19 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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TUTTI I LIMITI DEL PROPORZIONALE

19 Novembre 2016

Michele Nicoletti, “Tutti i limiti del proporzionale” (Unità). Paolo Gentiloni,Crescita e difesa, serve una risposta forte. E’ l’ultima chance per l’Europa” (intervista al Corriere della Sera). Graziano Delrio, “Parametri Ue da rivedere” (intervista al Sole 24 ore). Ilvo Diamanti, “L’avanzata del No. E’ in testa di sette punti” (Repubblica). Claudio Cerasa,“La via d’uscita per Renzi in caso di sconfitta” (Foglio). Stefano Folli, “Il paracadute del Quirinale sugli scenari del dopo-voto” (Repubblica). Giuliano Pisapia, “Con il No paese instabile” (intervista a Repubblica). Franco Monaco, “Gli slogan per il Sì che non convincono” (Il Fatto). Walter Veltroni, “Se la sinistra insegue i populismi rischia di sparire” (intervista a Repubblica). Roger Abravanel, “All’estero non piace il No perché prolunga l’immobilità” (Corriere della sera). Gad Lerner, “Voterò Sì nonostante Renzi” (intervista a Il Fatto). Giorgio Galli, “Il Sì è l’ultima toppa del sistema” (intervista al Manifesto). Massimo Villone, “La Costituzione di un paese normalizzato” (Manifesto). Alessandro Campi sollecita Renzi a volare alto: “L’ultimo miglio per rilanciare una politica alta” (Mattino). Carlin Petrini, “La sinistra ha perso l’identità” (Il Fatto). Paolo Mieli, “A sinistra la paralisi delle idee” (Corriere della sera) e “La sinistra superi l’ossessione del nemico” (intervista all’Unità). Paolo Flores d’Arcais, “La contro-riforma di Renzi, Boschi e Verdini” (Repubblica). Ferruccio Sansa, “Grazie Boschi, siamo tornati cittadini” (Il Fatto).

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13 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL PD, LA CRUSCA E IL GRANO

13 Novembre 2016

In un’intervista al Corriere della Sera Massimo D’Alema dice che “Con il Sì nascerà il partito di Renzi”. Gianni Cuperlo  sull’Unità scrive che “La sinistra vive nella lotta alle disuguaglianze, non nel recinto del Sì o del No”. Replicando al “sogno” di Ezio Mauro, che aveva immaginato “L’incontro impossibile a Palazzo Chigi”, Pierluigi Bersani ripropone un dialogo a tutto campo nel Pd: “Sogno ancora un Pd unito, ma il governo cambi rotta. Giusto abbassare i toni”. Massimo Franco, “Comunque vada non ci saranno vincitori nel Pd” (Corriere della Sera). Anche Walter Veltroni, partendo da Trump, avverte il Pd: “Sveglia prima che sia tardi”. L’appello del direttore dell’Unità, Sergio Staino: “Il Pd, la crusca e il grano”. Eugenio Scalfari collega la infausta vittoria di Trump alla situazione italiana e spinge Renzi a cambiare l’Italicum per non perdere il referendum: “Nei tempi bui del populismo Renzi deve accelerare sulla riforma”. Lina Palmerini segnala “La sfida di Renzi che va oltre il referendum” (Sole 24 ore).  Per Arturo ParisiIl Pd procede nel solco dell’Ulivo” (intervista a Il Giorno). Carlo Valentini, “Salvatore Veca cambia parere e voterà Sì al referendum” (Italia Oggi).

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10 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Cattolicesimo democratico e referendum costituzionale: quale connessione?

10 Novembre 2016
di Enzo Balboni

 

L’autore è professore di Diritto costituzionale nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha scritto saggi di diritto pubblico, amministrativo, comparato e di storia costituzionale. Amico e collaboratore di Giuseppe Lazzati alla Cattolica, e vicino a Giuseppe Dossetti negli anni delle battaglie per la ‘difesa attiva’ della Costituzione (1994–1996), è membro della redazione di “Appunti di cultura e politica”, rivista pubblicata a cura di “Città dell’uomo”.

 

Giovanni Cominelli* mi chiama in causa su Movimenti Metropolitani nel suo commento “Valerio Onida: la Costituzione non è il Corano!” per annoverarmi tra i costituzionalisti del NO, con la precisazione che sarei, con Onida appunto, De Siervo e altri innominati, la punta di lancia del costituzionalismo cattolico, ovviamente ultraconservatore dello status quo istituzionale e nostalgico dei bei tempi andati che, in sequela dell’insegnamento di Mortati e Dossetti, elevavano sugli altari la costituzione materiale e il sistema dei partiti della prima, e unica, Repubblica.

Non è così.

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8 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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CATTOLICI E REFERENDUM. LA REPLICA DI FRANO MONACO A LUIGI LOCHI

8 Novembre 2016

Sull’Unità Franco Monaco (“Il ruolo dei cattolici e il referendum”)replica ad un articolo pubblicato sullo stesso giornale due giorni prima da Luigi Lochi (“I cattolici e le riforme”). Tale articolo è lo stesso, con poche varianti, di quello ricevuto e pubblicato da c3dem otto giorni fa con il titolo “Ri-dire il cattolicesimo democratico”. In esso Lochi aveva criticato sia Monaco sia La Valle a proposito delle posizioni assunte per il referendum.

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8 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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“QUELLI CHE HANNO MANDATO VIA PRODI ORA VOTANO NO”

8 Novembre 2016

Dice Sandra Zampa, in un’intervista a La Nazione: “Quelli che hanno mandato via Prodi ora votano No”. E Piero Fassino, intervistato sull’Unità da Sergio Staino, esclama: “Basta a un No pregiudiziale. Abbiamo un destino comune”. Il Foglio pubblica un recente discorso del magistrato Nino Di Matteo a Palermo: “Arrestiamo la riforma. Manifesto politico di un magistrato”. A Roma Il Comitato “Roma per il Sì” organizza per il 30 novembre un incontro cui prenderanno parte Goffredo Bettini, Giuseppe Vacca, Mario Tronti, Pietro Reichlin e Claudia Mancina (qui il suo documento politico).

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8 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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RENZI CONTRO JUNCKER. E CONTRO BERSANI …

8 Novembre 2016

Per Massimo Franco la polemica di Renzi con Bruxelles è soprattutto ad uso interno (“Lo scontro con l’Europa un’arma referendaria”, Corriere della Sera). E forse la pensa così anche Juncker, almeno secondo Andrea Bonanni (“La ragione e l’azzardo”, Repubblica). Ma l’attenzione è incentrata sul Renzi e sul Pd che escono dalla Leopolda: Miguel Gotor, “Renzi è un piccolo De Gaulle cui sfugge il presente” (intervista a Il Dubbio); Michele Prospero, “Un capo in cerca di acclamazione” (Manifesto); Piero Ignazi (che vede all’orizzonte la scissione del Pd), “Il Pd e il deficit di democrazia interna” (Repubblica); Valentino Parlato, “La radiazione del Manifesto e i linciaggi di Renzi” (Manifesto). E ancora sul Manifesto Piero Bevilacqua scrive: “Ecco perché è importante riuscire a battere Renzi”. In un colloquio con Francesca Schianchi Matteo Renzi afferma: “La minoranza spera nella spallata”. Alessandro Campi dice: “La scissione non serve a nessuno” (Messaggero). Il Corriere della Sera pubblica un commento un po’ rassegnato di Michele Salvati: “La malattia profonda del nostro sistema politico” (Corriere della Sera).

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7 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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RISCHIO DI UNA DERIVA DEMAGOGICA E DI UN’ALTERNATIVA INESISTENTE

7 Novembre 2016

“E’ evidente che la sinistra ha fallito. Il problema è che, dopo aver ucciso la ‘vecchia’, nessuna Leopolda ci ha ancora spiegato quale sia, e soprattutto se debba esistere, una ‘nuova’ sinistra”. Così Massimo Giannini conclude su Repubblica la requisitoria della settima Leopolda renziana (“Il capolinea della sinistra”). Giovanni Orsina, su La Stampa, critica Renzi per la sua politica da spaccone e da gigione e per aver agito finora ‘a credito’ in quanto privo di un passato che giustificasse la sua presenza al vertice del paese, e però conclude con queste parole: “Se il gigione spaccone debitore dovesse fallire, quali alternative ci propone una politica debole, divisa, e assediata dall’antipolitica?” (“La trappola del calendario”). Così pure Massimo Adinolfi sul Mattino (“Il nuovo Pantheon e l’ambizione di cambiare il Paese”), ma più propenso a sostenere Renzi. Marco Follini, sul Corriere, dice cose non dissimili da quelle di Orsina nell’articolo “La riforma costituzionale e la sua deriva demagogica”. Sergio Fabbrini, nel difendere la riforma costituzionale, arriva però a dire che “è discutibile la pretesa che i cittadini possano risolvere questioni di tecnica istituzionale”, e quindi sostiene che il referendum in questo caso è un’opzione sbagliata (“La sfida di istituzioni efficaci”, Sole 24 ore). Maurizio Ferraris si interroga sui rapporti tra democrazia e verità (“Tutto l’umanesimo che serve per salvare la democrazia”, Repubblica). Gianni Cuperlo spiega il suo Sì dopo l’accordo sulla riforma dell’Italicum: “Voglio essere coerente. A Matteo chiedo lealtà” (Intervista al Corriere). La delusione di Roberto D’Alimonte: “Il nuovo Italicum dem? Luci e ombre. Se vince il No ritorna il proporzionale” (intervista al Messaggero). Mauro Calise fotografa “Il premier al rush finale” (Mattino).

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6 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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I DOVERI DEL FRONTE DEL NO

6 Novembre 2016

Lo storico Giovanni De Luna sostiene, su La Stampa, che i sostenitori del No dovrebbero dire che governo potrebbe nascere dalla caduta del governo Renzi (“Referendum, i doveri del fronte del No”). Per Massimo Franco, sul Corriere della Sera, la vittoria del Sì potrebbe essere pericolosa per Renzi quanto la vittoria del No, perché manterrebbe l’Italicum com’è e aprirebbe la strada ai Cinquestelle (“Gli analisti non esagerano le ricadute del referendum”). Intanto la sinistra dem si divide: Emilia Patta sul Sole 24 ore scrive. “Cuperlo verso il Sì, ma i bersaniani attaccano”. Sul Foglio il già bersaniano Umberto Minopoli scrive: “Il grande errore del mio amico Bersani”. Ernesto Galli Della Loggia critica, sul Corriere della sera, la sinistra antiriformista e gli ex democristiani del fronte del No (“Referendum, la doppia battaglia”). Sulla Leopolda renziana scrivono Claudio Cerasa sul Foglio (“Renzi, la Leopolda e il modello scala mobile”), Massimo Adinolfi sul Mattino (“Leopolda, l’ultima sfida di chi ha cambiato la sinistra: rifare la politica”), Stefano Folli su Repubblica (“Una convention con tante crepe. Il premier stretto nella sua tenaglia”). Un’intervista di Raffaele Marra, pietra dello scandalo nel governo cinque stelle di Roma, al Fatto quotidiano (“Perché non sono io l’uomo nero di M5S”).

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3 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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ANGELO PANEBIANCO SU COME COMBATTERE L’ANTIPOLITICA. FABRIZIO BARCA SU COME RICOSTRUIRE IL PD

3 Novembre 2016

Angelo Panebianco firma un duro editoriale in cui incolpa la politica odierna di essere subalterna all’antipolitica, non avendo il coraggio di difendere le virtù della democrazia rappresentativa (“Il suicidio della politica”). Sull’Unità Fabrizio Barca prende sul serio un documento della segreteria del Pd incentrato su come “ricostruire” il partito ed esorta simpatizzanti e iscritti a darsi da fare: “Se il Pd ricomincia da 6”. Luigi Zanda replica sul Corriere a un precedente intervento di Mario Monti (“Le ragioni del mio No”) sostenendo che “Il nuovo bicameralismo differenziato semplifica il sistema legislativo”. Luciano Violante, sempre sul Corriere, scrive: “La proposta del Sì è realistica. Il No ha solo critiche”. Sul Manifesto un drastico articolo di Alberto Burgio: “Renzi perde comunque, anche se a vincere sarà il Sì”. ELEZIONI USA: Mario Del Pero sul Messaggero: “Gli Usa, Trump, Clinto e le divisioni all’italiana”.

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30 Ottobre 2016
by Giampiero Forcesi
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Ri-dire il cattolicesimo democratico

30 Ottobre 2016
di Luigi Lochi

 

L’autore, che già pochi giorni fa era intervenuto sul tema della riforma costituzionale, ci manda un nuovo articolo, piuttosto provocatorio nei confronti di una parte cospicua, e fondante, del cattolicesimo democratico. Lo pubblichiamo pur consapevoli che sarebbe preferibile un approccio meno polemico e più rispettoso delle diverse posizioni che la tradizione politica cattolico-democratica sta oggi esprimendo

 

Non v’è dubbio che il dibattito intorno alla Riforma costituzionale che il referendum del 4 dicembre dovrà confermare o bocciare, si sta rivelando una sorta di “pietra di inciampo” soprattutto per le culture politiche confluite nel Partito democratico. In particolare per quelle culture politiche che tradizionalmente vanno sotto il nome di cattolicesimo democratico e di cattolicesimo sociale.

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