Era iniziato come “commento” all’articolo di Guido Formigoni “Il cristiano, i muri, i ponti”, pubblicato sul nostro sito qualche giorno fa. Ma poi è diventato … un articolo. E come tale l’autore ce lo ha inviato
Guido Formigoni sollecita e stimola. Al solito. E spesso lo fa volando alto. Questa volta trova naturali agganci nella battuta di Bergoglio sul miliardario americano Trump, candidato per i conservatori repubblicani alla presidenza degli Usa. Un Tea Party scolorito, che ignora l’insegnamento sociale della Chiesa e confonde la Rerum Novarum con il Capitale di Marx.
Formigoni non è da ora, e non è il solo, che lancia appelli agli ultimi giapponesi cattolici democratici, rinchiusi e sparsi a difesa dei propri piccoli territori, per farli uscire dal proprio guscio e spingerli a lavorare insieme in un cantiere culturale aperto. Per evitare fraintendimenti ripeto: culturale. Un cantiere riconoscibile, identificabile e possibilmente vociante aggiungo io. Uscire dall’autoreferenzialità appagante, ma ininfluente, che caratterizza la galassia associativa del cattolicesimo democratico italiano, per incontrarsi, dialogare, con-dividere e chiarire, diventa così il primo e più significativo passo di una proposta ambiziosa, politicamente “post-unitaria” e senza nessuna nostalgia di ripescare il Padre Sorge della “… ricomposizione dell’area cattolica”.