30 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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LEADERISMO, SELEZIONE AL RIBASSO, SOCIETÀ CIVILE DISUNITA

30 Gennaio 2018

“Il leaderismo è l’unico strumento d’ordine che ancora rimanga alla politica italiana” sostiene Giovanni Orsina in una nota su la Stampa (“La strategia del controllo delle liste”). Marco Olivetti, su Avvenire, indica i limiti più gravi di questa campagna elettorale (“Ciò che ancora manca alla nostra democrazia”). Paolo Macry, sul Mattino, indica “Il male comune della selezione al ribasso”. Per Giuseppe De Rita il nostro è “Un elettorato incapace di sentimenti condivisi” (Corriere della sera). Matteo Renzi rilascia una intervista a Il Foglio: “Il 4 marzo è un match point contro Grillo”. Massimo Gramellini racconta la storia dell’ammiraglio in lista con il M5S: “Incredibile ma Veri” (Corriere della sera). ECONOMIA E LAVORO – Su Repubblica Roberto Perotti scrive: “Flat tax, la proposta pericolosa”. Mariana Mazzucato, in un’intervista al Sole 24 Ore: “Rivitalizzare il ruolo dello Stato”. Tiziano Treu sul Sole: “Più spazio agli accordi aziendali”.

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18 Novembre 2017
by Giampiero Forcesi
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MANUALE PER POLITICI COSTRETTI ALLE COALIZIONI

18 Novembre 2017

Sabino Cassese, sul Corriere della sera, offre un sensato “Piccolo manuale per politici ‘costretti’ alle coalizioni”. Sul Messaggero Luca Ricolfi traccia i contorni delle “Due sinistre al bivio tra nostalgia e tutela”, mostrando scarsa stima per quella che chiama SP (la Sinistra Purosangue) e indicando al Pd i tre temi su cui deve darsi da fare. Marcello Sorgi, su la Stampa, si dice certo che accordi a sinistra non ce ne saranno e le sinistre perderanno entrambe: “Le due sinistre e la frattura ormai irrecuperabile”. Simile il giudizio di Piero Ignazi: “Quella sinistra divisa da programmi e poltrone” (Repubblica). Arturo Parisi: “Renzi si è mosso tardi. La coalizione si può fare anche senza i bersaniani” (intervista di ieri al Corriere della sera). Franco Monaco: “Serve una lista dell’Ulivo che affianchi quella del Pd. Anche Prodi è d’accordo” (intervista al Corriere della sera). Sul fronte di Campo Progressista Emilia Patta scrive: “Parte da testamento biologico, ius soli e superticket la trattativa con Pisapia” (Sole 24 ore). Roberto Speranza (dopo le notizie di stampa: “Pd-Pisapia, Prodi pontiere”, E. Patta sul Sole 24 Ore) lancia un monito: “Cari Prodi e Veltroni, non è più tempo di appelli, servono fatti” (intervista a La Stampa). Antonio Floridia, sul Manifesto, fa due conti e dice: “Uniti con il Pd si perde”. Francesco Verderami, sul Corriere della sera, guarda al dopo voto: “Saranno di partito o di coalizione? L’inedito scenario delle consultazioni”. Intervista di Luigi Di Maio, reduce dagli Usa, a La Stampa: “Faremo come Trump”. Sul Foglio David Allegranti riferisce: “Orsina spiega perché Berlusconi dice bugie ma è più credibile di altri”. Saggia riflessione di Marco Ruffolo, l’altro ieri, su Repubblica: “In politica non si vince con lo sberleffo al perdente”.

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7 Novembre 2017
by Giampiero Forcesi
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SICILIA. COMMENTI AL VOTO

7 Novembre 2017

Sui risultati del voto in Sicilia (qui i dati elaborati dal CISE della Luiss) alcuni commenti: quelli inviati agli amici da Stefano Ceccanti (Pensierino sui commenti, e Note sugli aspetti istituzionali); quello del blog del dem Dario Parrini (“Dalle elezioni in Sicilia arrivano tre conferme”); la e-news di Matteo Renzi; due interviste di Arturo Parisi (“Leadership di Renzi senza alternative”, all’Avvenire; “Matteo non può candidarsi a premier”, al Mattino); Dario Franceschini, “No a rese dei conti. Creiamo un’alleanza” (intervista al Corriere della sera); Luigi Zanda, “Matteo, pensaci: due ruoli ora sono troppi” (intervista a Repubblica); Alfredo D’Attorre, “Renzi ascolti il Paese e faccia un passo indietro” (intervista al Manifesto); Mauro Calise, “La democrazia nel buco nero del non voto” (Mattino); Alessandro Campi,La sfida è a due. Si allontanano le larghe intese” (Messaggero); Giovanni Orsina, “L’alchimia che ha deciso la sfida” (la Stampa); Lina Palmerini, “Il debole argine populista tra sinistra divisa e Berlusconi alleato dei sovranisti”; Ezio Mauro, “La sinistra che non c’è” (Repubblica); Antonio Polito, “Il tramonto di un progetto” (Corriere della sera); Stefano Folli, “Il voto utile e quello disperato” (Repubblica); Massimo Franco, “Il vicolo cieco di un partito alla ricerca di capri espiatori” (Corriere); Marco Tarquinio, “Quello che non torna” (Avvenire); Norma Rangeri, “Le dimissioni di un uomo solo allo sbando” (Manifesto); Claudio Cerasa, “La nuova percezione di Berlusconi. Storia di una rivoluzione” (Foglio).

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4 Ottobre 2017
by Giampiero Forcesi
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L’AVVENTURA CATALANA

4 Ottobre 2017

Il sindaco, o la sindaca, di Barcellona, Ada Colau ha rilasciato a Concita Di Gregorio su Repubblica un’intervista in cui dice anche alcune cose belle e intelligenti sulle qualità di chi governa (“Dopo le violenze, con Rajoy non si può trattare. Il Psoe deve sfiduciarlo”); ma sul nodo centrale della questione ai suoi argomenti deboli risponde molto bene Marco Olivetti, su Avvenire (“La storia non è solo cozzo d’assolute volontà”). Sull’Avvenire interviene anche Leonardo Becchetti (“Risposta sbagliata al problema vero”). Stefano Ceccanti, su Democratica: “Catalogna, l’avventurismo di una minoranza”, Alessandro Campi sul Messaggero: “Le forzature delle minoranze con l’alibi dell’identità”. Giovanni Orsina su La Stampa: “La Lega si perde nel labirinto dei populismi”. Eugenio Cau su Il Foglio racconta prima “Gli antisecesionisti” e poi “L’egemonia secessionista”. Aldo Garzia sul Manifesto (a difesa di Madrid): “Madrid-Barcellona, tutto è cambiato in 40 anni”. Infine, guardando oltre, Timothy Garton Ash: “Alle radici del populismo” (Repubblica).

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1 Settembre 2017
by Giampiero Forcesi
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A ZIG ZAG TRA DESTRA E SINISTRA

1 Settembre 2017

Una sconsolata intervista di Enrico Letta a Il Giornale: “Con la politica ho chiuso. I partiti sono finiti, sono solo privilegio”. E’ di qualche giorni fa una stringente previsione, di Piero Ignazi, di cosa accadrà con le prossime elezioni politiche: “Perché la palla passa alla destra” (Repubblica). Visione di taglio ben diverso quella di Antonio Floridia sul Manifesto, che chiede che resti il proporzionale e ci sia una sinistra unita oltre il Pd: “La pericolosa nostalgia delle coalizioni”. Di coalizioni e di Sicilia scrive anche Roberto D’Alimonte:Al test siciliano la tenuta delle coalizioni” (Sole 24 ore). Giovanni Orsina indica “Gli ostacoli sulla sfida dell’autunno” (La Stampa). Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, fa il punto sul governo:“La ripresa economica non va sprecata. Dalla manovra allo ius soli mesi intensi” (intervista al Sole). Claudio De Vincenti parla di governo e di sud: “L’azione per il Mezzogiorno. Una sfida ai potentati locali” (Corriere). Mauro Calise analizza la linea dei 5 stelle “Se M5S va a zig zag tra destra e sinistra” (Il Mattino). In un colloquio su Il Foglio Sabino Cassese indica le cause dell’attuale scarsa partecipazione politica degli italiani: “Gli italiani e la politica”.

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18 Luglio 2017
by Giampiero Forcesi
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“RAGIONARE O È FINITA”

18 Luglio 2017

Dopo l’articolo di Massimo Recalcati di ieri su Repubblica (“L’odio per Matteo e il lutto della sinistra”), che Matteo Renzi ha definito bellissimo nella sua enews settimanale, il quotidiano romano pubblica tre interventi: Roberto Esposito (“Escalation di rancori, tutti ne hanno colpa. Ragionare o è finita”), Guido Crainz (“Buone alcune riforme, ma la narrazione alla lunga ha deluso”) e Tommaso Montanari (“Solo contro tutti. Matteo è vittima di uno schema”). Su La Stampa Giovanni Orsina fa un esame interessante e impietoso della più generale crisi della sinistra, e, in particolare, del fallimento del Pd e di Matteo Renzi (il titolo però è fuorviante: “La rivoluzione che serve alla sinistra”). Il Foglio pubblica un lungo articolo di Giorgio Tonini, senatore autorevole del Pd, che motiva una critica economica e politica alla posizione di Renzi sul fiscal compact (“Fiscal compact, avanti. Critica alla proposta renziana”). Ancora sul Foglio Giuliano Ferrara offre la sua versione de “L’incredibile suicidio del Pd”.

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27 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PER IL PD C’È UN “MODELLO PADOVA”?

27 Giugno 2017

Guido Crainz, su Repubblica, addebita a Renzi di non aver riflettuto sulla sconfitta al referendum (“Chi ha sottovalutato il no al referendum”). Stefano Folli, sempre su Repubblica, deplora che “Renzi punta più di prima su se stesso, l’unico di cui si fida”, e gli intima: “E ora dimenticare Palazzo Chigi”. Ancora su Repubblica Walter Veltroni dice: “Renzi deve cambiare passo. Ormai il mio Lingotto è lontano. Il Pd non ha più identità”, e Ilvo Diamanti analizza il voto (“C’era una volta la ‘zona rossa’”). In un’intervista al Corriere della sera Andrea Orlando dice: “I nostri stanno a casa o ci votano contro. Tavolo con le altre forze per la ricostruzione”. Epperò Matteo Renzi replica in un’intervista al Quotidiano nazionale che “A sinistra si perde”. Maria Teresa Meli conferma sul Corriere la linea di Renzi: “Il leader dice addio al modello Prodi”. Anche Massimo Adinolfi dubita dell’unità a sinistra: “Uniti si vince nei comuni ma non si governa” (Il Mattino). E persino Michele Serra, nella sua Amaca, è scettico e racconta quale è a suo avviso il vero “capolavoro politico” di queste elezioni. Anche il politologo più renziano, Mauro Calise, dubita che Renzi possa uscire dal cul du sac in cui è finito (“Se basta un tweet per cambiare un ciclo politico”, Mattino). Giuliano Ferrara sul Foglio ci scherza su: “Il Royal Baby a rischio Royal boh!”. Paolo Pombeni sembra dare qualche ragione a quanti, tra gli elettori, non vanno a votare convinti che in fondo i governi sono tutti uguali (“L’indebolimento dei Democratici come ‘partito di insediamento’”). E’ Giorgio Tonini, in un’intervista all’Avvenire, a provare invece a indicare la possibile direzione di marcia del Pd renziano, richiamandosi alla vittoria a Padova: “Il modello sia Padova. Matteo deve rilanciare. E non ceda a patti interni”. Sulla vittoria del centro-destra scrivono in molti, tra cui, su La Stampa, Giovanni Orsina (“Un’alleanza in cerca d’identità”) e Ugo Magri (“Centrodestra: vittoria con i voti M5S”). Alla domanda “E ora che succede?”, su La Stampa, provano a rispondere tre politologi: Alessandro Campi, Nadia Urbinati e Gianfranco Pasquino.

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14 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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SUL POPULISMO. E SUL POPULISMO A 5 STELLE

14 Giugno 2017

Sulla svolta annunciata da Grillo e dalla Raggi in tema di migrazioni e di rom (“Basta migranti, svolta 5 stelle”, Corriere della Sera), intervengono criticamente Sebastiano Messina, “Le olimpiadi del populismo” (Repubblica); Massimo Franco, “Un movimento legge e ordine che ora attenua l’antieuropeismo” (Corriere della Sera); Marco Tarquinio, “Con quale coscienza” (Avvenire); Francesco Bei, “Ma il sistema Italia regge l’urto” (La Stampa). Di populismo scrive anche Biagio De Giovanni, “Dall’Europa all’Italia i populismi frenano perché privi di prospettiva” (Messaggero); ma per Giovanni OrsinaI populismi non sono sconfitti”, né in Italia né in Francia (La Stampa); e lo stesso per Giuliano Amato, intervistato dal Corriere: “Il populismo non è sconfitto. La terza via per la sinistra è stato un fallimento”. Marco Follini in un’ampia intervista a Il Dubbio riprende il tema della caduta populista in Italia e dice: “I populisti sono solo il sintomo, la crisi italiana è profonda e di sistema”.

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14 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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DOPO IL PRIMO TURNO: IL PD, LA SINISTRA, I 5STELLE, LA DESTRA

14 Giugno 2017

Matteo Renzi dice a Repubblica: “Pronti alle alleanze ma non rifarò l’Unione di Prodi”. E però “Pisapia chiama in campo Prodi” (Monica Guerzoni, Corriere della Sera). Dice il dem Matteo Ricci al Corriere della Sera: “Serve un asse con chi votò sì al referendum, da Tosi a Pisapia”. Pippo Civati si lamenta: “Ma il Pd ci tratta come un fastidio” (intervista al Manifesto). Dice Leoluca Orlando: “Partiti senz’anima. Vince il civismo” (intervista al Corriere della sera). Dice Andrea Orlando, a La Stampa: “Il Pd non è autosufficiente. Apriamoci alle liste civiche”. Norma Rangeri (Manifesto): “Lista civica, ultimo rifugio della sinistra”. Alberto Asor Rosa, “La sinistra ora dia risposte ai temi sollevati dai 5 stelle” (intervista a Il Fatto). SUL RISULTATO ELETTORALE DEL M5S, dice Federico Geremicca: “Il territorio che frena il Movimento” (La Stampa); ma Ilvo Diamanti: “Meglio non vendere la pelle del Grillo” (Repubblica); e Mauro Calise: “Alle politiche sarà tutta un’altra storia” (Mattino); ma Sebastiano Maffettone insiste: “Cinque stelle senza classe dirigente” (Messaggero). E LA DESTRA? Piero Ignazi, “Pd, se il nemico viene da destra” (Repubblica); Giovanni Orsina, “Il cavaliere elemento di stabilità: paradossale ma è così” (a Repubblica); Stefano Folli,L’eternità di Berlusconi”; Francesco Verderami,La strategia del Cavaliere” (Corriere della Sera).

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6 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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GLI UMORI POPOLARI

6 Maggio 2017

Giovanni Orsina, “La classe politica non può appiattirsi sugli umori popolari” (intervista a La Stampa). Alessandro Campi, “Se il populismo resta in agguato” (Mattino). Matteo Richetti,Pisapia ha votato Sì. Ora deve scegliere tra noi e D’Alema” (intervista a La Stampa). Nando Pagnoncelli, “Sondaggio. I dem tornano a superare i  5 stelle” (Corriere della Sera). Ernesto Galli Della Loggia, “Il Pd di Renzi, un’identità ancora da costruire” (Corriere della sera). Franco Marini, “Il Pd che serve al Paese” (Unità). Claudio Cerasa, “E adesso fate come in Francia” (Il Foglio). FRANCIA.  Joseph Stiglitz, “E’ Macron l’ultima chiamata per l’Europa” (intervista al Corriere della sera). Mauro Zanon, “E poi en marche!” (Il Foglio). Pietro Del Re, “No al voto dell’odio, ma il moderno Macron spaventa i cattolici tradizionalisti” (Repubblica). Renzo Guolo, “L’Islam orfano della gauche in campo contro l’incubo razzismo” (Repubblica). Marco Bentivogli, “Il sonno della Cgil francese dà carburante alla destra lepenista” (Il Foglio). Marine Le Pen, “Io, mio padre e il papa” (intervista di Aldo Cazzullo sul Corriere).

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