Il territorio italiano è fragile, lo si sapeva da sempre.
Nel 1933 Arrigo Serpieri, alto tecnocrate del regime, varò il Testo Unico sulla “Bonifica Integrale”. Nel 1937 al Congresso di Roma dell’Istituto Italiano di Urbanistica, Cesare Albertini (tecnico comunale di Milano) e Gustavo Giovannoni (padre della conservazione urbana) affrontarono la pianificazione rurale. Nel 1946, in piena Ricostruzione, Amos Edallo (dirigente della sezione urbanistica del comune di Milano) pubblicò “Ruralistica” presso Hoepli, promossa da noti architetti come Giovanni Muzio e Gio Ponti, chiedendo che la ricostruzione delle città partisse dalla campagna.