Mi sembra che il testo di Guido Formigoni pubblicato da c3dem (Nella crisi del Pd la crisi di un modello di democrazia) non tenga presente un dato centrale: per funzionare in modo decente una grande democrazia deve disporre di almeno uno di questi due fattori: un sistema forte dei partiti (pochi partiti, disciplinati e ben coalizzabili) e/o incentivi istituzionali forti.
L’Italia disponeva sino al 1989 del primo dei due fattori, in modo per alcuni aspetti analogo a quello della Germania, anche se da noi l’alternanza non era ancora possibile. Il sistema trovava un suo equilibrio nella rotazione interna alla coalizione di maggioranza: prima soprattutto tra le correnti della Dc, finché essa raccoglieva il 40% dei voti, e poi anche con gli altri partiti. La Francia, che invece non disponeva di un partito perno di forza analoga e che aveva necessità di prendere decisioni forti a causa del suo maggiore ruolo internazionale, aveva surrogato la debolezza dei partiti con le nuove istituzioni forti del 1958-1962, un doppio meccanismo maggioritario in grado di strutturare il sistema.