28 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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Ragionando intorno al voto di Parma

28 Giugno 2017
di Carla Mantelli

 

L’autrice è insegnante nelle scuole superiori e componente del Circolo Il Borgo di Parma, ed è stata consigliera comunale dal 2002 al 2012

 

E’ dal 1998 che a Parma il centrosinistra non riesce più a governare la città. Da allora sono state messe in campo candidature di alto calibro e molto connotate politicamente per appartenenza all’Ulivo e poi al Pd. Questa volta si è puntato su un candidato civico scelto attraverso primarie di coalizione in grado di raccogliere consensi trasversali. Lo hanno appoggiato tre liste, due civiche e una del Pd. Ma il risultato è stato lo stesso: una schiacciante sconfitta.

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27 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PER IL PD C’È UN “MODELLO PADOVA”?

27 Giugno 2017

Guido Crainz, su Repubblica, addebita a Renzi di non aver riflettuto sulla sconfitta al referendum (“Chi ha sottovalutato il no al referendum”). Stefano Folli, sempre su Repubblica, deplora che “Renzi punta più di prima su se stesso, l’unico di cui si fida”, e gli intima: “E ora dimenticare Palazzo Chigi”. Ancora su Repubblica Walter Veltroni dice: “Renzi deve cambiare passo. Ormai il mio Lingotto è lontano. Il Pd non ha più identità”, e Ilvo Diamanti analizza il voto (“C’era una volta la ‘zona rossa’”). In un’intervista al Corriere della sera Andrea Orlando dice: “I nostri stanno a casa o ci votano contro. Tavolo con le altre forze per la ricostruzione”. Epperò Matteo Renzi replica in un’intervista al Quotidiano nazionale che “A sinistra si perde”. Maria Teresa Meli conferma sul Corriere la linea di Renzi: “Il leader dice addio al modello Prodi”. Anche Massimo Adinolfi dubita dell’unità a sinistra: “Uniti si vince nei comuni ma non si governa” (Il Mattino). E persino Michele Serra, nella sua Amaca, è scettico e racconta quale è a suo avviso il vero “capolavoro politico” di queste elezioni. Anche il politologo più renziano, Mauro Calise, dubita che Renzi possa uscire dal cul du sac in cui è finito (“Se basta un tweet per cambiare un ciclo politico”, Mattino). Giuliano Ferrara sul Foglio ci scherza su: “Il Royal Baby a rischio Royal boh!”. Paolo Pombeni sembra dare qualche ragione a quanti, tra gli elettori, non vanno a votare convinti che in fondo i governi sono tutti uguali (“L’indebolimento dei Democratici come ‘partito di insediamento’”). E’ Giorgio Tonini, in un’intervista all’Avvenire, a provare invece a indicare la possibile direzione di marcia del Pd renziano, richiamandosi alla vittoria a Padova: “Il modello sia Padova. Matteo deve rilanciare. E non ceda a patti interni”. Sulla vittoria del centro-destra scrivono in molti, tra cui, su La Stampa, Giovanni Orsina (“Un’alleanza in cerca d’identità”) e Ugo Magri (“Centrodestra: vittoria con i voti M5S”). Alla domanda “E ora che succede?”, su La Stampa, provano a rispondere tre politologi: Alessandro Campi, Nadia Urbinati e Gianfranco Pasquino.

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18 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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IUS SOLI. IL VALORE DELLA CITTADINANZA

18 Giugno 2017

Eraldo Affinati, “Quelli come Khaliq” (Avvenire). Paolo Gentiloni intervistato da Mario Calabresi su Repubblica: “Un atto di civiltà, approvare ora lo ius soli”. Nadia Urbinati, “Ius soli, la politica divisa e il valore della cittadinanza” (Repubblica).  Invece Luigi Di Maio: “Pensiamo ai disoccupati, non allo ius soli” (intervista a Libero). Replica Chiara Saraceno, “L’alibi dei diritti sociali” (Repubblica). Le riflessioni di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera (“Migranti, critiche sensate e paranoie identitarie”) e di Alessandro Campi sul Messaggero (“La cittadinanza non basta per garantire l’integrazione”). Un’intervista di Marco Tarquinio al Quotidiano nazionale: “Grillo, il cattivismo non paga, e la xenofobia porta pochi voti”. Un’intervista a mons. Gian Carlo Perego: “La chiesa è a favore, la considera indispensabile” (Repubblica). Solo un cenno al rapporto migranti-5stelle in un articolo di Massimo Franco sul Corriere: “I due Pantheon dei Cinquestelle”.

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16 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI E L’ULIVO. GRILLO E I MIGRANTI

16 Giugno 2017

Fabio Martini ci dice: “Renzi vede Prodi e fa l’ulivista. Ma il professore: ‘Troppi veti’” (La Stampa). Con la visita a Renzi, secondo Daniela Preziosi, “Renzi rischia l’isolamento anche fra i suoi” (Manifesto).  Per Claudio Cerasa l’Ulivo è “Il mito fasullo per distruggere Renzi” (Foglio). E il Foglio pubblica un articolo di Maurizio Stefanini che ripropone il Pd di Renzi come modello in Europa: “Mappa ragionata di tutti i fallimenti delle sinistre europee”. Sull’Huffington Post Franco Monaco scrive un “Promemoria per Renzi sull’Ulivo di Prodi”. Chi sostiene in pieno la linea di Renzi è Giorgio Tonini, la cui intervista (iper-realista) a Italia Oggi è sintetizzata così: “L’Unione non regge, meglio il Cav.”. Appare più cauto il parere di Luigi Zanda, intervistato dal Messaggero: “Un asse di fatto tra Salvini e Grillo. Stimo molto Pisapia”. Sui 5 stelle e il loro no alla riforma della cittadinanza scrivono Paolo Pombeni, “Giustizia e migranti, spie del rebus grillino” (Sole 24 ore); Mauro Calise, “Grillo-Salvini, l’asse che divide” (Mattino); Vladimiro Zagrebelsky, “Il rispetto che manca verso una legge di civiltà” (La Stampa). Intanto domenica scende in piazza uno spezzone della sinistra: Anna Falcone, intervistata da Il Fatto, spiega “L’appello del 18 giugno”. Ci conforta Ilvo Diamanti: “Crediamo negli altri, nonostante tutto” (Repubblica).

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14 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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SUL POPULISMO. E SUL POPULISMO A 5 STELLE

14 Giugno 2017

Sulla svolta annunciata da Grillo e dalla Raggi in tema di migrazioni e di rom (“Basta migranti, svolta 5 stelle”, Corriere della Sera), intervengono criticamente Sebastiano Messina, “Le olimpiadi del populismo” (Repubblica); Massimo Franco, “Un movimento legge e ordine che ora attenua l’antieuropeismo” (Corriere della Sera); Marco Tarquinio, “Con quale coscienza” (Avvenire); Francesco Bei, “Ma il sistema Italia regge l’urto” (La Stampa). Di populismo scrive anche Biagio De Giovanni, “Dall’Europa all’Italia i populismi frenano perché privi di prospettiva” (Messaggero); ma per Giovanni OrsinaI populismi non sono sconfitti”, né in Italia né in Francia (La Stampa); e lo stesso per Giuliano Amato, intervistato dal Corriere: “Il populismo non è sconfitto. La terza via per la sinistra è stato un fallimento”. Marco Follini in un’ampia intervista a Il Dubbio riprende il tema della caduta populista in Italia e dice: “I populisti sono solo il sintomo, la crisi italiana è profonda e di sistema”.

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14 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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DOPO IL PRIMO TURNO: IL PD, LA SINISTRA, I 5STELLE, LA DESTRA

14 Giugno 2017

Matteo Renzi dice a Repubblica: “Pronti alle alleanze ma non rifarò l’Unione di Prodi”. E però “Pisapia chiama in campo Prodi” (Monica Guerzoni, Corriere della Sera). Dice il dem Matteo Ricci al Corriere della Sera: “Serve un asse con chi votò sì al referendum, da Tosi a Pisapia”. Pippo Civati si lamenta: “Ma il Pd ci tratta come un fastidio” (intervista al Manifesto). Dice Leoluca Orlando: “Partiti senz’anima. Vince il civismo” (intervista al Corriere della sera). Dice Andrea Orlando, a La Stampa: “Il Pd non è autosufficiente. Apriamoci alle liste civiche”. Norma Rangeri (Manifesto): “Lista civica, ultimo rifugio della sinistra”. Alberto Asor Rosa, “La sinistra ora dia risposte ai temi sollevati dai 5 stelle” (intervista a Il Fatto). SUL RISULTATO ELETTORALE DEL M5S, dice Federico Geremicca: “Il territorio che frena il Movimento” (La Stampa); ma Ilvo Diamanti: “Meglio non vendere la pelle del Grillo” (Repubblica); e Mauro Calise: “Alle politiche sarà tutta un’altra storia” (Mattino); ma Sebastiano Maffettone insiste: “Cinque stelle senza classe dirigente” (Messaggero). E LA DESTRA? Piero Ignazi, “Pd, se il nemico viene da destra” (Repubblica); Giovanni Orsina, “Il cavaliere elemento di stabilità: paradossale ma è così” (a Repubblica); Stefano Folli,L’eternità di Berlusconi”; Francesco Verderami,La strategia del Cavaliere” (Corriere della Sera).

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10 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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SE ORA IL PD GUARDA A SINISTRA…

10 Giugno 2017

Le interviste di oggi: Matteo Renzi, “Partita chiusa, voto nel 2018, occupiamoci dell’Italia. Uniti con Giuliano, possibile il 40%” (Corriere della Sera); Luigi Di Maio, “Il sabotaggio l’ha fatto il Pd. I partiti antieuropei? Ideologici” (Corriere della Sera); Pierluigi Bersani, “Sono solo apprendisti stregoni, ma un’intesa è ancora possibile” (La Stampa). Un’intervista di ieri: Silvio Berlusconi, “Il proporzionale dà stabilità. Il M5s non potrà mai avere il 51%” (Corriere della sera). Cronache e commenti: Alessandro Trocino, “Le condizioni di Pisapia a Renzi” (Corriere); Daniela Preziosi,Renzi rivuole Pisapia (e solo lui)” (Manifesto); Stefano Cappellini, “La sinistra e l’obbligo del progetto comune” (Repubblica); Diodato Capone, “Effetto Consultellum: corsa al listone con l’obiettivo del 40%” (Messaggero); Stefano Folli, “Da Berlusconi a Corbyn, un Pd che guarda alla sua sinistra deve cambiare identità” (Repubblica); Roberto D’Alimonte, “Consultellum, cambio di strategia per i partiti, ma la governabilità rimarrebbe una chimera” (Sole 24 ore); Piero Bevilacqua, “Pisapia e il miraggio del vecchio centrosinistra” (Manifesto). A sinistra-sinistra si discute del “manifesto” di Tommaso Montanari e Anna Falcone e di quale unità e di come: Stefano Fassina, “Sinistra unita, il cammino può essere comune” (Il Fatto), Livio Pepino, “Prima l’identità, poi verranno le alleanze” (Manifesto).

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7 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PROPORZIONALE SÌ, PROPORZIONALE NO

7 Giugno 2017

Della legge elettorale Stefano Ceccanti offre “Una guida aggiornata ai testi”. Angelo Panebianco, sul Corriere della sera, parla di “Una legge dannosa” (perché il proporzionale ora “non è in grado di fermare i partiti antisistema”). Gustavo Zagrebelsky evoca “la nave dei folli” e ci vede il primato de“Gli interessi di bottega”, non quelli del bene comune (Repubblica). Anche Ezio Mauro evoca “La talpa cieca della sinistra” (Repubblica). Marcello Sorgi vi legge “L’incoscienza dei leader” (La Stampa). Roberto D’Alimonte dice: “Il patto proporzionale salvato a discapito della governabilità” e poi illustra “Chi vince e chi perde con il rebus proporzionale” (Sole 24 ore). Mauro Calise, invece, dice che è “L’unica (mediocre) risposta possibile” (Mattino). E anche Paolo Pombeni in sostanza la difende contro troppi luoghi comuni: “Proporzionale per davvero”. La difende Piero Fassino in un colloquio sul Foglio (“Legge elettorale, il Pd, la sindaco Appendino”). Torna a difenderla Valerio Onida, che spiega: “Un buon sistema elettorale deve favorire convergenze” (Corriere della Sera). Claudio Cerasa ironizza su “La fine del romanzo politico del maggioritario” (Il Foglio). Sabino Cassese riprende la proposta di Luigi Zanda di lavorare soprattutto sui regolamenti parlamentari: “Dare al Parlamento il ruolo che gli spetta” (Corriere). Mentre Ugo De Siervo paventa la “Trappola bocciatura” (La Stampa). Sulla questione dei nominati, il pd Dario Perrini scrive: “La grande bufala dei nominati” (italiaincammino), Walter Tocci insiste: “Il rischio di un Parlamento devoto ai capi partito”. Il Fatto e il Manifesto pubblicano un documento di Anna Falcone e Tommaso Montanari: “Un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”. Sul Foglio Marianna Rizzini avverte: “L’ircocervo Grillo-Salvini esiste. Parlano Orsina, De Giovanni e Adinolfi”.

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5 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PER VALERIO ONIDA LA RIFORMA ELETTORALE ORA VA BENE

5 Giugno 2017

Dopo le ultime modifiche della legge elettorale, per Valerio OnidaOra il testo è ok, rispecchia la nostra realtà politica” (intervista a Repubblica). Massimo Villone spiega sul Manifesto “Perché alla sinistra conviene il proporzionale”. Ma, sempre su Repubblica, Rosy Bindi dice: “Il Pd si fermi su questa legge o non sarà più il mio partito”. Romano Prodi in un’intervista a Il Fatto dice “La mia tenda è vicina al Pd, ma se Renzi si mette con B. io vado altrove”; e sul Messaggero di domenica: “Senza stabilità questo Paese non aggancia la ripresa”. Silvio Berlusconi, intervistato da Il Giornale, dice: “Mai con Renzi. Il centrodestra diviso alle urne tornerà unito al governo”. Su Repubblica Eugenio Scalfari contesta alla legge elettorale che renderebbe inutile il Senato, ma soprattutto invita Renzi a cercare l’alleanza con la sinistra e con il centro di Alfano e Parisi e a non andare a elezioni anticipate (“La riforma che mette la camicia di forza al Senato”). Francesca Schianchi riferisce: “Pisapia inaugura la competizione: ‘complicata un’alleanza con il Pd’” (La Stampa). Goffredo Bettini, della minoranza dem, scrive a Pisapia sul Manifesto e fa una proposta: “Caro Pisapia, pratichiamo ora il futuro centrosinistra”. Claudio Cerasa lancia di nuovo il suo allarme: “L’establishment che non si oppone al grillismo” (Il Foglio). Da Luigi Di Maio, intervistato dal Sole 24 ore, il programma economico di governo: “Sì al taglio del cuneo, più investimenti e calo dell’iva”. E sul Mattino G.A. Falci informa: “Napoli, De Mita prova a rifare la balena bianca”. Biagio De Giovanni sul Mattino: “L’Italia debole nel caos globale”.

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3 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI MASOCHISTA?

3 Giugno 2017

Sempre più severo il giudizio di Paolo Pombeni sulle scelte politiche di Renzi che, a suo avviso, aprono la strada ai Cinque stelle (“Pasticcetto tedesco in salsa partitica”), sui quali scrive Ilvo Diamanti su Repubblica: “M5S, il partito trasversale scelto da giovani e operai” (e scelto soprattutto al Sud, e da chi tifa per Trump e Putin…), e scrive Alessandro Campi sul Messaggero: “Tra svolta e vecchi istinti i 5 Stelle sono al bivio”. Una dura requisitoria nei confronti di Renzi viene da Fabrizio Cicchitto: “L’inspiegabile harakiri del dott. Matteo Renzi” (che parla di “un masochista allo stato puro”). Duro sull’azzardo di Renzi è anche Stefano Folli (“Dem e grillini: il prezzo da pagare sul tavolo della riforma”), su Repubblica; così Massimo Giannini che evoca nientemeno che “il bacio del caimano” (“L’inganno tedesco”). Claudio Cerasa, però, sul Foglio dice che, se non si accetta il tandem Renzi-Berlusconi, non resta che sorbirsi quello M5S-Lega (“Il nuovo bipolarismo senza girarci intorno”). Sulla qualità della legge elettorale verso cui si sta andando scrivono, con pareri diversi, vari costituzionalisti: per Gaetano AzzaritiNon garantisce la libertà di scelta degli elettori” (intervista a La Stampa); per Massimo VilloneBene la bozza, ma serve il voto disgiunto” (intervista a La Stampa); Alessandro Pace spiega “Perché serve la sfiducia costruttiva” (Repubblica). Domenico Pirone sul Messaggero riferisce vari pareri: “Il nodo è il potere di scelta”. Intanto Giuliano Pisapia, sempre con grande cautela, dice: “Ecco il mio Patto per l’Italia” (intervista a La Stampa). E Matteo Renzi rilascia un’intervista al Sole 24 Ore: “La manovra non va sprecata. Stop all’Iva, tagliamo le tasse”.

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