Su un sito cattolico tedesco, Julius Muller Meiningen si allarma per un dossier che circola tra i membri della Curia romana in cui si considera il Motu Proprio di papa Bergoglio (“Mitis judex Dominus Jesus“), di radicale revisione delle procedure di nullità dei matrimoni, un atto “pericoloso”, fatto d’autorità, senza passare per il Sinodo sulla famiglia (“Adesso basta!”, trad. ital. di finesettimana.org). Dà conto del clima che ci sarebbe in Curia l’articolo di Sandro Magister sul suo blog: “Vietato chiamarlo divorzio. Ma quanto gli somiglia”. In esso Magister sostiene che “la riforma dei processi matrimoniali voluta da papa Francesco moltiplicherà da poche migliaia a molti milioni le sentenze di nullità. Ottenibili con grande facilità anche in soli 45 giorni”. Sulla decisione di Bergoglio avevano scritto pochi giorni fa, tra gli altri: Chiara Saraceno, “La Chiesa democratica“; Pierangelo Sequeri, “Senza incertezza” (Avvenire); Andrea Tornielli, “Tra veleni e congiure. Una mossa che spiazza i conservatori” (La Stampa); Luigi Accattoli, “La rivoluzione della sacra rota” (Corriere della Sera); Giuliano Ferrara, “Il Papa e la pastorale low cost” (Il Foglio); Franco Garelli, “Il papa e le ferite dei fedeli” (La Stampa); Vittorio Bellavite, “Finalmente si sblocca il meccanismo dei processi canonici”.
15 Settembre 2015
by Giampiero Forcesi
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