10 Maggio 2018
by Giampiero Forcesi
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GUIDO FORMIGONI, “DAL SESSANTOTTO ALL’OMICIDIO MORO”

10 Maggio 2018

Nel nuovo numero del Mulino, il n. 2 del 2018, tra i molti articoli si trova un ampio saggio di Carlo Trigilia, utile per la comprensione del deficit di rappresentanza all’origine della crisi di consensi da parte del Partito democratico (vedi l’Editoriale della rivista che ne fa la sintesi), un intervento di Guido Formigoni, “Dal Sessantotto all’omicidio Moro” (vedi la sintesi) e un’intervista a Nadia Urbinati su democrazia e popolo (vedi il testo intero). Per acquistare i singoli articoli vedi in www.rivistailmulino.it

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9 Aprile 2018
by Giampiero Forcesi
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SOLITUDINE A CINQUE STELLE

9 Aprile 2018

Un’analisi che è divenuta più lucida, da parte di Piero Ignazi su Repubblica: “La solitudine sotto il cielo a cinque stelle”. Una critica ai 5 Stelle viene anche da Nadia Urbinati: “La democrazia del sorteggio” (Repubblica). Sui rapporti tra 5 Stelle e Sud del paese scrive Federico Fubini: “I 5 Stelle e l’assenza di una ricetta per non deludere gli elettori del Sud” (Corriere della sera). Sul presente e il futuro del Pd scrivono con buon senso Luciano Violante (“Il Pd di nuovo alla ricerca della sua ragion d’essere”, Corriere della Sera) e Tommaso Nannicini (“Il nostro riformismo ritrovi l’empatia”, Repubblica). Claudio Cerasa sul Foglio sostiene l’idea di dedicare la legislatura a trasformare l’Italia in una repubblica presidenziale come in Francia (“La Quinta Repubblica è il vero piano B, se falliscono Salvini e Di Maio”). La messa in guardia di Carlo Cottarelli: “Niente illusioni su un nuovo aiuto da parte di Draghi” (Repubblica Affari & Finanza).

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2 Aprile 2018
by Giampiero Forcesi
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“TROPPI DIRITTI”. UN’ANALISI CONTROCORRENTE

2 Aprile 2018

Un libro del direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano desta interesse; ne scrivono Biagio De Giovanni sul Mattino(“Se troppi diritti fanno un paese malato”) e Carlo Bordoni sul Corriere della Sera (“Troppi diritti fanno male all’Italia”). Desta interesse (e qualche perplessità) l’editoriale di Maurizio Molinari su La Stampa: “Una donna la governo del Paese”.  Due articoli su Repubblica sul Pd: Gianni Cuperlo, “Al partito occorre una rifondazione democratica”; Nadia Urbinati, “L’opposizione sia responsabile”. La posizione di Ettore Rosato: “Chi vuole trattare è ingenuo: hanno già un’intesa senza Pd” (intervista al Messaggero). Per Sabino CasseseL’Italia non regge a lungo senza un governo”  (intervista al Mattino). Sergio Fabbrini discute del superamento, con il 4 marzo anche in Italia, delle polarità destra-sinistra e dell’avvento di una nuova polarità, il sovranismo (che in Italia unisce M5S e Lega), da cui dovrebbe, per opposizione, nascere una polarità europeista (Pd-FI), capace però di promuovere l’interdipendenza senza accettare l’invasività della governante europea sulle politiche nazionali (“La nuova divisione che s’aggira per l’Europa”). Eliana Di Caro, sul Sole 24 ore, si sofferma sulla figura di Giglia Tedesco, parlamentare comunista e cattolica (“La politica arte della mediazione”).

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16 Marzo 2018
by Giampiero Forcesi
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FRANCO MONACO SPIEGA IL CENTROSINISTRA PD-M5S

16 Marzo 2018

Mattarella sembra non escludere nessuna soluzione di governo e  vuole evitare il ritorno alle urne: così Ugo Magri su La Stampa (“Tre condizioni del Quirnale per il governo”). Franco Monaco, sul Manifesto, spiega perché il Pd dovrebbe dialogare con i 5 stelle: “Il centrosinistra Pd-M5S che Renzi non vuole”. Paolo Pombeni, intervistato dalla redazione bolognese di Repubblica, dice: “La sinistra che insegue i grillini perderà ancora voti”. Carlo Cottarelli, su La Stampa, misura le convergenze e le divergenze di Lega e 5 stelle e di 5 stelle e Pd (“Le affinità elettive dei grillini”). Lavinia Rivara su Repubblica dice cosa accomuna Lega e 5 stelle: “Pensioni, vitalizi e Del per l’asse grillo leghista”. Paolo Mieli, “Quel balzo sul carro dei 5 stelle” (Corriere della sera). L’allarme di Giuliano Ferrara: “Non credo a un esecutivo segnato dalla volontà dei vincitori” (Foglio). Federico Fubini teme che il populismo durerà (“I populisti e le inutili illusioni”, Corriere della sera). Anche Nadia Urbinati sostiene che la nuova visione (populista) della democrazia è destinata a durare (“La democrazia del pubblico”). Claudio Cerasa: “Il grillismo non ha bisogno di utili idioti” (Foglio). Claudio Tito: “Il piano Lega-M5S: governo per rifare la legge elettorale e tornare al voto” (Repubblica). Mauro Calise, sul Mattino, propone un’alleanza Pd-Fi contro Lega e 5 stelle, e nuove elezioni (“Un patto per fermare la crisi”). Gian Enrico Rusconi, “Le ricette nel cilindro dei populisti” (La Stampa).

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17 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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I TIMORI DELL’EUROPA PER GLI IMPROVVISATORI AL POTERE IN ITALIA

17 Gennaio 2018

Beda Romano sul Sole 24 ore riferisce: “Moscovici: voto in Italia, un rischio per l’Europa” (e come dargli torto?). Del resto basta legge l’intervista del Corriere della Sera a Marine Le Pen di un paio di giorni fa: “Sto con Salvini. Bene le idee dei 5 stelle”. Marta Dassù, su la Stampa, spiega bene il clima in Europa attorno al voto italiano: “La sindrome greca nelle urne”. Franco Venturini, sul Corriere, si chiede: “Sta tornando l’Europa, e l’Italia cosa fa?”. Ancora sul Corriere un preciso intervento di Salvatore Bragantini: “Sul debito pubblico servono decisioni credibili”. Viceversa, come scrive Massimo Giannini, si temono “Improvvisatori al potere” (Repubblica). Mentre il candidato del Pd a governatore della Lombardia, Giorgio Gori spiega “Il riformismo di razza pd”, sul Foglio, quello della destra, Attilio Fontana sprofonda ne “I sofismi razzisti” (Nadia Urbinati, Repubblica) e Elisabetta Moro spiega “Perché Fontana è un razzista che ignora la Costituzione” (Mattino), costituzione il cui art. 3 è difeso, anche nella terminologia obsoleta, da Massimo Villone sul Manifesto: “Ma in quella norma c’è l’identità del Paese”. … “Un Paese diviso in tre parti”, dice nel suo editoriale sul Corriere della Sera Antonio Polito, e la parte più debole sembra il Pd in cerca di un vessillo convincente da alzare agli occhi del popolo, a fronte degli altri due poli che due parole d’ordine efficaci le hanno trovate (a detta di Bill Emmott: “I paradossi nascosti nelle urne”, la Stampa). Intanto Emanuele Macaluso scrive: “Grasso dimentica chi sono davvero i 5 stelle…” (Il Dubbio) e Sabino Cassese riflette sul Foglio su “Il passaggio del 4 marzo”.

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30 Ottobre 2017
by Giampiero Forcesi
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EUROPA. CATALOGNA. RISCHIO NUCLEARE

30 Ottobre 2017

Biagio de Giovanni, su Il Mattino, riprende Macron e ricorda che “Il futuro della UE dipende anche dal voto italiano” (Messaggero). L’intervento di papa Francesco alla riunione delle conferenze episcopali europee: “L’Europa, persone non solo numeri” (Avvenire). Quattro interventi sulla Catalogna: Beniamino Caravita, “Catalogna nelle mani della vice di Rajoy” (Messaggero); Nadia Urbinati, “Catalogna, la soluzione federale” (Repubblica); Lucio Caracciolo, “La paura della balcanizzazione paralizza l’Unione europea” (Repubblica); Wlodek Goldkorn, “Barcellona e la nuova geografia dei confini” (Repubblica). Sul Mediterraneo: Romano Prodi, “La guerra libica senza soluzione rischia di aprire il fronte Tunisia” (Messaggero). Scenari globali: Maurizio Molinari,Il disarmo nucleare è a rischio” (La Stampa). El Baradei, “Mai stato così vicino lo scontro nucleare” (intervista a Repubblica). Francesca Caferri, “Il papa tra Kim e Trump” (Repubblica).

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10 Settembre 2017
by Giampiero Forcesi
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PARTITI INTRAPPOLATI

10 Settembre 2017

L’ultimo sondaggio: “Il Centrodestra stacca Pd e M5s” (Nando Pagnoncelli, Corriere della Sera). E Francesco Verderami, sul Corriere, racconta “La doppia via di Berlusconi”. Un’intervista che fa pensare, quella di Antonio Di Pietro a Repubblica: “Sì, Mani pulite ha distrutto i grandi partiti e favorito quelli personali”. Un retroscena di Carlo Bertini su La Stampa: “’Gentiloni candidato premier’, una fronda anti-Renzi nel Pd”. Come Il Fatto liquida Pisapia: “Pisapia il nulla, però presentabile” (Daniela Raineri). Paolo Pombeni giudica “I partiti intrappolati nella strategia ideologica” (Sole 24 ore). Una bella analisi della fase che viviamo di Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino: “La ripresina muove il Pil, ma il paese è immobile”. Sulla crescita i consigli di Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera: “Le (piccole) riforme che servono per la crescita”. La delusione di Nadia Urbinati: “M5S, dal movimento di tutti al partito di qualcuno” (Repubblica). Sull’Espresso va di scena Marco Minniti: Tommaso Cerno, “I migranti, la sinistra e la vera sfida di Minniti”; Marco Damilano, “Il lato Minniti della forza”. Una delle lettura tranchant di Claudio Cerasa: “I sei anni che hanno cambiato l’Italia” (Il Foglio). In molti (tra cui Ceccanti, categorico) dicono che non si farà nessuna nuova legge elettorale, ma Stefano Folli spiega: “Perché l’ex premier non può permettersi l’immobilismo sulla legge elettorale” (Repubblica).

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8 Settembre 2017
by Giampiero Forcesi
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FERMARE GLI SBARCHI NON BASTA

8 Settembre 2017

Carlotta Sami (Unhcr), “La situazione è drammatica. Fermare gli sbarchi non basta” (intervista al Manifesto). Su Repubblica: “Emma Bonino: ‘Così l’Italia s’è messa in un pasticcio’”. La denuncia di Medecin Sans Frontieres: Daniela Fassini, “Msf: atrocità in Libia” (Avvenire); Alessandra Ziniti, “Dossier Msf a Bruxelles: orrore nei campi libici” (Repubblica). Tommaso Di Francesco sul Manifesto: “Un urlo contro la complicità”. Francesca Schianchi su La Stampa riporta una proposta del viceministro degli Esteri Mario Giro: “L’Italia: i campi in Libia sotto il controllo delle Ong”. Un reportage di Francesca Mannocchi su Pagina 99: “A Tripoli dove regna un governo fantasma”. Il reportage di Fabrizio Gatti sull’Espresso: “’Volete che fermiamo i traffici? Pagateci. La partita dei migranti si gioca sui soldi”. Una testimonianza di Marta Bellingreri sulla società civili libica che reagisce: “Libia, Zuwara, la città che ha detto basta alle morti in mare” (Openmigration). L’intervista del Corriere della Sera a Antonio Tajani: “Migranti, la scelta della Corte UE porterà alla riforma di Dublino”. L’editoriale di Leonardo Becchetti su sovranisti e razzisti: “La cattiva strada” (Avvenire). Una riflessione di Nadia Urbinati: “La sfida delle società multietniche: conciliare inclusione sicurezza” (Repubblica). Un editoriale di suor STUPRI. Eugenia Bonetti su Avvenire dopo lo stupro a Rimini: “Gli ignorati stupri”.

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23 Luglio 2017
by Giampiero Forcesi
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LA GRANDEUR DI MACRON. NOI E LA LIBIA. NOI E IL PETROLIO. AUTORITARISMI AD EST

23 Luglio 2017

Eugenio Scalfari lancia l’allarme sulle mire napoleoniche di Macron ed esorta l’Italia a reagire, soprattutto per quanto riguardo il proprio ruolo in Libia e più in generale in Africa; e richiama la sinistra a impegnarsi in primo luogo su un concreto europeismo (“La grandeur di Macron che minaccia l’Italia e l’Europa”, Repubblica). Anche Romano Prodi coglie alcuni eccessi di Macron nel mettere la Francia al primo posto (“Ora Macron riequilibri il rapporto con l’Italia”, Messaggero). Maurizio Molinari su La Stampa coglie i principali elementi novità nel quadro europeo e mette in guardia l’Italia dal giocare un ruolo di basso profilo (“Le quattro novità d’Europa”). Vincenzo Nigro: “La Francia e l’Italia nella partita libica” (Repubblica). L’ITALIA E IL PETROLIO: per avere autorevolezza in campo internazionale all’Italia serve  non sparare sulle proprie aziende energetiche; lo scrivono Alberto Negri (“La diplomazia del gas contro le guerre”, Sole 24 ore) e Davide Tabarelli (“Se il petrolio diventa il diavolo”, Mattino). PAESI DELL’EST: Vladimiro Zagrebelsky, “Le democrazie illiberali contro i giudici” (La Stampa), Nadia Urbinati, “Le due facce dell’Unione” (Repubblica).

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27 Giugno 2017
by Giampiero Forcesi
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PER IL PD C’È UN “MODELLO PADOVA”?

27 Giugno 2017

Guido Crainz, su Repubblica, addebita a Renzi di non aver riflettuto sulla sconfitta al referendum (“Chi ha sottovalutato il no al referendum”). Stefano Folli, sempre su Repubblica, deplora che “Renzi punta più di prima su se stesso, l’unico di cui si fida”, e gli intima: “E ora dimenticare Palazzo Chigi”. Ancora su Repubblica Walter Veltroni dice: “Renzi deve cambiare passo. Ormai il mio Lingotto è lontano. Il Pd non ha più identità”, e Ilvo Diamanti analizza il voto (“C’era una volta la ‘zona rossa’”). In un’intervista al Corriere della sera Andrea Orlando dice: “I nostri stanno a casa o ci votano contro. Tavolo con le altre forze per la ricostruzione”. Epperò Matteo Renzi replica in un’intervista al Quotidiano nazionale che “A sinistra si perde”. Maria Teresa Meli conferma sul Corriere la linea di Renzi: “Il leader dice addio al modello Prodi”. Anche Massimo Adinolfi dubita dell’unità a sinistra: “Uniti si vince nei comuni ma non si governa” (Il Mattino). E persino Michele Serra, nella sua Amaca, è scettico e racconta quale è a suo avviso il vero “capolavoro politico” di queste elezioni. Anche il politologo più renziano, Mauro Calise, dubita che Renzi possa uscire dal cul du sac in cui è finito (“Se basta un tweet per cambiare un ciclo politico”, Mattino). Giuliano Ferrara sul Foglio ci scherza su: “Il Royal Baby a rischio Royal boh!”. Paolo Pombeni sembra dare qualche ragione a quanti, tra gli elettori, non vanno a votare convinti che in fondo i governi sono tutti uguali (“L’indebolimento dei Democratici come ‘partito di insediamento’”). E’ Giorgio Tonini, in un’intervista all’Avvenire, a provare invece a indicare la possibile direzione di marcia del Pd renziano, richiamandosi alla vittoria a Padova: “Il modello sia Padova. Matteo deve rilanciare. E non ceda a patti interni”. Sulla vittoria del centro-destra scrivono in molti, tra cui, su La Stampa, Giovanni Orsina (“Un’alleanza in cerca d’identità”) e Ugo Magri (“Centrodestra: vittoria con i voti M5S”). Alla domanda “E ora che succede?”, su La Stampa, provano a rispondere tre politologi: Alessandro Campi, Nadia Urbinati e Gianfranco Pasquino.

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