Se c’è qualcuno che vuole farsi ridere in faccia, non deve fare altro che affermare l’inutilità della comunicazione pubblicitaria. Quella comunicazione che nelle sue diverse configurazioni socioculturali, semiotiche e linguistiche è tesa a convincere i consumatori a comprare un certo prodotto, una certa marca di oggetto, un certo bene di consumo, ecc. E, non per ultimo, quella che condizionerebbe a votare per un certo partito e per un certo uomo politico. Ma. di fronte alle “fake news”, il cittadino è veramente indifeso?