6 Aprile 2018
by Giampiero Forcesi
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IMMOBILISMO PIÙ CHE OPPOSIZIONE…

6 Aprile 2018

Sull’Avvenire un ampio e severo articolo di Fulvio De Giorgi, docente di pedagogia a Modena e Reggio, che analizza la direzione di marcia del M5S e critica il Pd: “Le alleanze possibili per non restare immobili”. Quando il pedagogo è Mattarella: Marcello Sorgi,La lezione del pedagogo ai due leader” (La Stampa). Marzio Breda, “I dem contesi da M5S e FI” (Corriere della sera). Ma ci si chiede anche che democrazia stia diventando la nostra, e non solo: Alberto Asor Rosa, “Il popolo si è dissolto nella massa” (Repubblica);  Biagio De Giovanni, “La crisi delle democrazie liberali” (Messaggero); Sabino Cassese, “La democrazia è sopravvalutata?” (Foglio). C’è poi un’analisi (non troppo chiara) di Giuseppe De Rita: “Gli elementi di continuità nel vento di cambiamento” (Corriere della sera). Emanuele Macaluso continua a chiedersi: “L’anomalia dem: ma Renzi c’è oppure no?” (Il Dubbio). C’è…: Andrea Carugati, “Renzi torna in campo e detta la linea ai dem: no all’invito di Di Maio” (La Stampa). Massimo Cacciari:Il Pd ha fallito. Matteo si faccia il partito suo” (intervista a Il Fatto). Isaia Sales (sul Pd al Sud): “Sconfitto il partito dei notabili” (intervista a Repubblica). Alessandro Rosina, “Le attese dei giovani” (Repubblica).

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10 Marzo 2018
by Giampiero Forcesi
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CHI VUOLE CHE IL PD DIALOGHI CON IL M5S?

10 Marzo 2018

MEGLIO DI SÌ: Franco Monaco, “Pd tra Aventino e confronto con m5s” (Huffington post). Massimo D’Alema, “Populisti? No, li votano a sinistra. E il Pd si confronti con i 5 stelle” (intervista al Corriere). Massimo Cacciari, “Il Pd si salva solo se fa fuori Renzi e appoggia Di Maio” (intervista a Il Fatto). Piero Ignazi, “Ma ora m5s ha cambiato pelle” (Repubblica). Gustavo Zagrebelsky, “E’ una rivolta contro gli oligarchi. La strada è 5 stelle-centrosinistra” (intervista a Il Fatto).

MEGLIO DI NO: Mario Calabresi, “La sinistra e l’inganno di un’alleanza” (Repubblica). Emanuele Macaluso, “Chi vuole l’asse Pd-Movimento vuole la morte del Pd” (Il Dubbio). Roberto Esposito, “Il Pd non ceda, rischia la fine” (Repubblica). Giuliano Ferrara, “Il governo chiapparino” (Foglio). Claudio Cerasa, “Salvini-Di Maio, la ricerca del nuovo bipolarismo” (Foglio). Massimo Giannini, “Il cantiere della sinistra” (Repubblica). Stefano Folli, “I due vincitori e l’impossibile analogia con il 1976” e “Se Renzi destabilizza il sistema” (Repubblica).

UNA PROPOSTA: Francesco Saraceno, “Per un governo di scopo europeo” (Sole 24 ore).

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21 Gennaio 2018
by Vittorio Sammarco
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SE RENZI SI BATTE PER L’EUROPA E LODA GENTILONI

21 Gennaio 2018

La sintesi delle conclusioni di Matteo Renzi alla convention di Milano “Il Futuro si chiama Stati Uniti d’Europa”. L’altro ieri aveva scritto Massimo Adinolfi: “Se il Pd si smarca e punta sull’Europa alla Macron” (Mattino) e ieri Giorgio Tonini e Enrico Morando  scrivevano sul Foglio: “Il voto con l’Europa in palio”, e Andrea Bonanni su Repubblica “Il vincolo europeo sulle elezioni”; e Dominique Moisi sul Quotidiano nazionale: “Se vincono i populisti l’Italia è tagliata fuori”.  Oggi Sergio Fabbrini sul Sole 24 ore scrive: “Suggestioni sovraniste e fondamentali a rischio”. Il gruppo di Libertà Eguale ha tenuto un dibattito di cui diamo la registrazione video: “Italia e Europa nella globalizzazione”, concluso da Enrico Morando. Massimo Cacciari, intervistato da Repubblica, ora dice: “Forse è tardi, ma se prevale lo stile di governo si può recuperare” e Emma Bonino a Repubblica dice: “Mi alleo con i dem per Gentiloni. L’obiettivo è battere gli amici di Le Pen”. Sulla politica estera necessaria all’Italia scrive Romano Prodi sul Messaggero: “Manifesto degli interessi italiani nel mondo”. Editoriale di Mario Monti sul Corriere: “Promesse e debiti (nostri)”. Ieri Alesina e Giavazzi: “Il rigore non è un freno”. Si prepara la consueta assise di Davos e Marco Zatterin su la Stampa scrive: “Il ciclone Macron su Davos” e, su Avvenire, Pietro Saccò: “La terza via dell’Europa per la globalizzazione”.

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2 Settembre 2017
by Giampiero Forcesi
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LA LINEA MINNITI

2 Settembre 2017

Sulla figura, e la politica, di Minniti si discute molto, da un mese e più. Oggi sull’Huffington Post Franco Monaco torna a esprimere qualche dubbio sulla rigidità del senso dello Stato del ministro come di altri ex-Pci (“Minniti e il partito unico”). Dopo due interviste, ieri, abbastanza severe, una di Massimo Cacciari (“Il dovere della sinistra è reagire a tutte le bugie della destra”) e una del vescovo di Bologna Matteo Zuppi (“Dalla politica ci aspettiamo che fermi la guerra tra i poveri, non che attacchi i profughi”), la Repubblica pubblica oggi un editoriale di Giancarlo Bosetti che sostiene il realismo di Minniti (“Come zittire la lingua indecente del razzismo”). Viceversa il Manifesto di un paio di giorni fa ha pubblicato due articoli assai duri: Alex Zanotelli, “Per razzismo e linea Minniti saremo giudicati dalla storia”, e Tommaso Di Francesco, “Lo stile coloniale di Minniti”. Claudio Cerasa, dal canto suo, ricava dal duro dibattito politico sui migranti l’idea che oggi si confrontino due sinistre, quella dei diritti e quella dei doveri, e sostiene che la legalità sia l’unica forma dell’umanità: “La percezione della sinistra nello scontro tra diritti e doveri” (Foglio). Ma resta, tutto intero, il dramma dei migranti ora respinti o intrappolati in Libia: “Le guardie libiche ci uccidono e ci gettano in una buca” (reportage di Vita). Minniti, intanto, ora lavora a migliorare accoglienza e integrazione di chi c’è; Francesco Grignetti su La Stampa riferisce: “Il piano Minniti: tocca alle regioni integrare i profughi”; Marcello Sorgi vede le difficoltà: “Una sfida al muro dei pregiudizi”.

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19 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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LA TELA DI PRODI E IL NODO DELLA LEADERSHIP

19 Giugno 2017

“Né listone frontista delle sinistre, né listone PD che si illudesse di risolvere un nodo politico ricorrendo alla scorciatoia di mere cooptazioni nominali. Due opposte vie che, entrambe, sancirebbero la divisione, non l’unità”, così conclude un suo articolo sul blog dell’Huffington post Franco Monaco, che riprende le posizioni di Prodi (“Le prediche utili del Professore”). Goffredo De Marchis su Repubblica riferisce: “Prodi: basta divisioni, faccio il vinavil. Renzi e Letta tornino a parlarsi”. Mauro Calise,  sul Mattino, osserva che il lavoro di tessitura di Prodi si scontra con un limite: l’accettazione di Renzi come leader (“La tela di Prodi e il nodo della leadership”). Alessandro Di Matteo, su La Stampa, dà conto di un incontro a Roma dei gruppi della sinistra: “A sinistra fallisce la prova di unità. La platea anti-Renzi sfida Pisapia”. Per Massimo Cacciari, intervista dal Quotidiano nazionale, “L’Ulivo è fallito. Prodi non può incollare i cocci”. Paolo Mieli sul Corriere della Sera scrive un’ampia analisi: “Qualcosa non quadra a sinistra di Matteo Renzi”.  Sul Foglio Claudio Cerasa sembra dire che, se le cose stanno così: “Andare al voto senza alleati. Renzi e il Cav. firmino un patto riformista”. INVECE MACRON: Bernardo Valli su Repubblica appare ammirato de “Il monarca repubblicano”. Segolene Royal, intervistata dal Corriere, afferma: “Pochi alle urne? Non è contestazione, io ci leggo un segnale di fiducia nel centro”. Stefano Ceccanti offre un commento sul sistema politico-elettorale in Francia: “Macron: il sistema post 2002 funziona anche con un outsider” (italiaincammino.it).

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10 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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PARTITI DI SINISTRA ALLA DERIVA (E SI PARLA DI FORMARE NUOVI LEADER POLITICI)

10 Maggio 2017

L’intervista di ieri di Romano Prodi al Corriere (qui segnalata), in cui parlava di superamento della dicotomia destra-sinistra, è ripresa da Il Foglio: “Il professor Prodi e la postpolitica”. E il dibattito su una sorta di esaurimento dei partiti tradizionali, e in particolare delle socialdemocrazie, emersa dopo la vittoria di Macron (e già accennata da Massimo Adinolfi), ritorna: Bernardo Valli, “La Francia che sparisce” (Repubblica); Anais Ginori, “Socialisti. Il giro di Valls: ‘Sono morti, vado da Macron’”; Daniel Cohn Bendit, in un colloquio sul Foglio, “Socialisti. Assaliti dalla realtà”; Massimo Cacciari, “Le forze della sinistra si stanno sfasciando. Non hanno capito il mondo” (intervista a La Stampa); Giuliano Ferrara, “Rivalutazione del normale Hollande” (Il Foglio). Reagisce però il socialista Pierre Moscovici, intervistato dal Corriere: “Non finiremo macroniani”. Piero Fassino sull’Unità prende atto della forte crisi dei partiti di sinistra e scrive: “Il coraggio di cambiare” (L’Unità). Su Appunti Alessandrini il senatore Pd Daniele Borioli scrive: “Viva Macron, ma non muoia il socialismo”. Forse per questa crisi estrema dei partiti, Matteo Renzi, intervistato dal Corriere della Sera, aderisce alla proposta di Barack Obama: “Dall’Italia aiuterò Barack a creare nuovi leader politici”. E Paolo Pombeni consiglia Renzi di dedicarsi a portare dentro al Pd forze nuove della società civile (“Ritorno al partito?”, mentepolitica.it). Poi c’è Beppe Grillo che, in modo sbracato, dice la sua (così riportata e titolata su Il Fatto): “La nostra risata seppellirà la destra, e i giovani vecchi”.

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29 Maggio 2016
by Vittorio Sammarco
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REFERENDUM / PASQUINO, FRANCESCHINI, CASAVOLA, URBANI, MACALUSO, IGNAZI, BURGIO, DE MITA, D’ALIMONTE, VILLONE

29 Maggio 2016

Intervistato dal Fatto Gianfranco Pasquino dice: “Cacciari irresponsabile, si sottomette a Renzi”. Intervistato da Repubblica Dario Franceschini dice: “Il Pd usi il congresso non il referendum contro Renzi”. Sul Mattino Francesco Paolo Casavola scrive: “E’ triste il Paese in cui si dice ‘i buoni siamo noi’”. Ancora sul Mattino Giuliano Urbani dice: “Meglio una riforma mediocre che niente”. Emanuele Macaluso, sull’Unità, si chiede polemico (e incredulo): “Renzi davvero non vuole cambiare l’Italicum?”. Piero Ignazi, su Repubblica, critica Renzi perché non va a dialogare nelle periferie e tra operai e disoccupati là”Dove abitano i populismi”. Alberto Burgio, sul Manifesto, guarda sconsolato alle socialdemocrazie europee: “Sinistra perbene alla deriva”. Sul Sole 24 Ore Enrico De Mita parla di “Un plebiscito improprio sul governo”, mentre Roberto D’Alimonte parla di “Un binomio per la governabilità del Paese”. Sul Manifesto intervento di Massimo Villone: “Chi ha la maggioranza controlla il Parlamento”. ELEZIONI ROMANE: sul Manifesto le dichiarazioni del capo della lista civica per Fassina, Michele Dau (“Il Pd rinuncia all’inclusione sociale”), e il parere di Roberto Weber: “Il sindaco di Roma sarà la Raggi” (intervista a Italia Oggi).

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27 Maggio 2016
by Vittorio Sammarco
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CACCIARI: ATTACCA LA RIFORMA CHI HA FALLITO PER 40 ANNI

27 Maggio 2016

Dopo Zagrebelsky, Ezio Mauro intervista Massimo Cacciari: “Riforma maldestra, ma è una svolta. L’attacca chi ha fallito per 40 anni”. E a Zagrebelsky replica sull’Unità il pd Guido Melis: “Dove sbaglia Zagrebelsky”. Ancora sull’Unità Tommaso Frosini: “Non sarà un Parlamento oligarchico, i cittadini votano e l’Italicum serve”.  Su Italia Oggi Marcello Pera scrive “Cosa ci sta dietro il sì e il no”.  Sul Manifesto interviene Gaetano Azzariti:Il nuovo Senato? Una brutta sorpresa”. Commenta Stefano Folli: “La partita del referendum e le truppe del No senza leader” (Repubblica). Sull’Espresso Marco Damilano ironizza: “Su questo sì farò il mio Pd”. Emilia Patta sul Sole 24 ore riferisce che “Nel Pd scoppia il caso della legge elettorale”. Graziano Delrio rilascia un’intervista all’Avvenire e dice: “Comitati per il No nel Pd inaccettabili”. E Pierluigi Bersani ne rilascia una al Fatto: “Renzi aiuta pochi potenti in cambio dei loro giornali”.

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4 Febbraio 2016
by Vittorio Sammarco
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SULLE UNIONI CIVILI FRANCO MONACO CRITICA IL PD. GIORGIO TONINI CERCA UNA NUOVA MEDIAZIONE

4 Febbraio 2016

Ancora uno scambio di opinioni sulle unioni civili, su Avvenire, tra Franco Monaco e il direttore Marco Tarquinio. La lettera di Monaco è piuttosto critica sia sul livello del dibattito (in consonanza con Massimo Cacciari) sia sulla conduzione della linea politica da parte del Pd (in consonanza con Giuseppe Vacca): “Oltre la seria disputa sulle unioni civili. Laiche eccezioni e compito dei cristiani”. Su Avvenire anche un’intervista a Giorgio Tonini che propone: “Stralciamo la stepchild e delega al governo sulle unioni civili”. Sul Corriere della Sera un’analisi di Massimo Franco: “Renzi punta a ottenere un sì alla legge senza stralci”.

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