18 Marzo 2015
by c3dem_admin
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18 Marzo 2015
Gianni Cuperlo, intervistato il 14 marzo su Libero, ha affermato che le riforme costituzionali in preparazione profilano “un sistema presidenzialista senza i contrappesi del vero presidenzialismo”, con “un Senato di nominati dagli enti locali e un Camera di nominati dai partiti”, e conclude dicendo che, “se l’Italicum non cambia, esiste il rischio scissione nel Pd” (“La scissione nel Pd? Un rischio“). A Cuperlo ha risposto Giorgio Tonini sul sito Landino.it, osservando che le riforme proposte dal governo Renzi, sia sul Senato sia sulla legge elettorale, ricalcano il sistema tedesco, che nessuno ha mai accusato di essere antidemocratico; e che parlare di scissione per questo è poco comprensibile (qui). Nino Labate ha inviato, a sua volta, a Tonini il commento che qui pubblichiamo.
Caro Giorgio, condivido le fondamenta delle tue osservazioni a Cuperlo: per quello che osservo, la scissione non la vedo neanche io, e sarebbe peraltro un suicidio; la tesi di antidemocrazia è poi sin troppo provocatoria. Chiarito ciò, è però necessario spaziare di più e andare oltre.
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