21 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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21 Dicembre 2012
Non abbiamo ancora certezze. Ma sembra ormai chiara la decisione di Monti di impegnarsi nella battaglia politica in vista delle elezioni, sponsorizzando in qualche forma un rassemblement centrista. Un senatore a vita non si può candidare, ma può certamente ricoprire qualche altro ruolo politico in una campagna elettorale. La notizia non è banale e merita qualche osservazione ancor prima di conoscere il quadro preciso.
La scelta del presidente del Consiglio non è affatto illegittima, ma appare certo un po’ sorprendente e anche impegnativa per il futuro. Uscire dal ruolo di tecnico d’emergenza e di uomo delle istituzioni lo porterà a prendere parte, anche in termini di stile, di linguaggio e di progetto. Non potrà più mascherare le proprie priorità dietro a presunti «obblighi» imposti dai mercati o dall’Europa: la tanto evocata «agenda Monti» del governo di emergenza non potrà semplicemente essere riportata come programma di un governo politico. Dovrà essere politicizzata, spogliata del suo carattere in qualche modo obbligato, e questo non sarà un male. Se il presidente non lo farà, darà l’idea di un ruolo piuttosto marginale della politica: e allora perché «correre» e non attendere semplicemente un nuovo incarico «sopra le parti»? Capiremo quindi meglio Monti, alla prova della polemica e della dialettica con gli avversari. E Monti dovrà convincere e trovare consenso. Vedremo come e quanto ci riuscirà: non è detto che l’aura di stima diffusa per chi ha ridato serietà alle istituzioni e al paese si trasformi in comprensione e appoggio verso la sua presa di parte. Mi pare
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