24 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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“QUALUNQUE SCELGO È COLPA”. E IL “SÌ” COME MALE MINORE

24 Ottobre 2016

Michele Serra nella sua Amaca di domenica commenta con malinconica ironia una recente dichiarazione di Raniero La Valle su Micromega sulle responsabilità del governo Renzi per il predominio dei mercati sulla volontà popolare. Pierluigi Castagnetti, sul suo blog, commenta con amarezza la violenza verbale di tanti sostenitori del No (e forse anche del Sì), specie sul web (uno gli ha augurato un altro infarto…): “Ragazzi, diamoci tutti una calmata”. Il Regno pubblica un editoriale del direttore Gianfranco Brunelli in cui sostiene che “la vittoria dei ‘no’ può travolgere il sistema politico”, ma aggiunge che “Il ‘sì’ non produce rischi alla nostra democrazia, ma enfatizza certamente un leader scaltro e ambizioso, propenso a un decisionismo solitario, ma non dimostratosi sinora all’altezza delle sfide dell’Italia, sia quelle interne sia quelle internazionali” e conclude: “’Qualunque scelgo è colpa’, possiamo ripetere con Adelchi. Cerchiamo il male minore” (“La Costituzione dei partiti”). Emma Fattorini, sull’Unità, sostiene che la riforma costituzionale è nel solco “della migliore tradizione del cattolicesimo politico italiano” (“Quale democrazia: la posta in gioco anche per i cattolici democratici”). Mons. Bruno Forte indica alcuni criteri per la scelta sul referendum, che indicano la sua propensione al Sì: “La carità è la misura dell’agire politico di ognuno di noi” (Sole 24 ore).

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23 Luglio 2016
by Giampiero Forcesi
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L’enfasi costituzionalista nuoce alla Costituzione

23 Luglio 2016
di Sandro Antoniazzi

 

Negli anni ’90, lasciato momentaneamente il suo ritiro monacale, Dossetti, preoccupato della situazione italiana e da ipotesi che circolavano inerenti modifiche costituzionali, prese con autorevolezza la parola in pubblico. In quell’occasione lanciò la proposta di costituire Comitati per la difesa della Costituzione e intervenne poi più volte per affermare i valori della stessa, sia nei suoi contenuti, sia nel suo significato più profondo per l’unità del paese.

Dossetti spiegò che la Costituzione non era nata dalla Resistenza (tanto meno in una visione di parte, diciamo di sinistra), ma dalla presa di coscienza di cosa avevano voluto dire sei anni di guerra e dalla volontà comune di superare quella tragedia, aprendo una diversa prospettiva umana e democratica. Insieme richiamava che la Costituzione aveva per così dire costituito il patto fondamentale tra le grandi tradizioni ideali e politiche del paese (la cattolica, la comunista, la socialista e quella laica), garantendo la possibilità di sviluppo della società italiana, pur nelle grandi differenze politiche.

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13 Maggio 2016
by Giampiero Forcesi
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MELLONI, TONINI, LA VALLE. RIFORMA COSTITUZIONALE E OPZIONI DI FEDE

13 Maggio 2016

Alberto Melloni su Repubblica commenta l’intervento del gesuita p. Occhetta su La Civiltà cattolica, a favore del sì al referendum sulla riforma costituzionale, riconoscendone equilibrio e saggezza: “Referendum, sì del Vaticano: ‘serve al paese’”. Anche Giorgio Tonini parla di lezione di senso della storia: “Un invito a non fallire un risultato storico” (Unità). Raniero La Valle, su Adista, difende la liceità dell’Appello dei Cattolici del No e confuta la tesi per cui i cristiani non dovrebbero chiamare in causa la fede nella dimensione politica: “è una tesi tardo-maritainiana, che era giustificata dalla cultura di ieri ma oggi assumerebbe un significato regressivo di privatizzazione e di sterilizzazione della fede” (“Referendum costituzionale: se c’entra la fede”). L’articolo di Salvatore Curreri sull’Unità citato da La Valle (“Quando la riforma è questione di fede”). Ettore Colombo, “Renzi, i vescovi e la Costituzione” (Il Giorno). INOLTRE: Sul Manifesto Massimo Villone confuta le accuse di conservatorismo mosse ai sostenitori del No: “Renzi, la riforma e i tesori dell’archeologia”;  Francesco Clementi sull’Unità scrive invece: “Sulla riforma i 56 costituzionalisti contraddicono se stessi”; Roberta De Monticelli sul Fatto scrive: “Caro Cacciari se la riforma ti fa schifo perché la voti?”; Sull’Unità due articoli del costituzionalista Roberto Bin: “Il valore della riforma/1” e “Il valore della riforma/2”.

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10 Maggio 2016
by Giampiero Forcesi
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Popolo, Costituzione e rivoluzione

10 Maggio 2016
di Raniero La Valle

 

Discorso tenuto a Brescia il 6 maggio 2013 per l’apertura della campagna sul referendum

 

Per partire, come sempre si deve fare, dal contesto in cui si svolge questo evento, possiamo citare una notizia meravigliosa che si trova sui giornali di oggi: a Palmira, l’antica città romana in Siria appena liberata dall’ISIS, l’Orchestra di San Pietroburgo ha tenuto un concerto con musiche di Bach e di Prokofiev nell’anfiteatro romano che era stato fino a ieri la sede di feroci esecuzioni. Questo vuol dire che la distruzione non è per sempre. Questo vale anche per la Costituzione: se anche riusciranno ora a distruggerla, essa rinascerà, l’Italia non sarà senza Costituzione, non perderà il patrimonio ormai acquisito del costituzionalismo democratico.

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2 Maggio 2016
by Vittorio Sammarco
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LA VALLE E L’APPELLO DEI “CATTOLICI PER IL NO”

2 Maggio 2016

L’appello di Cattolici per il No al referendum sulla riforma costituzionale che si terrà in ottobre su Koinonia di aprile è uscito da qualche tempo. Lo ha pubblicato di recente “Koinonia”. Sono già numerose le firme (vedi il blog ilsudest.it). Koinonia ripubblica anche una intervista di Roberto Mancini al Manifesto (“Per quale motivo anche i cattolici scelgono di impegnarsi per la costituzione?”), pubblicato lo scorso 20 marzo, e un intervento di Lidia Menapace (“Cattolici per il No: no”). Su Repubblica del 1° maggio Raniero La Valle scrive a Corrado Augias lamentando che si ritenga inopportuna una scelta di campo pubblica, sul referendum , da parte di una parte di cattolici (“La voce dei cattolici”). Augias replica.

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13 Aprile 2016
by Vittorio Sammarco
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LA VALLE: LA MISERICORDIA VIENE PRIMA DELLA GIUSTIZIA

13 Aprile 2016

Alcune settimane fa, Raniero La Valle ha tenuto una conferenza a Cuneo intitolata “Sul detto comune: ‘Non c’è misericordia senza giustizia’”. Ha tra l’altro affermato: “La cosa nuova da dire è che il futuro sta nella misericordia. Anzi non c’è futuro senza misericordia e senza misericordia nemmeno la giustizia è possibile. Dunque bisogna rovesciare il detto ‘senza giustizia non c’è misericordia’, e dire: ‘senza misericordia non c’è giustizia’. Perché quella che è fallita nei secoli, anzi nei millenni, è stata proprio la presunzione di una giustizia che non fosse spinta e nello stesso tempo trascesa dalla misericordia. Perciò non possiamo aspettare la giustizia per esercitare la misericordia”.

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17 Marzo 2016
by Vittorio Sammarco
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I CATTOLICI E IL REFERENDUM COSTITUZIONALE. PRIMI ELEMENTI

17 Marzo 2016

Un appello a votare il no al referendum costituzionale è firmato da alcuni cattolici (tra cui La Valle, Zanotelli, Nogaro, Menapace, Ulianich, Bellavite, Gennari): “Ecco i cattolici che dicono no alla distruzione della Carta” (Il Fatto). Rocca pubblica una serie di interventi sul referendum costituzionale: Raniero La Valle, Giannino Piana, Anna Finocchiaro, Ritanna Armeni, Giancarla Codrignani. Sull’Unità scrive Carlo Fusaro: “Referendum costituzionale; tutti i perché bisogna votare sì”.

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22 Febbraio 2016
by Giampiero Forcesi
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Salvate il soldato Dio

22 Febbraio 2016
di Raniero La Valle

 

Pubblichiamo la registrazione della relazione che l’autore ha tenuto a Gioia del Colle lo scorso 12 febbraio. Nel testo si fa riferimento ad alcuni interventi che hanno preceduto la relazione stessa.

 

Grazie per la ricchezza di questo dibattito. Da quello che è stato detto, risulta chiaramente che c’è una grande consapevolezza del tempo che stiamo vivendo. Credo che siamo all’inizio di un’epoca, o almeno si può dire che questo pontificato stia cercando di dare una svolta non solamente alla storia della Chiesa ma alla storia del mondo. Nell’intervento di Paolo Cantore abbiamo sentito la citazione di questa espressione di papa Francesco nella bolla con cui è stato indetto il giubileo, “Misericordiae Vultus“: “gli anni a venire siano intrisi di misericordia“. “Gli anni a venire”, quindi non quest’anno corrente deve essere l’anno della misericordia, ma gli anni a venire; d’ora in poi il mondo dovrà scoprire e vivere la misericordia. Perché noi, che siamo consapevoli delle sofferenze del mondo in cui viviamo e siamo consapevoli del senso della fine che sta gravando sulla terra, che cosa ce ne facciamo di un anno solo di misericordia? Che cosa ce ne facciamo di un anno di misericordia se poi finito quest’anno, tutto ricomincia come prima: le guerre, le violenze, le esclusioni, i naufragi?

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11 Dicembre 2015
by Giampiero Forcesi
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Un papa venuto prima della fine del mondo

11 Dicembre 2015
di Raniero la Valle

 

Discorso tenuto il 5 dicembre 2015 all’Università di Lecce, su invito della Fondazione Tonino Bello di Alessano

 

Vorrei partire da una frase detta da papa Francesco ai giornalisti nel viaggio in aereo di ritorno dall’Africa, il 30 novembre scorso. Bisogna stare molto attenti ai viaggi di papa Francesco. Le cose più importanti spesso avvengono nei viaggi, e negli incontri con i giornalisti negli aerei del ritorno si può trovare una sorta di evangelizzazione globale.

Del resto il suo pontificato stesso è un viaggio. Per lui la Chiesa è una Chiesa che cammina. Per questo lui deve portare le scarpe nere. Senza le scarpe non si può stare davanti al gregge, e tanto meno in mezzo o dietro al gregge, come il pastore deve fare perché “il gregge ha il fiuto per trovare nuove strade”.

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