerini, intervistato da La Stampa, dice: “Ultimo appello per Silvio. Ora deve dire se vuole scrivere le regole insieme”. Quanto al M5S, Giovanna Casadio su Repubblica riferisce: “Legge elettorale, offerta M5S al Pd”; ma Danilo Toninelli, intervistato dal Corriere, avverte: “Noi ci siamo; ma si vuole un altro patto del Nazareno”. La proposta del deputato Pd Gian Mario Fragomeli (quella che piace a Toninelli) la espone lo stesso Fragomeli sull’Unità: “Ecco come col mio ballottaggio metto d’accordo Pd e M5S”. Con ciò sembrano giustificati i due editoriali di Antonio Polito, sul Corriere (“Troppi bluff sulla legge elettorale”) e di Marcello Sorgi su La Stampa (“I due forni del leader Pd e i due forni”), e la nota ieri di Federico Geremicca (“La prova della verità per Renzi”). E non sembra aver torto Francesco Bei su La Stampa a dire che “Si prepara l’estate dei veleni”.

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1 Aprile 2017
by Giampiero Forcesi
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Congresso PD: i tre protagonisti, Renzi, Orlando…Franceschini

1 Aprile 2017
di Franco Monaco

 

Nutro simpatia per Michele Emiliano, per la sua presenza scenica, il suo spirito combattivo, la circostanza che egli dà voce alla questione meridionale da tutti negletta. E tuttavia, ai miei occhi, ciò non basta a compensare i suoi vistosi limiti politici: una vena populista, la difficoltà di leggere la cifra ideologico-politica della sua candidatura, la relativa estemporaneità di un’esasperata vis polemica che forse, più plausibilmente, avrebbe dovuto condurlo a una battaglia fuori dal PD. Spero non me ne voglia se dunque considero attori-protagonisti del “congresso” PD Renzi, Orlando e il convitato di pietra Franceschini che, oggi, sostiene Matteo.

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3 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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INVECE DI ANDARE A CASA IL PRIMA POSSIBILE…

3 Febbraio 2017

Leonardo Becchetti in un editoriale sull’Avvenire: “Invece di andare a casa il prima possibile (…) la nostra classe politica dovrebbe fare esattamente il contrario. Restare per tutto il tempo necessario e metterci la faccia in questo momento difficile per sudarsi e meritarsi la stima dei cittadini” (“La giusta fatica che serve all’Italia”). Tracce di ripensamento si notano ora in Matteo Renzi, come emerge dal colloquio con Massimo Franco sul Corriere della Sera: “Potrei non candidarmi a premier. Primarie poi il voto, oppure si va al 2018”. E Stefano Folli su Repubblica lo registra: “La lunga frenata sul voto anticipato”. Anche il renziano, ma schietto, Matteo Richetti dichiara a La Verità: “Renzi deve fermarsi, così porta il Paese a sbattere”. Avvertimenti vengono anche dal filosofo Sebastiano Maffettone sul Messaggero: “Il va dove ti porta il voto che snatura la politica”. Arturo Parisi, intervistato da Repubblica, critica la sinistra dem ma non è ben certo che Renzi abbia fatto davvero autocritica (“No a un’altra scissione. Una nuova alleanza nasce solo dal Pd unito”). Italia Oggi riporta il pensiero di Silvia Prodi: “Improponibile un nuovo Ulivo. No a elezioni e scissione”. Accorato appello di Livia Turco: “Quando il Pd attorno al tema della lotta alla povertà dedicherà un po’ di passione, un po’ di discussione, un po’ di tempo a girare tra le varie Caritas sarà un partito autorevole” (“Emergenza Pd”, Unità). Roberto Speranza, in un’intervista al Mattino, dice: “E’ l’ora della chiarezza. La via maestra resta il congresso”. Invece, sul Foglio, Claudio Cerasa incoraggia Renzi a… resistere (“La guerra dei settanta giorni”) e Mauro Calise dice all’Unità di avere ancora fiducia: “Pd è intero. Renzi resta leader”. Dario Franceschini fa la sua proposta: “Premio di coalizione e primarie per alleanza con centro e sinistra” (intervista a Repubblica).

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29 Maggio 2016
by Vittorio Sammarco
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REFERENDUM / PASQUINO, FRANCESCHINI, CASAVOLA, URBANI, MACALUSO, IGNAZI, BURGIO, DE MITA, D’ALIMONTE, VILLONE

29 Maggio 2016

Intervistato dal Fatto Gianfranco Pasquino dice: “Cacciari irresponsabile, si sottomette a Renzi”. Intervistato da Repubblica Dario Franceschini dice: “Il Pd usi il congresso non il referendum contro Renzi”. Sul Mattino Francesco Paolo Casavola scrive: “E’ triste il Paese in cui si dice ‘i buoni siamo noi’”. Ancora sul Mattino Giuliano Urbani dice: “Meglio una riforma mediocre che niente”. Emanuele Macaluso, sull’Unità, si chiede polemico (e incredulo): “Renzi davvero non vuole cambiare l’Italicum?”. Piero Ignazi, su Repubblica, critica Renzi perché non va a dialogare nelle periferie e tra operai e disoccupati là”Dove abitano i populismi”. Alberto Burgio, sul Manifesto, guarda sconsolato alle socialdemocrazie europee: “Sinistra perbene alla deriva”. Sul Sole 24 Ore Enrico De Mita parla di “Un plebiscito improprio sul governo”, mentre Roberto D’Alimonte parla di “Un binomio per la governabilità del Paese”. Sul Manifesto intervento di Massimo Villone: “Chi ha la maggioranza controlla il Parlamento”. ELEZIONI ROMANE: sul Manifesto le dichiarazioni del capo della lista civica per Fassina, Michele Dau (“Il Pd rinuncia all’inclusione sociale”), e il parere di Roberto Weber: “Il sindaco di Roma sarà la Raggi” (intervista a Italia Oggi).

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27 Aprile 2015
by c3dem_admin
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“RIBELLATEVI ALL’ITALICUM”

27 Aprile 2015

Ilvo Diamanti vede nell’Italicum una sorta di opzione per il premierato: “E intanto avanza il premier Italicum” (Repubblica). Ma Roberto d’Alimonte dice: “Premier più forte ma nessun presidenzialismo” (Sole 24 Ore). Stefano Fassina, intervistato dal Fatto: “Il metodo Renzi sfascia Pd e Paese”. Invece Dario Franceschini si appella a Bersani e dice “Basta con i toni apocalittici” (intervista a Repubblica). Comunque, “Un elettore su due dice no all’talicum”, fa osservare Nando Pagnoncelli sul Corriere. Giuliano Ferrara loda Augusto Barbera (di cui giorni fa abbiamo riportato l’audizione alla Camera) e scrive: “Barbera contro i mamelucchi che fanno guerra fanatica all’Italicum” (Il Foglio). Di Augusto Barbera è anche un’intervista a formiche.it (“Minoranze poco decorose sull’Italicum”). Mauro Calise: “Ma le riforme non frenano i ras dei voti” (Mattino). Stefano Folli guarda alle aspettative delle opposizioni: “Il pressing sul Colle per l’ultimo soccorso” (Repubblica). Mattia Feltri, sul Gazzettino, ricorda “Quando Prodi disse: ‘Cambieremo il Porcellum’”. Stefano Ceccanti fa il (suo) punto: “Italicum. Sette obiezioni che non reggono” (Il Giorno). Infine una lettera-appello di un gruppo brindisino in difesa della Costituzione: “Appello al Parlamento. Ribellatevi all’Italicum” e una lettera aperta ai parlamentari di Grazia Portoghesi Tuzi.

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8 Maggio 2014
by c3dem_admin
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“GRILLO E’ PRIMO TRA I GIOVANI”. POI FRANCO, CIVATI, POMBENI, TOCCI…

8 Maggio 2014

Ampio sondaggio di Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera con dati di notevole interesse: “Grillo è primo tra i giovani”. In un forum dell’Arel Romano Prodi e Enrico Letta guardano allo stato dell’Europa: ne scrive Massimo Franco, “Quei populismi destinati a vincere per poi spaccarsi” (Corriere della Sera). Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore si sofferma su “L’ex cavaliere indebolito ma ancora indispensabile”. Pippo Civati, intervistato dal Manifesto, dice: “Guardiamo solo a destra. Non vado via, ma è il Pd che ora va da un’altra parte”. Paolo Pombeni, sul nuovo periodico on line che dirige (www.mentepolitica.it ), si sofferma sulle riforme istituzionali: “Presidenzialismo? Niente tabù, ma vari problemi”. Sul decreto lavoro il dissenso di Walter Tocci: “Il mio voto in Senato sul decreto lavoro”, e il commento di Alberto Orioli sul Sole: “La via difficile per un lavoro più moderno”. Dario Franceschini alla Fiera del Libro di Torino: “Mangiare con la cultura? La strada obbligata” (La Stampa).

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