16 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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PD OBBLIGATO A RIPENSARE SE STESSO

16 Febbraio 2017

Rompere sarebbe irresponsabile, ma Matteo ci ha messo del suo”: questa l’opinione di Pierluigi Castagnetti intervistato dall’Avvenire. Fare il congresso subito, ma arrivare alla fine della legislatura: questo il parere del filosofo Salvatore Veca, intervistato dall’Unità (“Pd obbligato a ripensare se stesso”). Marcello Sorgi su La Stampa: “Una scissione senza materia del contendere”.  La scissione della sinistra Pd ha bisogno di buoni argomenti perché possa essere capita dall’opinione pubblica, ma questi argomenti non si vedono: così anche Stefano Folli su Repubblica (“Il momento della responsabilità”). Piero Fassino: “Pierluigi e D’Alema incoerenti. La rottura un favore alla destra” (intervista al Messaggero). Salvatore Vassallo dice in che modo Renzi può riuscire a dare un senso alla scelta di tenere il congresso al Lingotto di Torino (“Da un Lingotto all’altro”, Unità).

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14 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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PD. AFFRONTARE L’IMPOSSIBILE

14 Febbraio 2017

Commenti variegati (ma per lo più critici) alla direzione Pd e all’impostazione data da Matteo Renzi. Con una premessa ironica epperò serissima e abbastanza convincente di Michele Serra nella sua “Amaca”. Una considerazione abbastanza benevola è quella di Marcello Sorgi su La Stampa (“L’ultimo azzardo del leader”); ma Amedeo La Mattina, sullo stesso giornale, segnala: “Bersani guarda a D’Alema. Scissione più vicina”. Qualche credito a Renzi viene da Stefano Folli su Repubblica (“Il realismo del giocatore di pocker”), ma Claudio Tito nelle stesse pagine scrive un commento desolato: “Nella gabbia dell’estinzione”; e l’intervista a Andrea Orlando dice: “Così Renzi farà un frontale”. Sul Corriere della Sera Massimo Franco critica Renzi: “Una velocità che strappa l’Unità”. Per Marco Gervasoni sul Messaggero “La coabitazione degli opposti è al capolinea”. E per Claudio Cerasa, del resto, “La scissione è meglio della malattia” (Il Foglio). Sprezzante Marco Revelli sul Manifesto: “L’entropia dei destini appesi a Renzi”. Sul Sole 24 Ore Lina Palmerini indica “I tre punti che la direzione Pd lascia sospesi” e Roberto D’Alimonte guarda avanti: “Primarie Pd: una conta in due tempi”. Il parere di Walter Tocci, uno dei 12 che hanno votato contro la mozione di maggioranza: “Alternativi a noi stessi. Un congresso in tre atti per il Pd“.

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13 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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Qualche riflessione ulteriore dopo il referendum

13 Febbraio 2017
di Sandro Antoniazzi

 

Quello che ho visto nel voto referendario dei cattolici democratici non è disaffezione alla Costituzione, a cui tutti credono sia chi ha votato SI sia chi ha votato NO, ma una grande  disaffezione nei confronti del PD. Non era il partito dove erano confluiti molti cattolici democratici per realizzare un’esperienza nuova? E come si fa ad affrontare i grandi problemi dell’ora senza un partito di riferimento?

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13 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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CHE NE SARÀ DEL SOLDATO MATTEO RENZI?

13 Febbraio 2017

Mauro Calise, politologo da tempo sostenitore di Renzi: “Il soldato Renzi può salvarsi se crede in sé” (Mattino). Federico Geremicca, “L’ultima scommessa di Matteo” (La Stampa). Gian Antonio Stella, “La voglia di rilancio” (Corriere della Sera). Il retroscena di Federica Schianchi su La Stampa: “Voto a ottobre. La strada del Colle che può convincere Renzi”. La voce di tre intellettuali di sinistra che ancora hanno una qualche fiducia nella leadership di Matteo Renzi: Biagio De Giovanni, “Un accordicchio sarebbe letale” (Messaggero); Mario Tronti,Il nostro vero dramma è che non vediamo più gli arrabbiati sul 776” (intervista a Repubblica); Emanuele Macaluso: “Non staccare la spina a Gentiloni. In futuro un’alleanza con Pisapia” (intervista al Messaggero); e poi l’anche lui ancora pro-Renzi Eugenio Scalfari: “Rifondare la sinistra per battere il populismo”.

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11 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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IL NUOVO PRODI È PISAPIA? OPPURE ANDREA ORLANDO? O RENZI RISALIRÀ?

11 Febbraio 2017

Il nuovo Prodi è Pisapia. Solo con lui si torna a vincere”, così Gad Lerner a Il Fatto. Sergio Chiamparino scrive al Corriere della Sera: “Matteo accetti il congresso. La bocciatura al referendum non si può rimuovere”. Roberto Speranza al Corriere: “Scissione, il rischio resta se il congresso è una gara lontano dai guai dell’Italia” (e alla Gazzetta del Mezzogiorno racconta: “Finita l’onda-Renzi, questo il partito che sogno”). Dino Martirano, sempre sul Corriere: “Legge elettorale: la babele nel Pd”. Ma la babele nel Pd va oltre la legge elettorale, come racconta Natalia Lombardo sull’Unità: “Urne, congresso primarie: la sfida nel Pd”. Per Laura Cesaretti, su Il Giornale, “Napolitano trama nell’ombra e arruola Orlando e Franceschini per la battaglia contro l’ex premier”. E Emanuele Macaluso, in un’intervista a Il Giorno, dice: “Il Pd di Matteo è finito. Lo sfidante? Orlando”. Vede nero anche Michele Salvati in un colloquio con il Foglio: “Salvati, il teorico del Pd: ‘la situazione è dura, non sono ottimista’”. Lina Palmerini sul Sole 24 ore anche racconta “La guerriglia dei renziani a Padoan sulle tasse”. E Renato Mannheimer sul Giornale annota che, comunque, “Otto italiani su dice bocciano Gentiloni”. Quanto alla legge elettorale, Michele Ainis su Repubblica sostiene che la Consulta non ha impedito affatto che si possa votare subito con le leggi vigenti (“Il grande malinteso sulla legge elettorale”) e Marco Olivetti su Avvenire dice che la Consulta ha rimesso la questione nelle mani della politica (“Politica senza alibi”).

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10 Febbraio 2017
by Vittorio Sammarco
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NASCE  IL “CAMPO PROGRESSISTA”, PROMOSSO DA GIULIANO PISAPIA

10 Febbraio 2017

“Vogliamo riunire chi vuole fare qualcosa per la società e non trova il modo”, così Giuliano Pisapia in un’intervista a Aldo Cazzullo sul Corriere della sera  (“Ecco il mio Campo progressista. Con il Pd possiamo fare il 40%”). Giovanni Orsina critica Renzi (e Berlusconi) perché cercano di competere con Grillo scendendo sul suo stesso terreno (“Dove porta l’imitazione di Grillo”, Il Mattino). Franco Monaco, sul Fatto, si augura che la minoranza dem, a questo punto, resti dentro e metta in minoranza Renzi (“L’Ulivo cos’era e cosa non può essere”). Piero Bevilacqua sul Manifesto parla del progetto di Sinistra italiana, non disposto ad alleanze con il Pd (“Per fare il centrosinistra bisogna unire la sinistra”). Emilia Patta, sul Sole, fa il punto sul Pd: “Renzi: voto a giugno o subito il congresso”. Vannino Chiti: “Confronto sui temi e poi la conta. Se Renzi vince sarà leader di tutti” (Unità). Per Mauro Calise, sul Mattino, la posta in gioco del congresso Pd sarà la testa di Renzi (“La sfida a Renzi posta in gioco del congresso”). Pessimista Claudio Cerasa sulle sorti di Renzi (“No voto, no party, no Renzi”, Il Foglio). Critica Renzi ma allarga lo sguardo Guido Crainz: “L’impotenza del riformismo”. Guido Tabellini sul Sole 24 ore spiega perché sarebbe meglio votare subito (“Il voto ravvicinato e la lezione dello spread”). Quanto alla sentenza della Consulta: Stefano Ceccanti, “La riforma possibile” (Il Giorno); Roberto D’Alimonte, “La Corte lascia ai partiti la responsabilità di una nuova legge” (Sole 24 ore); al contrario per Liana MilellaOmogeneità tra Camera e Senato. La Consulta detta la legge elettorale” (Repubblica).

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9 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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I TRAVAGLI DEL PD IN ITALIA E DEL PS IN FRANCIA (E LA NASCITA DI DEMA A NAPOLI)

9 Febbraio 2017

Stefano Folli, “La fine del partito personale di Renzi” (Repubblica). Carlo Bertini,Esplode la rivolta nel Pd. Renzi userà il congresso per evitare la scissione” (La Stampa). Giovanna Casadio, “Pd, 41 senatori si sfilano da Renzi” (Repubblica). L’Unità pubblica il documento di 40 senatori del Pd (tra i firmatari Tronti, Tocci, Corsini, Dirindin, Borioli). Massimo D’Alema è intervistato dalla Repubblica: “Niente scissione del Pd, ma guai a votare adesso. L’Italia è seduta su una polveriera”.  L’interessante relazione integrale di Enrico Morando, vice-ministro dell’Economia, al convegno di LibertàEguale (area riformista del Pd) lo scorso 27 gennaio sulla situazione politica. Una settimana fa a Napoli si è tenuta l’assemblea della nuova creatura del sindaco Luigi De Magistris, “DemA”, trasformatasi in movimento politico (qui la cronaca dell’evento e l’audio dell’intervento “rivoluzionario” del sindaco). Su La Stampa un’intervista a Benoit Hamon, vincitore delle primarie del partito socialista in Francia: “Lavoro, utopia, ambiente per sconfiggere i populismi”. Sull’Unità.tv un intervento di Stefano Ceccanti: “Chi è Emmanuel Macron e cosa propone l’uomo nuovo francese”.

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8 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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MATTARELLA, CHIAVARIO, SCARAFFIA, FERRERA…

8 Febbraio 2017

Lucetta Scaraffia sull’Osservatore Romano fa un interessante annotazione sull’atteggiamento dei cattolici, o meglio di papa Francesco, di fronte a temi cruciali del nostro tempo (“Al di sopra della politica”). Marzio Breda, annota un discorso del presidente: “Mattarella ai magistrati: ‘Non smarrite il senso del limite’” (Corriere della Sera). Mario Chiavario, su Avvenire, sostiene che è tempo di concedere “Libertà di opinione ai giudici costituzionali”. Marcello Sorgi su La Stampa lamenta: “Il centrosinistra e quell’eterna propensione autolesionista”. Emilia Patta, sul Sole 24 ore, offre due note politiche sintetiche e utili: “Renzi apre a elezioni nel 2018” e “Elezioni, Renzi considera anche l’opzione settembre”. Massimo Franco sul Corriere della Sera interviene sul rapporto Gentiloni-Renzi: “Il paradosso di un governo sostenuto dalle minoranze”. Giovanni Sabbatucci su La Stampa avverte: “Proporzionale, un ritorno con molti rischi”. Interessante riflessione di Elisabetta Grande, docente a Torino di Diritto comparato: “Difendere i diritti aiuta a combattere la disuguaglianza” (La Stampa).  Il colloquio rubato da Federico Capurso all’assessore all’urbanistica di Roma, Paolo Berdini: “La sindaca è impreparata, dall’inizio si è circondata di una corte dei miracoli” (La Stampa). Una nota confortante di Maurizio Ferrera sul Corsera: “C’è ancora voglia d’Europa”.

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3 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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INVECE DI ANDARE A CASA IL PRIMA POSSIBILE…

3 Febbraio 2017

Leonardo Becchetti in un editoriale sull’Avvenire: “Invece di andare a casa il prima possibile (…) la nostra classe politica dovrebbe fare esattamente il contrario. Restare per tutto il tempo necessario e metterci la faccia in questo momento difficile per sudarsi e meritarsi la stima dei cittadini” (“La giusta fatica che serve all’Italia”). Tracce di ripensamento si notano ora in Matteo Renzi, come emerge dal colloquio con Massimo Franco sul Corriere della Sera: “Potrei non candidarmi a premier. Primarie poi il voto, oppure si va al 2018”. E Stefano Folli su Repubblica lo registra: “La lunga frenata sul voto anticipato”. Anche il renziano, ma schietto, Matteo Richetti dichiara a La Verità: “Renzi deve fermarsi, così porta il Paese a sbattere”. Avvertimenti vengono anche dal filosofo Sebastiano Maffettone sul Messaggero: “Il va dove ti porta il voto che snatura la politica”. Arturo Parisi, intervistato da Repubblica, critica la sinistra dem ma non è ben certo che Renzi abbia fatto davvero autocritica (“No a un’altra scissione. Una nuova alleanza nasce solo dal Pd unito”). Italia Oggi riporta il pensiero di Silvia Prodi: “Improponibile un nuovo Ulivo. No a elezioni e scissione”. Accorato appello di Livia Turco: “Quando il Pd attorno al tema della lotta alla povertà dedicherà un po’ di passione, un po’ di discussione, un po’ di tempo a girare tra le varie Caritas sarà un partito autorevole” (“Emergenza Pd”, Unità). Roberto Speranza, in un’intervista al Mattino, dice: “E’ l’ora della chiarezza. La via maestra resta il congresso”. Invece, sul Foglio, Claudio Cerasa incoraggia Renzi a… resistere (“La guerra dei settanta giorni”) e Mauro Calise dice all’Unità di avere ancora fiducia: “Pd è intero. Renzi resta leader”. Dario Franceschini fa la sua proposta: “Premio di coalizione e primarie per alleanza con centro e sinistra” (intervista a Repubblica).

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2 Febbraio 2017
by Giampiero Forcesi
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SE IL PROPORZIONALE PUÒ INDURRE AD ATTEGGIAMENTI MENO DIVISIVI

2 Febbraio 2017

Antonio Floridia, sul Manifesto, spiega come il sistema quasi proporzionale con cui probabilmente si voterà stimola i partiti  a cercare convergenze e a chiarire agli elettori con chi sono disposti a governare (“Aggiornate i calcoli. Il proporzionale cambia tutto”). “Rivincita contro rancore” così Stefano Folli su Repubblica interpreta l’animo che guida oggi l’azione politica di Matteo Renzi e quella di Massimo D’Alema, a vantaggio dei 5 Stelle (“Renzi e la prevalenza di Grillo”). In un’intervista al Corriere Enrico Mentana è tranchant: “Renzi bullo, e non fa più sognare”. Michele Emiliano: “Matteo non è più il nostro leader. Così il partito è morto” (intervista al Corriere della Sera). Anche il ministro Carlo Calenda dice: “Paese a rischio con le urne a giugno” (intervista al Corriere). E Giorgio Napolitano: “Il voto ora non è da paese civile” (Carmelo Lopapa, Repubblica). L’editoriale di Antonio Polito sul Corriere della Sera è ugualmente severo col pressapochismo della politica italiana di questi giorni: “Il rischio di una altro big bang”. Così pure Biagio De Giovanni sul Messaggero: “I partiti a pezzi nel paese che non cresce e perde identità”. Mauro Magatti su Avvenire chiama tutto il Paese a un “Tempo di svolta”. Un parere a favore dell’operato del passato governo Renzi viene dal deputato Pd Daniele Borioli che su Appunti Alessandrini scrive: “Renzi, il riformismo della cittadinanza”. In difesa di Renzi anche Dario Parrini sull’Unità: “Non si può stare dentro il Pd e lavorare a spaccarlo”. Mario Dogliani sul sito del Centro per la riforma dello Stato riflette sul dopo referendum: “Siamo sicuri che l’Italia abbia, oggi, una vera costituzione?”.

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