20 Dicembre 2022
by Vittorio Sammarco
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LA LEZIONE DI SERGIO FABBRINI ALLA SINISTRA. L’ECO DEL DISAGIO DEGLI EX POPOLARI

20 Dicembre 2022

La stampa dà un certo spazio all’incontro dell’associazione I Popolari l’altro giorno a Roma: Angelo Picariello, “Pd, i Popolari a disagio mandano un avviso” (Avvenire). Andrea Carugati,Castagnetti: se il Pd cambia natura i cattolici vanno via” (Manifesto). Maria Teresa Meli, “L’allarme di Letta: Pd sotto attacco. E tra gli ex Ppi aria di scissione” (Corriere della sera). Erasmo Palazzolo, “L’aut aut degli ex Popolari a Letta: se il Pd diventa una ‘cosa rossa’ noi fuori” (Sole 24 ore). LA LEZIONE POLITICA DI SERGIO FABBRINI: “La sinistra serve al Paese se sa affrontare il tema della crescita, altrimenti è socialmente inutile”, così Sergio Fabbrini in una interessante intervista a Il Riformista sui temi del Qatar gate e più in generale della sinistra e del futuro dell’Europa (“Lo scandalo del Qatar? Un non problema. I problemi sono altri”). INOLTRE: Rino Formica guarda lontano: “La sinistra sopravviverà alle sue nomenclature” (intervista a Repubblica). L’ironia di Luciano Capone sui dem che accusano Meloni di non aver mantenuto i suoi (criticatissimi) impegni: “Pd, pericolo sfascista” (Foglio). Claudio Cerasa fa lo stesso: “Quanto è pericolosa per l’opposizione una Meloni vestita da Draghi” (Foglio). Per Elsa Fornero, però, “La destra non ferma il declino” (La Stampa). Carlo Cottarelli, “Il Mes spiegato a Meloni” (Foglio). Alberto Guariso, “Il diritto di salvataggio in mare”. Claudio Tito, “Tetto al gas. L’Ue trova l’intesa” (Repubblica). Micol Flammini, “La visita di Putin a Minsk” (Foglio).

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10 Ottobre 2012
by Vittorio Sammarco
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I quattro no a Renzi di Franco Monaco. Il dibattito sui Popolari nel Pd. Il dibattito sul “doppio voto” alle Primarie

10 Ottobre 2012

Una “diffidenza a pelle”, dice Franco Monaco su “Europa” del 10 ottobre. E una “differenza culturale e generazionale”. E poi politica: (1) no alla subalternità al liberismo; (2) no all’idea dell’autosufficienza del Pd e dunque al rifiuto dell’alleanza con Sel; (3) no a una linea che rischia di spaccare il Pd; (4) no ad abbandonare le proprie idee per inseguire l’elettorato (meglio perdere, allora). Vedi: Quattro volte no a Renzi.

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