1 Settembre 2018
by Giampiero Forcesi
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1 Settembre 2018
Nella “Lettera al popolo di Dio” nella quale, lo scorso 20 agosto (pochi giorni prima dell’uscita delle dichiarazioni di mons. Viganò), intervenendo sul drammatico tema degli abusi sessuali nella Chiesa, ha sostenuto che non sarà possibile una conversione dell’agire ecclesiale senza la partecipazione attiva di tutte le componenti del Popolo di Dio, papa Francesco ha messo in stato di accusa il clericalismo: “un modo anomalo di intendere l’autorità nella Chiesa”, lo ha chiamato, che “annulla la personalità dei cristiani”. “Il clericalismo, favorito sia dagli stessi sacerdoti sia dai laici, genera una scissione nel corpo ecclesiale – ha aggiunto Francesco – che fomenta e aiuta a perpetuare molti dei mali che oggi denunciamo. Dire no all’abuso significa dire con forza no a qualsiasi forma di clericalismo”. Nei giorni seguenti hanno scritto sul tema: padre Ghislain Lafont (“Clericalismo?”), il quotidiano La Croix (“Clericalismo. Idee per cambiare sistema”), Rosanna Virgili (“Il clericalismo patriarcale e la riscoperta del padre”), Rocco Buttiglione (“La forma del tradimento della Chiesa è il clericalismo”). SUL “CASO VIGANÒ”: Gianni Valente, “L’Operazione Viganò, Francesco e gli orchi” (Vatican Insider); Massimo Faggioli, “Il cattolicesimo negli Stati Uniti e il tentato golpe contro Francesco” (Huffington post); Matteo Matzuzzi, “La guerra civile nella Chiesa” (Foglio); Andrea Tornielli, “Viganò: Benedetto non volle sanzioni pubbliche perché McCarrick era in pensione” e “Chaput: ho chiesto al papa di annullare il Sinodo dei giovani” (Vatican Insider).
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