Cosa vuol fare Zingaretti? Vuole che le “culture politiche” che eventualmente aderiranno alla sua proposta di “partito nuovo” stiano in disparte e non diano fastidio? Oppure pensa a un partito plurale, a partire dalla sua composizione, e a una dialettica interna che eviti l’appiattimento del dibattito? Un nuovo partito che si interroghi soprattutto sui tempi storici che viviamo e su quelli che verranno? Oppure un partito che guarda al passato?
Se si tratta di avviare un processo politico-culturale e non politico-partitico, come non vedere allora un certo legame tra la proposta Zingaretti e il Manifesto Zamagni?