Finalmente il ministro degli Esteri Gentiloni è intervenuto a chiarire quello che stava diventando un vero e proprio mistero politico: quello dell’intervento militare italiano in Libia. Le sue parole sono state apparentemente rassicuranti: sull’attesa di una «eventuale richiesta di sicurezza del governo libico», sulla necessità quindi di un interlocutore locale unitario e credibile, sulla volontà di coinvolgere il parlamento su ogni decisione e sul rispetto della costituzione italiana. Certo che una settimana di voci e indiscrezioni delle più autorevoli testate informative europee e internazionali difficilmente possono essere derubricate a gossip giornalistici di una stampa scorretta che abbia qualcosa contro il manovratore. L’ipotesi che nelle cancellerie internazionali i discorsi preparatori e la progettazione molto più specifica in tema militare siano comunque molto avanzati non è affatto da escludere, anche dopo questa precisazione, che allenta almeno la preoccupazione immediata e la nebbia informativa.