Breve ma succosa e illuminante, sui divari nella sinistra, l’intervista rilasciata a Repubblica da Tommaso Montinari, storico dell’arte che Virginia Raggi voleva ingaggiare per la sua eventuale giunta a Roma: “Sì, Massimo mi ha chiamato per dirmi di stare con la Raggi”. Alla sinistra italiana, e europea, dedica un’analisi utile, sempre su Repubblica, Marc Lazar che spiega le differenze tra le tre sinistre esistenti: “Il caso nel Pd e le liti a sinistra”. In un editoriale su La Stampa Marcello Sorgi ritiene probabile, dopo i ballottaggi e dopo il referendum (se anche il Sì vincesse, ma di misura), la prospettiva di un partito di sinistra separato dal Pd centrista di Renzi: “Renzi in silenzio prepara la resa dei conti con la minoranza”. Roberto D’Alimonte fa l’ipotesi che Parisi vinca a Milano e dice: “Sala rischia di più. Se Parisi vince sarà il leader del centrodestra” (Sole 24 Ore). E ancora alla sinistra, ma francese, dedica un articolo, sul Corriere della Sera, Jean-Marie Colombani, già direttore di Le Monde: “Ma la Francia è ostaggio di una minoranza”. E ancora: sul caso D’Alema le lettere a Repubblica e la risposta di Mario Calabresi; Stefano Rodotà, senza nominarlo, spiega perché ritiene opportuno votare il M5S: “Dalle urne la società che vogliamo” (Repubblica); Stefano Folli pone l’asticella per il Pd: “L’ultima trincea di Milano e Torino per non perdere” (Repubblica).
17 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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