7 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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RISCHIO DI UNA DERIVA DEMAGOGICA E DI UN’ALTERNATIVA INESISTENTE

7 Novembre 2016

“E’ evidente che la sinistra ha fallito. Il problema è che, dopo aver ucciso la ‘vecchia’, nessuna Leopolda ci ha ancora spiegato quale sia, e soprattutto se debba esistere, una ‘nuova’ sinistra”. Così Massimo Giannini conclude su Repubblica la requisitoria della settima Leopolda renziana (“Il capolinea della sinistra”). Giovanni Orsina, su La Stampa, critica Renzi per la sua politica da spaccone e da gigione e per aver agito finora ‘a credito’ in quanto privo di un passato che giustificasse la sua presenza al vertice del paese, e però conclude con queste parole: “Se il gigione spaccone debitore dovesse fallire, quali alternative ci propone una politica debole, divisa, e assediata dall’antipolitica?” (“La trappola del calendario”). Così pure Massimo Adinolfi sul Mattino (“Il nuovo Pantheon e l’ambizione di cambiare il Paese”), ma più propenso a sostenere Renzi. Marco Follini, sul Corriere, dice cose non dissimili da quelle di Orsina nell’articolo “La riforma costituzionale e la sua deriva demagogica”. Sergio Fabbrini, nel difendere la riforma costituzionale, arriva però a dire che “è discutibile la pretesa che i cittadini possano risolvere questioni di tecnica istituzionale”, e quindi sostiene che il referendum in questo caso è un’opzione sbagliata (“La sfida di istituzioni efficaci”, Sole 24 ore). Maurizio Ferraris si interroga sui rapporti tra democrazia e verità (“Tutto l’umanesimo che serve per salvare la democrazia”, Repubblica). Gianni Cuperlo spiega il suo Sì dopo l’accordo sulla riforma dell’Italicum: “Voglio essere coerente. A Matteo chiedo lealtà” (Intervista al Corriere). La delusione di Roberto D’Alimonte: “Il nuovo Italicum dem? Luci e ombre. Se vince il No ritorna il proporzionale” (intervista al Messaggero). Mauro Calise fotografa “Il premier al rush finale” (Mattino).

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6 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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I DOVERI DEL FRONTE DEL NO

6 Novembre 2016

Lo storico Giovanni De Luna sostiene, su La Stampa, che i sostenitori del No dovrebbero dire che governo potrebbe nascere dalla caduta del governo Renzi (“Referendum, i doveri del fronte del No”). Per Massimo Franco, sul Corriere della Sera, la vittoria del Sì potrebbe essere pericolosa per Renzi quanto la vittoria del No, perché manterrebbe l’Italicum com’è e aprirebbe la strada ai Cinquestelle (“Gli analisti non esagerano le ricadute del referendum”). Intanto la sinistra dem si divide: Emilia Patta sul Sole 24 ore scrive. “Cuperlo verso il Sì, ma i bersaniani attaccano”. Sul Foglio il già bersaniano Umberto Minopoli scrive: “Il grande errore del mio amico Bersani”. Ernesto Galli Della Loggia critica, sul Corriere della sera, la sinistra antiriformista e gli ex democristiani del fronte del No (“Referendum, la doppia battaglia”). Sulla Leopolda renziana scrivono Claudio Cerasa sul Foglio (“Renzi, la Leopolda e il modello scala mobile”), Massimo Adinolfi sul Mattino (“Leopolda, l’ultima sfida di chi ha cambiato la sinistra: rifare la politica”), Stefano Folli su Repubblica (“Una convention con tante crepe. Il premier stretto nella sua tenaglia”). Un’intervista di Raffaele Marra, pietra dello scandalo nel governo cinque stelle di Roma, al Fatto quotidiano (“Perché non sono io l’uomo nero di M5S”).

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3 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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VALERIO ONIDA: PER IL SISMA IL GOVERNO VARI UN AUMENTO TEMPORANEO DELL’IMPOSTA SUI REDDITI

3 Novembre 2016

Valerio Onida, riprendendo sul Corriere della Sera un articolo di qualche giorno fa di Mauro Magatti (“Solidarietà e innovazione per farci sentire più sicuri”), critica l’approccio del governo Renzi ai drammi del terremoto, dicendo che, invece di distribuire rassicurazioni e illusioni a buon mercato, meglio sarebbe far approvare una legge speciale che introduca un aumento temporaneo dell’imposta sui redditi, e far ricorso così alla solidarietà di tutti i cittadini (“Una politica di ampio respiro, non di sole rassicurazioni”). In qualche modo simile, ma non universalistica, la proposta di Gianni Cuperlo sull’Unità (“Dopo il sisma, una proposta”). Di un altro ordine, più modesto ma utile e pratico, il suggerimento di Dario Di Vico, che ricorda come i borghi appenninici siano in crisi da tempo e si vadano spopolando di giovani (“Un futuro alle imprese”, Corriere della sera). Un intervento di Giuliano Pisapia su Repubblica: “Il mestiere di sindaco, garante della comunità”.

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24 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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LA FEBBRE DEL PD

24 Ottobre 2016

Sergio Fabbrini sul Sole 24 Ore sostiene che se in Italia vincesse il No si aprirebbe la strada verso il ritorno al proporzionalismo, “ma, soprattutto, a Bruxelles l’Italia tornerebbe a contare come il due di coppe” (“Il valore europeo delle riforme”); e in un’intervista al Corriere Trentino dice: “Più gente possibile a votare Sì o l’Italia non uscirà dallo stagno”. E pure Federica Mogherini, sul Corriere della Sera, scrive de “I molti meriti della riforma”. Gianni Cuperlo, che sabato aveva detto al Corriere della Sera “Spero in un’intesa seria”, a proposito del comitato di 5 membri del Pd per ridiscutere l’Italicum, domenica intervistato da Sergio Staino sull’Unità dice: “Mi impegnerò a fondo ma ognuno nega le ragioni dell’altro”. Lapidario, ormai, Pierluigi Bersani: “Il Pd di Renzi è finito. Il prossimo segretario lo scelgano gli iscritti” (intervista a Repubblica). Vannino Chiti sull’Unità esorta: “Non spacchiamo il Pd”. Stempera gli eccessivi ardori dei contendenti Gianfranco Pasquino (pur sostenitore del No) sul Corriere: “L’esame di democrazia dopo il referendum”. Goffredo Bettini sull’Unità sostiene il Sì: “Pd, leader forte e spinta dal basso”. Il leader dei metalmeccanici Cisl, Marco Bentivogli, a Italia Oggi rivela: “Per il Sì i metalmeccanici Cisl”. Massimo Villone sul Manifesto ironizza sul sostegno di Obama a Renzi (“Taci il Ministero degli Interni ti ascolta”). Michele Prospero, ancora sul Manifesto, ironizza sull’astensione di Fabrizio Barca e altri (“Il peso di una scheda bianca”). Massimo Adinolfi sul Mattino prova a spiegare la preferenza dei giovani per il No (“Perché i giovani hanno paura di cambiare”).

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12 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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GIANNI CUPERLO: TEMO UNA ROTTURA DEL NOSTRO MONDO

12 Ottobre 2016

Gustavo Zagrebelsky risponde a Eugenio Scalfari: “Tempo di oligarchie e di chiarimenti” (Repubblica). Gianni Cuperlo, intervistato dal Corriere della Sera: “Temo una rottura del nostro mondo. Il partito non è più una comunità”. Due interviste di Pierluigi Bersani: a La Stampa, “Renzi sia più umile. Non è il nuovo Prodi”,  e all’Unità, “Non farò scissioni. Ma così stiamo tirando la volata alla destra”. Piero Fassino: “Se vince il No il partito implode” (intervista al Messaggero). Il Foglio, “Che cosa intende Renzi quando parla di scissione dopo il referendum”. Federico Geremicca, “Pd, le ragioni che allontanano la scissione” (La Stampa). Claudio Petruccioli, “Il vecchio Pc è ancora vivo e crede di avere il Santo graal” (intervista a Il Dubbio). Alessandro Trocino, “Quanto conta la minoranza del pd” (Corriere).

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10 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL POSSIBILE EQUILIBRIO TRA RAPPRESENTATIVITÀ E GOVERNABILITÀ

10 Ottobre 2016

Romano Prodi sul Messaggero prova a dire “Come ritrovare la fiducia necessaria per la ripresa”; Biagio de Giovanni, sullo stesso giornale, declina “Lo scontro di civiltà che dilania l’Occidente” tra chi vuole muri e confini e chi no; Enrico Letta, intervistato su Repubblica, sostiene che “Il nazionalismo è una trappola. L’Europa rafforza anche gli Stati”.  In Italia siamo alla “Quasi scissione” del Pd (intervista di Gianni Cuperlo a La Stampa); Federico Geremicca parla di “Una strada sempre più stretta”. Luigi Berlinguer sul Mattino lamenta: “Basta con il cupio dissolvi della sinistra”. Sul Corriere Giorgio La Malfa e Massimo Andolfi sostengono il No (“Il problema italiano non sono le istituzioni”), mentre Pietro Ichino sull’Unità dice che “Gli argomenti a sostegno del No spingono a votare Sì”. Sergio Fabbrini riflette sulla necessità di “Una democrazia governata, per pesare in Europa” (Sole 24 ore). Stefano Passigli, sulla legge elettorale, indica “Il possibile equilibrio tra rappresentatività e governabilità” (Corriere della Sera). Per Roberto D’AlimonteSenza ballottaggio coalizioni fragili” (Sole 24 ore). Eugenio Scalfari torna su democrazia e oligarchia: “In democrazia sono pochi al volante e molti i passeggeri” (Repubblica).

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3 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL VOTO IN UNGHERIA. LA DEUTSCHE BANK. IL “NO” AVANTI NEI SONDAGGI, SPECIE AL SUD

3 Ottobre 2016

Renzo Guolo sul voto in Ungheria: “Indebolita la politica dei muri” (Trentino). Dice Franco Venturini: “La partita con l’est è ancora aperta, la Ue non giochi in difesa” (Corriere della Sera). Romano Prodi sul Messaggero per il caso Deutche Bank: “La Germania alla prova delle regole uguali per tutti”. Alberto Quadrio Curzio sul Sole 24 Ore: “Investimenti e flessibilità, una strada obbligata”. Nando Pagnoncelli, “Il No al referendum è avanti, al 52%. Al Sud la maggioranza dei contrari” (Corriere della Sera). Mauro Calise sul Mattino: “La pancia del no, i contenuti del sì”. Giovanni Sabbatucci sul Messaggero: “Perché non sarà una dittatura della maggioranza”. Sul Manifesto un’intervista a Aldo Giannuli, già consigliere di Davide Casaleggio: “Se i 5 Stelle vogliono governare comincino a preparare la squadra”. Per Cesare Mirabelli, intervistato dal Messaggero, è “Incostituzionale il contratto per la sindaca e i consiglieri M5S a Roma”. Sul Giorno il pd Matteo Parrini: “Ipotesi di un nuovo Italicum”. Dice Gianni Cuperlo: “Matteo ci dimostri che fa sul serio. Il doppio turno così non ha senso” (intervista a Repubblica). Un intervento di Stefano Parisi sul Corriere della Sera: “Perché serve una destra liberale e popolare”.

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26 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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BERLUSCONI, I 5 STELLE, IL REFERENDUM, LA SINISTRA

26 Settembre 2016

GLI 80 ANNI DI BERLUSCONI: tra i molti un articolo sull’Espresso di Marco Damilano finisce col dire che, tramontato Berlusconi, la sinistra si è decomposta: “era l’antiberlusconismo il confine che teneva tutti compatti”, “dopo il crollo dell’ex Cavaliere è diventata una missione impossibile per la sinistra italiana dire chi siamo” (“Dopo di lui non siamo più noi”). Numerosi i giudizi negativi sugli ultimi sviluppi del M5STELLE: Sebastiano Messina, “La democrazia apparente del Movimento Cinque Stelle” (Repubblica); Massimo Franco, “Un’altra rivoluzione dall’alto” (Corriere della Sera); Mauro Calise, “M5Stelle, il ritorno del partito proprietario” (Mattino); Federico Geremicca, “Una mozione di sfiducia al Direttorio” (La Stampa). REFERENDUM: l’Avvenire pubblica le risposte a 5 domande rivolte a Stefano Ceccanti (“Il Paese diventa più semplice. E i contrappesi sono intatti”) e ad Ugo Di Siervo (“Torna il vecchio centralismo. I diritti sociali sono a rischio”); la spiegazione della riforma in 35 slides di Luciano Violante; un articolo sull’Unità di Walter Verini (“Una riforma che favorisce la stabilità e argina i populismi”); l’opinione di Giuliano Ferrara sul Foglio (“Quelli del No hanno deciso di spararsi sui piedi e non capisco perché”); anche Gianfranco Pasquino tocca il tema, in un intervento sul Corriere della Sera: “L’estrema semplificazione rende il populismo debole”. LA SINISTRA: Dibattito sul Manifesto: Piero Bevilacqua, “Declino della politica di lotta e di governo”; Alberto Burgio, “Patologie democratiche al pettine del populismo”; Daniela Preziosi, “’Porte aperte’, la Sinistra pensa al dopo referendum”. E Gianni Cuperlo scrive al premier: “Caro segretario, da compagno a compagno…” (Unità).

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31 Agosto 2016
by Giampiero Forcesi
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RENZI, D’ALEMA E CUPERLO. IL CARD. MARTINI, CL E IL DIACONATO FEMMINILE

31 Agosto 2016

Paolo Pombeni: “Renzi e la stagione del dialogo” (Sole 24 ore). Massimo Franco, “Gli ostacoli all’unità cercata dal premier” (Corriere della Sera). Emilia Patta,Riforme. Si riapre la partita nel Pd” (Sole 24 ore). Domenico Cirillo,Piano D’Alema: riforma breve e condivisa se vince il No” (Manifesto). Sull’Unità Gianni Cuperlo recensisce un libro su Occhetto: “Perché aveva ragione Occhetto”. A 4 anni dalla morte del card. Martini l’Avvenire pubblica un dialogo tra Paolo Cortesi e Filippo Rizzi: “Così Martini cambiò le vite dei brigatisti”. Agostino Pietrasanta, su Appunti alessandrini, commenta la cosiddetta svolta di Cl: “Comunione e liberazione, i conti con la storia”. Ludovica Eugenio su Adista n. 29 racconta: “Dalle parole ai fatti: nasce la Commissione per il diaconato femminile. Con qualche promettente sorpresa”.

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21 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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MATTEO RENZI E IL PD DOPO IL VOTO

21 Giugno 2016

Stefano Folli, “Gli elogi del premier ai vincitori, ultima arma contro gli avversari interni” (Repubblica); Maria Teresa Meli, “Il premier vuole una segreteria politica e pensa a Martina, Zingaretti e Rossi” (Corsera); Emilia Patta, “Dal premier nessuna apertura sull’Italicum”; e Stefano Ceccanti all’Avvenire dice: “Italicum, unico antidoto ai governissimi”.  Sul che fare: Alfredo Reichlin, “La svolta necessaria” (Unità); Vannino Chiti,Caro Matteo, il Pd è tutto da rifare” (intervista a Il Dubbio); Gianni Cuperlo, “Nelle periferie ci guardano come marziani” (intervista a La Stampa); Piero Fassino, “Il premier ascolti di più e affidi il partito a un suo vice” (intervista a Repubblica).

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