14 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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DOPO IL PRIMO TURNO: IL PD, LA SINISTRA, I 5STELLE, LA DESTRA

14 Giugno 2017

Matteo Renzi dice a Repubblica: “Pronti alle alleanze ma non rifarò l’Unione di Prodi”. E però “Pisapia chiama in campo Prodi” (Monica Guerzoni, Corriere della Sera). Dice il dem Matteo Ricci al Corriere della Sera: “Serve un asse con chi votò sì al referendum, da Tosi a Pisapia”. Pippo Civati si lamenta: “Ma il Pd ci tratta come un fastidio” (intervista al Manifesto). Dice Leoluca Orlando: “Partiti senz’anima. Vince il civismo” (intervista al Corriere della sera). Dice Andrea Orlando, a La Stampa: “Il Pd non è autosufficiente. Apriamoci alle liste civiche”. Norma Rangeri (Manifesto): “Lista civica, ultimo rifugio della sinistra”. Alberto Asor Rosa, “La sinistra ora dia risposte ai temi sollevati dai 5 stelle” (intervista a Il Fatto). SUL RISULTATO ELETTORALE DEL M5S, dice Federico Geremicca: “Il territorio che frena il Movimento” (La Stampa); ma Ilvo Diamanti: “Meglio non vendere la pelle del Grillo” (Repubblica); e Mauro Calise: “Alle politiche sarà tutta un’altra storia” (Mattino); ma Sebastiano Maffettone insiste: “Cinque stelle senza classe dirigente” (Messaggero). E LA DESTRA? Piero Ignazi, “Pd, se il nemico viene da destra” (Repubblica); Giovanni Orsina, “Il cavaliere elemento di stabilità: paradossale ma è così” (a Repubblica); Stefano Folli,L’eternità di Berlusconi”; Francesco Verderami,La strategia del Cavaliere” (Corriere della Sera).

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10 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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SE ORA IL PD GUARDA A SINISTRA…

10 Giugno 2017

Le interviste di oggi: Matteo Renzi, “Partita chiusa, voto nel 2018, occupiamoci dell’Italia. Uniti con Giuliano, possibile il 40%” (Corriere della Sera); Luigi Di Maio, “Il sabotaggio l’ha fatto il Pd. I partiti antieuropei? Ideologici” (Corriere della Sera); Pierluigi Bersani, “Sono solo apprendisti stregoni, ma un’intesa è ancora possibile” (La Stampa). Un’intervista di ieri: Silvio Berlusconi, “Il proporzionale dà stabilità. Il M5s non potrà mai avere il 51%” (Corriere della sera). Cronache e commenti: Alessandro Trocino, “Le condizioni di Pisapia a Renzi” (Corriere); Daniela Preziosi,Renzi rivuole Pisapia (e solo lui)” (Manifesto); Stefano Cappellini, “La sinistra e l’obbligo del progetto comune” (Repubblica); Diodato Capone, “Effetto Consultellum: corsa al listone con l’obiettivo del 40%” (Messaggero); Stefano Folli, “Da Berlusconi a Corbyn, un Pd che guarda alla sua sinistra deve cambiare identità” (Repubblica); Roberto D’Alimonte, “Consultellum, cambio di strategia per i partiti, ma la governabilità rimarrebbe una chimera” (Sole 24 ore); Piero Bevilacqua, “Pisapia e il miraggio del vecchio centrosinistra” (Manifesto). A sinistra-sinistra si discute del “manifesto” di Tommaso Montanari e Anna Falcone e di quale unità e di come: Stefano Fassina, “Sinistra unita, il cammino può essere comune” (Il Fatto), Livio Pepino, “Prima l’identità, poi verranno le alleanze” (Manifesto).

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9 Giugno 2017
by c3dem_admin
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Sinistra plurale: ricette di un cattolico democratico per un nuovo Ulivo

9 Giugno 2017
di Paolo Palma

 

L’articolo è uscito sul portale di Articolo 1 – Movimento democratico progressista. L’autore è stato deputato dell’Ulivo e capo della segreteria politica del Partito Popolare Italiano; è presidente della Associazione G. Dossetti “Per una nuova etica pubblica”

 

Sinistra o centrosinistra? Centrosinistra tutto attaccato o centro-sinistra col trattino? Credo che nelle definizioni della politica sia meglio essere precisi, perché i messaggi sono diversi a seconda che diciamo sinistra, centrosinistra o centro-sinistra. O, come personalmente preferisco: sinistra plurale, che mi sembra essere, per il nuovo Ulivo in costruzione, la formula più rispondente a questo nostro tempo di oscene e crescenti disuguaglianze, povertà diffusa e svalutazione del lavoro e dei suoi diritti.

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7 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI SOTTO L’ASSEDIO DEI PADRI NOBILI

7 Giugno 2017

Dice oggi Goffredo De Marchis su Repubblica: “Renzi sotto l’assedio dei padri nobili” (e cita Prodi, Letta, Veltroni, Napolitano…, il quale definisce “Le urne anticipate colpo alla credibilità dell’Italia”). E Stefano Folli scrive che “nell’idea di Renzi gli scissionisti dovevano essere raffigurati come un gruppetto folcloristico di nostalgici … Ma se si muovono gli ambienti del cattolicesimo democratico, allora il quadro cambia” (“I tormenti di Grillo e le grandi manovre a sinistra”). E ieri Fabio Martini su La Stampa aveva scritto“Adesso Renzi è preoccupato. Le critiche di Prodi possono aprire una diaspora elettorale”; e il Messaggero titolava: “Pd, la fronda ulivista. Pronti a lasciare Bindi, Cuperlo e Monaco”. Oggi Franco Monaco scrive su “La verità” di Belpietro che “L’ossessione di Renzi per il potere trascinerà a fondo l’Italia e il Pd”. Anche Arturo Parisi, pur dicendo di non lasciare il Pd, ha rilasciato una sconfortata intervista a Italia Oggi e parla di “Una marcia indietro di 30 anni”. E Lorenzo Dellai dice all’Avvenire che “Renzi condanna il Pd a rimanere minoranza”. Invece c’è un altro cattolico democratico che sembra più conciliante, il presidente Mattarella: Ugo Magri su La Stampa: “Ma il capo dello Stato guarda con favore all’accordo”, e Marzio Breda sul Corriere: “Il Quirinale si prepara”. Dunque è stato dato il preavviso a Gentiloni, anche se “L’ultimo miglio è pieno di incognite”, come scrive sul Corriere Francesco Verderami.

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3 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI MASOCHISTA?

3 Giugno 2017

Sempre più severo il giudizio di Paolo Pombeni sulle scelte politiche di Renzi che, a suo avviso, aprono la strada ai Cinque stelle (“Pasticcetto tedesco in salsa partitica”), sui quali scrive Ilvo Diamanti su Repubblica: “M5S, il partito trasversale scelto da giovani e operai” (e scelto soprattutto al Sud, e da chi tifa per Trump e Putin…), e scrive Alessandro Campi sul Messaggero: “Tra svolta e vecchi istinti i 5 Stelle sono al bivio”. Una dura requisitoria nei confronti di Renzi viene da Fabrizio Cicchitto: “L’inspiegabile harakiri del dott. Matteo Renzi” (che parla di “un masochista allo stato puro”). Duro sull’azzardo di Renzi è anche Stefano Folli (“Dem e grillini: il prezzo da pagare sul tavolo della riforma”), su Repubblica; così Massimo Giannini che evoca nientemeno che “il bacio del caimano” (“L’inganno tedesco”). Claudio Cerasa, però, sul Foglio dice che, se non si accetta il tandem Renzi-Berlusconi, non resta che sorbirsi quello M5S-Lega (“Il nuovo bipolarismo senza girarci intorno”). Sulla qualità della legge elettorale verso cui si sta andando scrivono, con pareri diversi, vari costituzionalisti: per Gaetano AzzaritiNon garantisce la libertà di scelta degli elettori” (intervista a La Stampa); per Massimo VilloneBene la bozza, ma serve il voto disgiunto” (intervista a La Stampa); Alessandro Pace spiega “Perché serve la sfiducia costruttiva” (Repubblica). Domenico Pirone sul Messaggero riferisce vari pareri: “Il nodo è il potere di scelta”. Intanto Giuliano Pisapia, sempre con grande cautela, dice: “Ecco il mio Patto per l’Italia” (intervista a La Stampa). E Matteo Renzi rilascia un’intervista al Sole 24 Ore: “La manovra non va sprecata. Stop all’Iva, tagliamo le tasse”.

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28 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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I PRO E I CONTRO DELLE ELEZIONI ANTICIPATE (E DELL’ACCORDO SUL PROPORZIONALE)

28 Maggio 2017

Dice Matteo Renzi al Messaggero: “Un patto con Berlusconi e Grillo perché lo chiede il Colle”. Rimane perplesso Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore: “Convenienze (e danni) del sistema tedesco: seggi solo ai ‘4 grandi’”. Ma Ettore Rosato dice: “Il maggioritario è senza i numeri. Intesa sul ‘tedesco’” (intervista all’Unità). Dario Franceschini, in un’intervista alla Repubblica, sostiene che anche con il proporzionale sarà possibile anche un’alleanza del Pd con la sinistra: “Con il proporzionale rivivrà il centrosinistra, e si vota in autunno”. Ma molti nel Pd sono contrari (da Arturo Parisi a Rosy Bindi a Graziano Delrio) come spiega Giovanna Casadio su Repubblica: “Da Prodi a Cuperlo: così si torna a spartire”. Anche Franco Monaco, sull’Huffington post, bacchetta la resa al proporzionale: “I moniti inascoltati di Pisapia e Prodi: né inciucio, né neofrontismo”. Andrea Carugati, su La Stampa, analizza le posizioni degli esperti sul probabile voto in autunno: “Pro e contro l’anticipo delle elezioni”. Sul Manifesto discutono il da farsi della sinistra Vincenzo Vita (“Facciamo una lista a sinistra del Pd, e non più di una”) e Paolo Cento (“Il partito unico? Una velleità. Insieme tutti su dieci obiettivi”).

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22 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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RENZI, PENSACI BENE…

22 Maggio 2017

Giovanna Casadio riferisce: “’Legge elettorale e poi voto’: via al dialogo Pd-Berlusconi. Ma i renziani si dividono” (Repubblica). Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera: “Andare al voto non è un tabù. E se ora tutti fanno sul serio si può chiudere entro l’estate” (intervista a La Stampa). Mauro Calise non sa cosa consigliare a Renzi: se andare avanti con la proposta di legge elettorale metà uninominale e metà proporzionale oppure accordarsi con Berlusconi su un proporzionalismo paratedesco (“L’inquieto bivio di Renzi: osare ancora o trattare”, Mattino). Ma Roberto D’Alimonte dice chiaro: “La soluzione è l’uninominale. Solo così si garantisce la governabilità” (intervista al Mattino). Stefano Folli prevede che si vada all’accordo Pd-Berlusconi: “Un mezzo accordo che porta tra le nebbie al proporzionale” (Repubblica). La proposta di Luciano Violante: “Renzi faccia il generoso: candidi Gentiloni premier” (intervista a Libero). L’atteso intervento di Giuliano Pisapia all’assemblea di Articolo 1-MDPn nelle cronache di Maurizio Giannattasio: “Pisapia a MDP: dobbiamo diluirci. Un’unica casa dopo le Comunali”;  e la reazione: “Platea tra gelo e applausi. D’Alema: alleanze? Al voto ci vanno le liste” (Corriere della Sera). Si leggano, dei giorni scorsi: Silvio Berlusconi, “Sistema tedesco e si può votare in autunno” (intervista al Messaggero). Massimo Adinolfi, “Silvio e Matteo: l’intesa avanza con discrezione” (Mattino). Michele Salvati, “Gli opposti moderatismi di Renzi e Berlusconi” (Corriere della sera). Romano Prodi, “Italia sotto attacco” (intervista di Marco Damilano sull’Espresso).

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14 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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I NUOVI LIB-LAB EUROPEI E LA CULTURA CATTOLICA

14 Maggio 2017

Matteo Renzi, intervistato a tutto campo da Claudio Cerasa sul Foglio: “Così riporterò il Pd al 40 per cento”.  Beppe Grillo, intervistato anch’egli a tutto campo da Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera: “Molti cattolici si riconoscono nei nostri programmi”. A proposito di cattolici è interessante la conclusione di un articolo di Dario Di Vico sul Corriere (“I nuovi lib-lab europei e le idee vecchie sulla spesa”), il quale vede affiorare in Europa la ricerca di una terza via completamente rinnovata e scrive che, in tema di cultura politica, servirebbe “aprire una stagione nuova di dialogo e di contaminazione tra i liberal e la cultura cattolica più attenta al mutamento sociale”. LEGGE ELETTORALERomano Prodi sul Messaggero la invoca (“Una riforma per non essere marginali in Europa”), ma in molti spiegano che in questa fase a una decente riforma elettorale non ci si potrà arrivare: Roberto D’Alimonte, “La governabilità ignorata” (Sole 24 ore); Mauro Calise, “Riforma elettorale, il valzer delle finte mosse” (Mattino); Stefano Folli, “Lo psicodramma della legge elettorale” (Repubblica); Stefano Ceccanti, “Non troppe illusioni, ma restare saldi sui principi” (Unità); Stefano Passigli, “Un sistema ingovernabile afflitto da leaderismo” (Corriere). Paolo Pombeni ragiona sul rapporto tra il Pd di Renzi e il governo Gentiloni facendo un paragone con le diverse impostazioni che sui rapporti tra partito e governo ebbero De Gasperi e Dossetti (“Cabina di regia, rischio ‘storico’ con un sistema proporzionale”).

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10 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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PARTITI DI SINISTRA ALLA DERIVA (E SI PARLA DI FORMARE NUOVI LEADER POLITICI)

10 Maggio 2017

L’intervista di ieri di Romano Prodi al Corriere (qui segnalata), in cui parlava di superamento della dicotomia destra-sinistra, è ripresa da Il Foglio: “Il professor Prodi e la postpolitica”. E il dibattito su una sorta di esaurimento dei partiti tradizionali, e in particolare delle socialdemocrazie, emersa dopo la vittoria di Macron (e già accennata da Massimo Adinolfi), ritorna: Bernardo Valli, “La Francia che sparisce” (Repubblica); Anais Ginori, “Socialisti. Il giro di Valls: ‘Sono morti, vado da Macron’”; Daniel Cohn Bendit, in un colloquio sul Foglio, “Socialisti. Assaliti dalla realtà”; Massimo Cacciari, “Le forze della sinistra si stanno sfasciando. Non hanno capito il mondo” (intervista a La Stampa); Giuliano Ferrara, “Rivalutazione del normale Hollande” (Il Foglio). Reagisce però il socialista Pierre Moscovici, intervistato dal Corriere: “Non finiremo macroniani”. Piero Fassino sull’Unità prende atto della forte crisi dei partiti di sinistra e scrive: “Il coraggio di cambiare” (L’Unità). Su Appunti Alessandrini il senatore Pd Daniele Borioli scrive: “Viva Macron, ma non muoia il socialismo”. Forse per questa crisi estrema dei partiti, Matteo Renzi, intervistato dal Corriere della Sera, aderisce alla proposta di Barack Obama: “Dall’Italia aiuterò Barack a creare nuovi leader politici”. E Paolo Pombeni consiglia Renzi di dedicarsi a portare dentro al Pd forze nuove della società civile (“Ritorno al partito?”, mentepolitica.it). Poi c’è Beppe Grillo che, in modo sbracato, dice la sua (così riportata e titolata su Il Fatto): “La nostra risata seppellirà la destra, e i giovani vecchi”.

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8 Maggio 2017
by Giampiero Forcesi
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MACRON, VINCERE SMETTENDO DI INSEGUIRE I POPULISTI

8 Maggio 2017

Anais Ginori,Macron, la svolta dell’Europa”, e Bernardo Valli, “Onda fermata ma non dispersa” (Repubblica). Enrico Letta, “Lezione anche per l’Italia: europeismo carta vincente per battere i populismi” (intervista a La Stampa). Sylvie Goulard, “Basta inseguire i populisti, adesso serve un sussulto collettivo” (intervista al Corriere della Sera). Marco Imarisio, “Così la sinistra si è suicidata”, e Jack Lang, “Il mio partito ha smesso di pensare” (Corriere). Luigi Covatta, “Scossa salutare a tutte le sinistre” (Mattino). Walter Veltroni, “Solo l’innovazione batte il populismo” (intervista al Messaggero). Interessante l’analisi psicologica di Massimo Recalcati:Vittimismo” (Repubblica).  ITALIA: Mauro Calise, “La scommessa del Renzi 2” (Mattino). Andrea Orlando, “Con questa strategia Matteo fa lo stesso errore del referendum” (intervista a La Stampa). Claudio Cerasa, “Perché l’erede perfetto del modello Le Pen, in Italia, è Davigo” (Foglio).

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