L’autore è professore emerito,
già ordinario di Diritto processuale penale
all’Università degli Studi di Torino
Condivido anch’io, in buona parte, le argomentazioni che hanno indotto 56 docenti e studiosi di diritto costituzionale ad esprimere un motivato e pacato “no” al prossimo referendum sulla riforma costituzionale approvata dal Parlamento senza la maggioranza qualificata che l’avrebbe resa immediatamente esecutiva.