“In papa Francesco quello che di definitorio sembra assente riemerge – e perfino con maggiore forza radicale – nel dato di esperienza. Non sarà che, sotto uno stile discorsivo, stia in realtà un non esibito, ma saldo, fondamento antropologico e teologico di nuovo tipo, più che una debolezza teoretica?”.
Questo l’interrogativo che l’autore, professore emerito di Letteratura cristiana antica all’Università Cattolica, si pone nelle conclusioni dell’editoriale dedicato all’enciclica “Fratelli tutti” e pubblicato nell’ultimo numero di “Appunti di cultura e politica”, rivista bimestrale dell’associazione “Città dell’uomo”, edita dalla Morcelliana (qui il sommario).
Lo riproduciamo qui integralmente per concessione dell’autore